E’ positivo, e con numeri superiori rispetto a quelli previsti alla fine del gennaio scorso, il quadro previsionale dell’economia reggiana relativo al 2025.
Le analisi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati degli scenari di previsione dell’Osservatorio Prometeia, infatti, parlano di un PIL in crescita dello 0,8%. Questo valore colloca la provincia di Reggio Emilia al primo posto tra quelle dell’Emilia Occidentale e al di sopra della percentuale di crescita regionale (+0,7%) e nazionale (+0,6%).
I maggiori impulsi verso il miglioramento delle previsioni di crescita vengono dall’industria (+0,7% quest’anno e +1,3% nel 2026) e dal comparto dei servizi (+1,1% nel 2025 e +1,3% l’anno seguente).
Di segno opposto, invece, l’agricoltura, con un dato negativo del 2,9% (ma prevista in ripresa nel 2026 con un +0,9%) e il comparto delle costruzioni, per il quale si prevedono due cali consecutivi (-1,4% quest’anno e -5,8% il prossimo).
Seppur in ripresa rispetto al pesante -6,5% del 2024, peggiora un po’, rispetto alle previsioni del gennaio scorso, lo scenario futuro delle esportazioni, la cui crescita dovrebbe attestarsi al 2,1% anziché al 3,7% indicato tre mesi fa.
Per quel che concerne il reddito disponibile per le famiglie, le previsioni parlano di un +3,2%, mentre il prossimo anno l’incremento potrebbe ridursi ad un +2,7%.
“Rispetto al 2024 – sottolinea il Presidente della Camera di Commercio dell’Emilia, Stefano Landi – le previsioni attuali indicano alcuni miglioramenti importanti riferiti, in particolare, all’inversione del negativo andamento che caratterizza da molto tempo la produzione industriale”. “Il quadro internazionale – prosegue Landi – resta comunque molto complesso, così come rimane debole la domanda interna”.
“Per questo – conclude il Presidente della Camera di Commercio dell’Emilia – riteniamo fondamentale che il Governo metta in atto ogni azione possibile a sostegno del sistema economico e, al contempo, vigili su un andamento dei costi – ed in particolare di quelli energetici – che potrebbe risultare un freno anche rispetto a previsioni di ripresa comunque modeste e non in grado di compensare, al momento, le flessioni che l’industria ha scontato in questi anni”.
Le previsioni per il biennio oggetto dello studio camerale, infine, parlano di un quadro di sostanziale stabilità nel mercato del lavoro: tra il 2025 e il 2026 sono previsti aumenti del numero degli occupati rispettivamente dello 0,6% e dello 0,7%; il tasso di disoccupazione passerà dal 3,6% di quest’anno al 3,5% del prossimo.