Inaugurato al Policlinico di Modena un nuovo Acceleratore Lineare

Finanziato dal PNRR, sostituisce una apparecchiatura del 2001 e offre maggiore precisione e velocità



È entrato in funzione al Policlinico di Modena un nuovo Acceleratore Lineare (LINAC) per Radioterapia, reso possibile grazie a un significativo investimento di 2.630.025,28 euro (IVA inclusa) finanziato dal PNRR. L’importo comprende 1.773.636,00 euro per l’acquisto dell’apparecchiatura e 856.389,28 euro per i lavori di adeguamento del bunker, permettendo così la sostituzione del vecchio LINAC Siemens del 2001.

Questa sofisticata tecnologia radioterapica, basata sull’IGRT (Image Guided Radiation Therapy), consente trattamenti oncologici con una precisione senza precedenti, riducendo significativamente i tempi di trattamento grazie alla guida delle immagini del paziente direttamente nella sala di trattamento. I lavori di installazione, iniziati nel maggio 2023, si sono conclusi con successo nel maggio 2024.

Il Policlinico di Modena gestisce annualmente circa 1.500 nuovi casi di tumore, su un totale di circa 6.000 pazienti seguiti ogni anno. Di questi, circa 1.500 ricevono trattamenti radioterapici e 2.300 sono le PET eseguite dalla Medicina Nucleare del Policlinico, che serve l’intera provincia. Alla cerimonia di inaugurazione del nuovo acceleratore lineare erano presenti le autorità cittadine. La rete radioterapica provinciale modenese si avvale ora di una Tomotherapy e quattro acceleratori lineari: tre al Policlinico di Modena e uno all’Ospedale di Carpi.

Questa avanzata dotazione tecnologica rappresenta un notevole passo avanti nella capacità di rispondere alle esigenze cliniche, offrendo trattamenti più efficaci e sicuri, e migliorando l’efficienza nella gestione delle liste d’attesa. La nuova apparecchiatura non solo rinforza la capacità operativa, ma segna anche una tappa fondamentale nella continua evoluzione delle tecniche radioterapiche, garantendo ai pazienti di Modena e provincia accesso alle migliori cure disponibili.

Modena vanta circa 1 acceleratore lineare ogni 140.000 abitanti – si congratula il dottor Claudio Vagnini, Direttore Generale dell’AOU di Modena – questo risultato è frutto dei grandi investimenti di questi anni, effettuati anche grazie al prezioso supporto del mondo imprenditoriale, del volontariato e della cittadinanza tutta. Questo ulteriore upgrade della nostra tecnologia consente non solo terapie più precise ma anche un maggiore comfort del paziente va nell’ottica di un approccio sempre più umano ai percorsi di cura che la nostra Azienda ha intrapreso da tempo”.

Le conoscenze biologiche ci permettono ormai di comprendere la conformazione a livello cellulare del tumore e di scegliere il mix di terapie (farmacologiche e radioterapiche) più adatto a contrastarlo – aggiunge il dottor Giuseppe Longo, Direttore del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia – L’obiettivo è quello di creare terapie sempre più personalizzate in base al tumore e alla risposta dell’organismo del paziente alle cure, grazie anche alla combinazione con la PET-TC già presente in medicina nucleare, in grado di valutare non solo le dimensioni del tumore ma anche la sua evoluzione durante la cura. Questa nuova acquisizione ci permette di lavorare in maniera ancora più integrata tra oncologi, radioterapisti, medici di medicina nucleare, chirurghi e radiologi”.

L’acceleratore lineare – illustra la Dott.ssa Patrizia Giacobazzi, Direttore protempore della Radioterapia Oncologica – rappresenta il quarto dispositivo per trattamenti radioterapici, integrandosi alla Tomotherapy e potenziando significativamente la nostra capacità di risposta clinica nei settori oncologico e neuro-oncologico. Questo innovativo acceleratore lineare migliorerà notevolmente il percorso terapeutico dei pazienti inseriti nei PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) regionali e territoriali, garantendo una maggiore appropriatezza e sicurezza delle cure. Inoltre, avrà un impatto positivo sulla gestione ergonomica ed efficiente delle liste di attesa. La tecnologia avanzata che caratterizza i nostri acceleratori consente di offrire le terapie più moderne e all’avanguardia sia a Modena che a Carpi, rendendo i trattamenti intercambiabili in caso di necessità. Questo non solo assicura continuità nelle cure, ma anche un’ottimizzazione delle risorse e una riduzione dei tempi di attesa per i pazienti”.

