Carpi, la città ricorda il 79° dell’eccidio avvenuto nella “curva Cattania”

Metà martiri rimasti ignoti perché sfigurati



Carpi, la città ricorda il 79° dell’eccidio avvenuto nella “curva Cattania”Sabato 27 gennaio la città ricorderà l’eccidio di antifascisti avvenuto a Quartirolo nel 1945, nei pressi della curva Cattania, luogo dal quale ha preso il nome, con un programma promosso dall’Amministrazione comunale insieme al “Comitato per la Memoria”.

L’appuntamento è alle 9:15 nella citata curva (via Carlo Marx), dove il Sindaco Alberto Bellelli, deporrà una corona al Cippo dei Caduti, e don Antonio Dotti impartirà la benedizione, alla presenza di una delegazione di alunni della secondaria di primo grado “Guido Fassi”; alle 9:45 sarà poi deposta una corona al sacrario dei Mariti della Resistenza nel cimitero di Santa Croce (via Chiesa di Santa Croce); alle 10 infine, di fronte alla scuola primaria “Colonnello Lugli” (stessa via) sarà deposto un mazzo di fiori presso la stele commemorativa dei caduti; seguiranno letture di brani e pensieri degli scolari sul progetto “Emilia Levi”, la bimba milanese di cinque anni, transitata di Fossoli e morta ad Auschwitz, citata da Primo Levi all’inizio di “Se questo è un uomo”. Alla piccola ebrea arrestata dai fascisti e trucidata dai nazisti è dedicata la mostra “Le mille Emilia”, curata dagli alluni della “Colonnello Lugli” e visitabile nel loro plesso dal 29 al 31 gennaio.

I vari momenti della commemorazione di sabato saranno accompagnati come di consueto dal Corpo Bandistico “Città di Carpi”.

L’eccidio

La notte tra il 26 e il 27 gennaio 1945, a Modena, i fascisti prelevarono dal carcere di Sant’Eufemia 32 persone per un’esecuzione sommaria: a Quartirolo i repubblichini le legarono due a due con filo di ferro, li ammazzarono e lasciarono sul posto i cadaveri per tre giorni, impedendo a chiunque di avvicinarsi. Diciassette corpi, resi irriconoscibili dalle sevizie e dalle torture subite, non furono mai identificati e rimangono a tutt’oggi sconosciuti. Nella lapide che li ricorda nel luogo del massacro, c’è solo un numero progressivo.

Fra i trentadue martiri c’erano il carpigiano Sergio Manicardi e il sappista Giorgio Bortolomasi, poi insignito della medaglia d’oro al valor militare.