Al Palazzo Ducale di Sassuolo le opere di Stefano Arienti per Marca Corona per l’Arte



Stefano Arienti, Carrello elevatore, 2023, courtesy Marca Corona per l’Arte

Grazie al rapporto di collaborazione che da anni lega Ceramiche Marca Corona a Gallerie Estensi in uno scambio proficuo tra arte e impresa, il Palazzo Ducale di Sassuolo si prepara a ospitare, dal 13 settembre al 31 dicembre 2024, “La contingenza e la materia. Il soffio vitale negli oggetti”.

Il percorso mette in mostra le opere concepite da Stefano Arienti nell’ambito del progetto Marca Corona per l’Arte 2023, insieme ad alcuni lavori esemplificativi della ricerca dell’artista. L’esposizione, a cura di Francesca Disconzi, inaugurerà in occasione del festivalfilosofia, in programma a Modena, Carpi e Sassuolo dal 13 al 15 settembre, interpretando il tema della 24esima edizione, la psiche.

La mostra è infatti una riflessione intorno al concetto di Psyché – il respiro, la più importante delle funzioni vitali – e al superamento di una netta divisione tra corpo e anima. Arienti, con un processo rivolto alla materia, va alla ricerca proprio di quel soffio vitale, rapportandosi con la materia stessa, intesa sia come struttura, sia come trasformazione.

Le opere concepite per Marca Corona sono figlie della meraviglia del processo partecipativo che ha coinvolto i dipendenti dell’azienda. Il risultato sono pitture metalliche su monumentali teli antipolvere da cantiere che rimandano alla dimensione pratica del fare, sublimata dall’uso dall’oro.

Carrello Elevatore, Ceramica in giardino e Ruspa rappresentando oggetti-simbolo del processo produttivo della ceramica: Carrello Elevatore, posizionato all’ingresso del percorso espositivo, e Ruspa, esposto nella terza sala dell’Appartamento dei Giganti, riproducono oggetti reali che fanno parte del paesaggio visivo aziendale e che, sollevati dal loro uso comune, diventano opera. La vitalità degli oggetti non si limita al processo produttivo, ma è presente anche nelle ceramiche custodite all’interno del museo aziendale, Galleria Marca Corona, che cristallizzano la storia dell’intero distretto sassolese. Arienti le rappresenta in Ceramica in giardinoaccostando opere diverse per creare un unico percorso visivo, la cui ambientazione è quella del giardino dell’azienda: spazio reale e non idealizzato che consente di portare questi oggetti fuori dalla loro consuetudine, caricandoli di significati simbolici.

Tra i lavori storici di Arienti, saranno esposte le due versioni, poster e formella in argilla, di Testa d’uomo (da Andrea del Sarto): opere in cui l’artista, in un processo di ricalco e riproduzione, ha ulteriore occasione per riflettere sul dialogo tra diverse materie.

In mostra anche il Libretto dei segreti e dei colori e delle vernici, manoscritto di Antonio Francesco Monesi risalente alla seconda metà del XVIII secolo: una raccolta di formule e composizioni relative al processo di trasformazione della ceramica, nascoste tra sonetti e declamazioni di vario genere. Un oggetto che, con un certo mistero, custodisce l’antico sapere che innesca la trasformazione, ancora una volta animata da un linguaggio lirico e poetico.

L’ultima stanza, in connessione diretta con il festivalfilosofia, è dedicata alla conoscenza e alla contemplazione. Arienti espone qui i bozzetti realizzati durante la sua permanenza in Marca Corona e le sue celebri Turbine. L’artista invita i fruitori a fermarsi per consultare alcuni libri manipolati da lui stesso: un ultimo momento per ragionare sia sull’anima degli oggetti, quindi sul loro contenuto, sia sulla materia da cui traggono forma.

Non solo arte contemporanea: altro frutto della sinergia tra Marca Corona e Gallerie Estensi è la mostra “Tra Corte e Fabbrica: la storia della ceramica di Sassuolo”, visitabile sempre al Palazzo Ducale di Sassuolo dal 2020. L’esposizione, a cura di Vincenzo Vandelli, porta per la prima volta all’attenzione del pubblico la collezione ex Villa Vigarani Guastalla: acquisita da Marca Corona, costituisce una delle più importanti raccolte private di ceramica sassolese, con 250 oggetti rappresentativi della produzione locale di maiolica, realizzati tra la metà del Settecento e i primi del Novecento dalle migliori maestranze del territorio. 

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