A Castelnovo Sotto una serata dedicata allo studio dell’emigrazione

Quando i castelnovesi andarono a Pergamino, in Argentina



Quella di venerdì scorso, a Castelnovo di Sotto, è stata una giornata all’insegna dell’incontro, della conoscenza reciproca, del confronto tra culture e delle emozioni.

Nella splendida cornice dei Laghetti di Camporanieri infatti è stata ospitata la scrittrice Aida Toscani, autrice del libro “Storie di contadini che collegano pianure, l’immigrazione italiana degli Emiliano-Romagnoli nel Partido di Pergamino 1880-1950”, di cui il Comune ha curato la traduzione in lingua italiana, in patnership con l’Associazione discendenti Emilia-Romagna di Pergamino e con il finanziamento della Consulta degli emiliano romagnoli nel mondo.

L’ incontro, molto partecipato e moderato da Stefano Morselli, è stato aperto dal sindaco Francesco Monica. Sono poi intervenuti i consiglieri regionali Roberta Mori e Federico Amico. L’iniziativa è stata l’ occasione per condividere lo studio, approfondito, contenuto nel libro di Aida Toscani, che va dall’ analisi dei caratteri storico-antropologici dell’ esperienza migratoria, alla ricostruzione, attraverso lettere e in interviste, delle vite e delle emozioni di coloro che l’hanno vissuta in prima persona. Infatti, l’ Argentina è stata, nel contesto latino-americano, il paese che ha ricevuto il maggior numero di immigrati europei. Il 57% di coloro che si sono trasferiti a Pergamino, erano reggiani, in prevalenza castelnovesi.

La serata è proseguita con la presentazione, da parte della Presidentente di Filef Odv di Reggio Laura Salsi, del progetto “Emilia mia! Tornare alla terra del cuore”, che in questi giorni sta dando l’opportunità ad alcuni giovani argentini, discendenti da famiglie di origine reggiana ed emiliana, di conoscere le eccellenze culturali, naturalistiche e gastronomiche del territorio reggiano.

I ragazzi provenienti da Oberá (Misiones), Cordoba, Santa Fe, Pergamino e Resistencia (Chaco) hanno trascorso l’intero pomeriggio di venerdì a Castelnovo, visitando il centro storico, la Rocca, il Museo della Maschera, i laboratori del Carnevale, la latteria La Grande e l’azienda agricola Fava. Al termine dell’ incontro i giovani hanno proiettato brevi video attraverso i quali hanno raccontato le vicende e i luoghi di insediamento delle loro famiglie.