‘Parliamo di fumo, alcol e droga in classe’: studenti educatori alla pari per combattere le dipendenze



Entrano in classe e parlano con i compagni di scuola più piccoli di consumo di sostanze stupefacenti, alcol, fumo di sigaretta, gioco d’azzardo, videogiochi e giochi on line. Usando una modalità da ragazzi: domande on line interattive e fake news.

Sono i peer dell’Azienda USL di Modena, 400 ragazzi alla pari, dal termine inglese, coinvolti in progetti di promozione della salute tra i loro coetanei dopo aver frequentato una formazione dell’Azienda USL per diventare ‘educatori alla pari’. Tra i temi trattati quello delle dipendenze, il focus dei mesi di aprile e maggio nelle aziende sanitarie regionali e italiane. Proprio per prevenire le dipendenze l’Ausl di Modena ha da tempo un progetto specifico rivolto ai ragazzi tra 14 e 16 anni di tutta la provincia (frequentanti la classe prima superiore) chiamato #scelgoio, un progetto che ogni anno coinvolge oltre duemila studenti.

“Prima del Covid il progetto si chiamava ‘scuole libere dal fumo’, ma dalla pandemia in poi abbiamo deciso di cambiare modalità – spiega Roberto Paola, psicologo Ausl referente del progetto #scelgoio e Massimo Bigarelli responsabile del progetto antifumo – abbiamo deciso di focalizzarci sulle dipendenze in generale e sulla capacità di scelta dei ragazzi, cercando di potenziare il loro pensiero critico, la capacità decisionale riguardo il consumo di sostanze stupefacenti, alcol o il gioco on line. Il progetto è nato con il Covid perché avevamo bisogno di monitorare cosa stava succedendo con strumenti nuovi per non abbandonare le scuole in un momento così difficile. Poi ci siamo resi conto che questa modalità ‘smart’ era un buon modo per comunicare con i ragazzi e ci restituiva uno specchio abbastanza fedele del trend provinciale’.

Per diventare un peer educator sui temi di promozione della salute e prevenzione delle malattie, negli istituti superiori, è possibile segnalare la disponibilità ai propri professori che a loro volta contattano gli psicologi dell’Ausl se la scuola aderisce al progetto. In provincia di Modena sono 18 le scuole superiori che partecipano al progetto sulla promozione della salute promossi dall’Azienda USL coinvolgendo peer delle classi quarte e studenti partecipanti nelle classi prime, sia su temi che riguardano la sessualità e l’affettività sia sulle dipendenze.

Per quanto riguarda le dipendenze, il gruppo di studenti coinvolti nel progetto #scelgoio viene affiancato e formato da un team multidisciplinare composto da psicologi, infermieri, educatori e terapisti della riabilitazione psichiatrica. I professionisti sanitari forniscono indicazioni sulla metodologia della peer education, sulle dinamiche di comportamento di gruppo, e approfondiscono il tema dipendenza. Una volta conclusa la formazione inizia il lavoro vero e proprio di peer education. I ragazzi, affiancati dai professionisti sanitari,  presentano in classe un questionario  a cui i compagni possono rispondere in diretta e in modo assolutamente anonimo utilizzando la piattaforma Google.

Il questionario è diviso in due parti: la prima parte serve per avere una ‘fotografia’ dei comportamenti dei ragazzi chiedendo quanto e con che frequenza consumano alcol, sostanze stupefacenti, giocano d’azzardo e sulle loro sane abitudini; nella seconda parte vengono presentate delle fake news sulle dipendenze, per testare la loro opinione e consapevolezza.

I risultati del questionario vengono poi commentati in classe assieme al team di professionisti che risponde alle tante domande poste dagli studenti, affiancati dai peer che restano così un punto di riferimento per i compagni. “Siamo a loro disposizione per chiarire dubbi e rispondere – spiega lo psicologo Roberto Paola – ci chiedono, ad esempio, dopo quanto tempo si diventa dipendenti da una droga, come si fa a smettere, se giocare d’azzardo è una dipendenza oppure no, cosa fare se un amico è in difficoltà. Diamo indicazioni ai ragazzi su come accedere ai servizi a loro dedicati quali spazio giovani e centro adolescenti. Concludiamo il progetto con un momento di confronto con genitori, insegnanti e studenti per condividere i risultati, raccontare il lavoro fatto e rafforzare il messaggio della prevenzione”.

Gli stessi peer , sottolinea Giorgia Pifferi coordinatrice nell’Ausl di Modena del programma sul gioco d’azzardo patologico, “sono formati per conoscere la rete dei servizi socio-sanitari sia nella scuola (gli sportelli psicologici in collaborazione con Ausl) sia all’esterno e, una volta intercettato un problema in uno studente, possono rivolgersi a uno dei servizi trovando professionisti disponibili all’ascolto e all’approfondimento”

Sono più di duemila i ragazzi della provincia che ogni anno rispondono ai questionari sulle dipendenze, restituendo ai professionisti sanitari uno specchio della realtà giovanile locale al di fuori dei luoghi comuni.

‘Quando si affronta il tema dei consumi di sostanze o dei comportamenti potenzialmente additivi – spiega Chiara Gabrielli Direttore del Programma Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Modena – bisogna stare attenti a non veicolare il messaggio che “tutti lo fanno” perchè questa esagerata percezione della disponibilità e del consumo non tiene conto che tante persone, giovani e meno giovani, non consumano, non giocano d’azzardo, non si mettono a rischio: in altri termini, si può scegliere”.

Parlare di dipendenze significa parlare di alcol, sostanze stupefacenti ma anche fumo di sigaretta, su cui l’Ausl farà un approfondimento in occasione del No Tobacco Day il 31 maggio. “Ogni anno seguiamo circa 400 utenti nei centri antifumo fumo della provincia e che aumenta l’attenzione delle organizzazioni sanitarie per gli effetti delle sigarette elettroniche sulla salute” sottolinea Massimo Bigarelli responsabile del programma Ausl sul fumo.