Nove percorsi didattici a disposizione di insegnati ed educatori per rafforzare la scuola come luogo di inclusione



Dalla costruzione della scuola ideale per studentesse e studenti all’esplorazione del mondo insieme a “Il piccolo principe”, passando da percorsi condivisi di inclusione dei giovani migranti non accompagnati, fino alla scoperta della poesia come strumento per esprimere la propria identità. Sono solo alcuni dei nove percorsi didattici e formativi per insegnati ed educatori nati dal lavoro degli studiosi di NEW ABC, progetto Horizon 2020 coordinato dall’Università di Bologna.

I percorsi e i materiali didattici – testati con studentesse e studenti di due diversi paesi – sono accessibili liberamente online. A crearli è stato un consorzio che ha coinvolto tredici partner di nove paesi europei: gli studiosi hanno collaborato con scuole, associazioni, istituzioni locali e ONG per costruire e testare pratiche e metodologie innovative in contesti di educazione formale, informale e non-formale.

“L’approccio di NEW ABC è stato particolarmente efficace nel valorizzare le idee di bambini e bambine, inclusi quelli con background migratorio o provenienti da contesti di fragilità socioeconomica”, dice Rachele Antonini, professoressa al Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna e coordinatrice del progetto. “Le loro idee, necessità e sensibilità, insieme a quelle degli insegnanti, sono state rispettate e messe al centro della progettazione, e hanno contribuito a creare soluzioni educative su misura”.

Nel corso dei quattro anni di attività del progetto, gli studiosi hanno infatti lavorato per innescare la creazione e implementazione partecipata di buone pratiche, con l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale di bambini e bambine in diversi contesti educativi. Sono state quindi co-create nove azioni pilota, tutte testate in due diversi paesi per garantire la loro efficacia e adattabilità.

“La collaborazione transnazionale tra partner ha arricchito il progetto e ha dimostrato quanto sia fondamentale lavorare insieme per migliorare i sistemi educativi europei”, conferma la professoressa Antonini. “Grazie al nostro approccio condiviso e partecipativo, abbiamo potuto testare e adattare soluzioni innovative su scala europea, garantendo la loro efficacia in diversi contesti socioculturali”.

Il progetto ha dato vita a numerose sinergie, tanto tra insegnanti di diverse scuole che tra bambini e decisori politici a livello locale. E grazie alla partecipazione attiva di insegnanti ed educatori, le attività co-create continuano ad essere proposte e adattate in paesi e contesti diversi.

“I risultati che abbiamo ottenuto sono un importante passo avanti nel campo dell’educazione plurale e inclusiva, perché dimostrano come la collaborazione e la co-creazione possano produrre risultati tangibili e duraturi”, sottolinea Antonini. “Per questo ci auguriamo che i frutti del nostro lavoro possano continuare a essere utilizzati negli anni a venire per offrire buone opportunità educative a tutti i bambini e ragazzi d’Europa”.