“L’apparecchiatura acquisita – aggiunge Ing. Sonia Cecoli direttore protempore del Servizio Unico Ingegneria Clinica – si inserisce nel piano di sviluppo ed efficientamento dei percorsi del paziente oncologico dell’Azienda Ospedaliera si tratta infatti di un acceleratore Elekta Mod. Versa HD analogo agli altri 3 acceleratori Elekta già installati in Azienda e quindi totalmente compatibile ed intercambiabile con gli altri sistemi già in uso presso la Radioterapia. L’adeguamento, inoltre, degli impianti e del Bunker per energie fino a 10MegaVolt (MV) ha consentito di allinearlo a tutti gli altri bunker con lo stesso livello di energie utilizzabili rendendolo pienamente intercambiabile con gli altri acceleratori dal punto di vista clinico, aspetto particolarmente importante per garantire la continuità del trattamento, soprattutto nel caso di malfunzionamenti e fermi macchina improvvisi”.

La disponibilità di trattamenti ad alta precisione e velocità, frutto degli investimenti degli ultimi anni in capacità di calcolo e integrazione tecnologica, sta rivoluzionando l’integrazione tra radioterapia e terapia sistemica (chemioterapia e immunoterapia). Questi progressi stanno aprendo nuove frontiere e modelli terapeutici di ‘Quasi Real-Time Planning and Treatment’ – spiega il Dott. Gabriele Guidi, Direttore di Fisica Sanitaria – Il nuovo acceleratore lineare consente un controllo accurato del movimento respiratorio, minimizzando l’irradiazione dei tessuti sani e massimizzando la dose erogata al tumore. Questa tecnologia è particolarmente strategica nel trattamento della mammella sinistra, riducendo l’irradiazione del cuore. Inoltre, l’investimento potenzia l’accesso equo ed efficiente a trattamenti stereotassici avanzati (SBRT) per patologie complesse come il pancreas, polmone, encefalo e prostata, riducendo significativamente il numero di sedute terapeutiche necessarie ai pazienti. Questa avanzata tecnologia rappresenta un significativo passo avanti verso una medicina più precisa e personalizzata, garantendo risultati migliori e tempi di recupero più rapidi”.

La nuova apparecchiatura – aggiunge l’Ing. Marco Martignon  del Servizio Unico Ingegneria Clinica – è inoltre in grado di effettuare una  terapia di tipo “conformazionale” d’organo per le masse tumorali dalla geometria più complessa, mediante  tecnica IMRT (l’Intensity-Modulated Radiation Therapy ) che modula l’intensità della radiazione all’organo bersaglio e limitrofi oltre a tecniche avanzate di IMRT come la VMAT (Volumetric Modulated Arc Therapy) che permette una  distribuzione di dose all’organo altamente conformata con riduzione degli effetti dannosi e con notevole riduzione del tempo di trattamento. L’apparecchiatura acquisita è particolarmente completa e dotata di un tavolo con elevato numero di gradi di libertà e di un sistema di verifica direttamente in sala esame del posizionamento costante del bersaglio mediante tecnica “CBCT” (Cone Beam CT) oltre a vantare un sistema di controllo costante del posizionamento del paziente mediante utilizzo di telecamere che permettono di intercettare anche i movimenti del paziente durante il trattamento”.

Il sistema è integrato nella rete informatica dell’ospedale gestita dal Servizio tecnologie dell’informazione, diretto dall’Ing. Mario Lugli, che sottolinea: “da un punto di vista delle risorse informatiche per il calcolo dei piani di trattamento, la memorizzazione degli stessi e lo scambio dati tra i diversi componenti della rete di cura, la radioterapia costituisce la sfida più impegnativa per il sistema Informatico aziendale. Devono essere garantite velocità e continuità operativa della infrastruttura, in un’ottica di continuo aggiornamento dei componenti di base nonché di prevenzione dei possibili danni da attacchi informatici. Per tale scopo è stata potenziata la capacità di calcolo e di memorizzazione dei server e dello storage a disposizione, grazie ad altri finanziamenti PNRR dedicati alla informatizzazione degli ospedali. Obiettivo condiviso da tutti è quello di minimizzare i disagi per pazienti certamente fragili, anche in caso di malfunzionamento di uno dei componenti del sistema”.