Oncologia di prossimità, Finale Emilia precursore: per la terapia orale ora si va alla Casa della Comunità



La Casa della Comunità di Finale Emilia diventa avamposto dell’oncologia di prossimità, un nuovo modello organizzativo che consente ai cittadini di ricevere assistenza nei contesti di cura più vicini al loro domicilio, dando così concreta attuazione alla recente riorganizzazione della rete oncologica regionale.

Da alcune settimane infatti alla Casa della Comunità di piazza Gramsci è stato avviato un servizio dedicato ai pazienti oncologici con terapia orale, a forte integrazione multiprofessionale, inserito all’interno della Struttura complessa di Medicina Oncologica di Area Nord la cui direttrice facente funzione è Claudia Mucciarini.

L’ambulatorio è nato grazie alla collaborazione trasversale di tutte le professionalità coinvolte, in particolare con il contributo di Monia Biagini, coordinatrice infermieristica della Casa della Comunità di Finale Emilia, e l’équipe infermieristica, Lisa Daya del Dipartimento Farmaceutico e l’impegno del Day Hospital Oncologico di Mirandola nella persona di Elisa Bannò, che di concerto con Paola Nasuti coordina le prestazioni oncologiche a Finale.

È rivolto ai pazienti oncologici residenti nel Comune di Finale Emilia che non necessitano di trattamenti chemioterapici endovenosi ma che seguono esclusivamente una terapia orale, intramuscolare o sottocutanea. In questa prima fase la platea è necessariamente ristretta, con l’obiettivo di consolidare le procedure e favorire la costruzione del rapporto tra professionisti e pazienti.

Dopo la prima visita con l’oncologo, sempre all’interno della Casa della Comunità di Finale, il paziente viene preso in carico dall’Infermiere di Comunità, che agisce in stretta sinergia con lo specialista e con il Medico di medicina generale. Una presa in carico globale, che si occupa di seguire il paziente passo per passo nel percorso di cura, sempre più assimilabile alla storia clinica di una patologia cronica: controllo dei sintomi e dell’aderenza alla terapia prescritta dall’oncologo, fornitura dei farmaci orali e gestione degli esami di laboratorio. In sostanza, il paziente trova ciò di cui ha ordinariamente bisogno nella sede sanitaria più vicina al proprio domicilio, senza doversi spostare per recarsi ad esempio in ospedale.

“I riscontri avuti nelle prime settimane di avvio dell’ambulatorio – sottolinea la dottoressa Mucciarini – sono stati estremamente positivi, sia dal punto di vista dei professionisti sia per i pazienti, che hanno riportato ottime impressioni e soddisfazione. Si tratta di un servizio utile e prezioso per la comunità di Finale. L’oncologia di prossimità non è il futuro, ma è già diventata una realtà attuale grazie a esempi virtuosi come questo, uno dei primi in regione, dove l’integrazione tra ospedale e territorio trova una sintesi ottimale”.