Dal 2 al 4 luglio, su delega di questa Procura della Repubblica, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Modena hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di circa 280.000 euro, emesso del Giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale nei confronti di un imprenditore di Cavezzo, indagato per omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e autoriciclaggio, in qualità di amministratore di una società operante nel settore delle costruzioni.
A seguito di un accertamento fiscale, i Finanzieri della Compagnia di Carpi ricostruivano il giro di affari dell’impresa, che non risultava aver presentato le previste dichiarazioni dei redditi in due annualità, per un’evasione complessiva quantificata in oltre 200.000 euro.
Gli approfondimenti investigativi svolti sui conti correnti della società verificata consentivano altresì di identificare un’operazione di reimpiego di parte del denaro “risparmiato” grazie all’evasione d’imposta in altre attività economiche, in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa delle somme.
Infatti, utilizzando una provvista creata mediante due bonifici effettuati a favore di altra impresa, sempre riconducibile all’indagato ed anch’essa sconosciuta al Fisco, quest’ultima acquistava ad un’asta giudiziaria due unità immobiliari a Bomporto, per un valore dichiarato di 75.000 euro.
Questa Procura, sulla base delle fonti di prova acquisite, chiedeva l’applicazione della misura cautelare reale al Gip del Tribunale di Modena che emetteva il decreto con il quale disponeva il sequestro preventivo di somme per un importo corrispondente alle imposte evase, anche nella forma per equivalente, e delle due unità immobiliari acquistate con parte del profitto dei reati tributari contestati.
All’esito delle attività, sono stati sequestrati denaro su conti correnti, quote societarie totalitarie di due società di capitali nonché cinque unità immobiliari e un terreno edificabile siti in Bomporto, Cavezzo e Bondeno nella disponibilità dell’indagato, per un valore pari all’importo complessivo del provvedimento cautelare reale.