Ieri all’alba, la Polizia di Stato ha dato esecuzione agli ordini per la carcerazione emessi dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bologna, nei confronti di cinque componenti di un’associazione a delinquere, che nel maggio 2021 – al termine di un’attività di indagine condotta dal Commissariato di P.S. di Carpi con il coordinamento della Procura della Repubblica di Modena e protrattasi per quasi un anno da settembre 2019 – erano stati gravemente indiziati della commissione di furti di trattori, attrezzature e materiale edile in danno di aziende agricole, e della loro successiva rivendita all’estero. Il sodalizio poteva contare su una fitta e capillare rete di ricettatori, in particolare sulla cooperazione di un gruppo criminale campano, per “piazzare” i trattori all’estero.
L’attività di indagine aveva preso avvio da alcune denunce sporte da imprenditori locali che avevano subito il furto di trattori agricoli e si era avvalsa, oltre che dei mezzi tradizionali di indagine, come servizi di appostamento e pedinamento, anche di intercettazioni telefoniche e ambientali.
Gli investigatori avevano raccolto una serie di elementi comprovanti che all’interno del gruppo criminale, i cui membri erano per lo più legati da vincoli di parentela, non vi era solo un semplice accordo tra le parti, ma un vero e proprio pactum societatis, ovvero un accordo che andava ben oltre la realizzazione del reato programmato concretizzandosi in una continua capacità di creare, in modo standardizzato, nuove occasioni criminali, una vera e propria associazione a delinquere in cui ogni associato aveva un proprio ruolo prestabilito. Anche le mogli degli indagati collaboravano attivamente, accompagnando i coniugi durante i sopralluoghi diurni al fine di non destare sospetti e facendo da tramite tra le varie famiglie.
I furti venivano organizzati prevalentemente di sera e di notte, approfittando dell’oscurità e della chiusura dell’attività lavorativa, in zone appartate con un raggio di azione esteso alle campagne del modenese, del reggiano e del mantovano, dopo preventivi e circostanziati sopralluoghi.
La merce rubata, in attesa di essere caricata su autoarticolati per il trasporto in Campania, veniva custodita in casolari o capannoni in disuso e abbandonati ubicati nelle campagne dei comuni limitrofi al luogo ove veniva commesso il reato.
Il gruppo campano era invece costituito da cinque persone, operanti nel settore dei trasporti, alcuni dislocati in provincia di Modena e Reggio Emilia, mentre altri pendolari tra l’Emilia e la Campania, che si avvalevano di autisti compiacenti e di automezzi particolari idonei al trasporto dei trattori muniti di carrelloni “copri e scopri”.
Questi provvedevano ad acquisire tramite i propri canali la documentazione falsa delle macchine agricole per il trasporto su strada e per la successiva spedizione all’estero. Il pagamento avveniva contestualmente al carico della merce sugli autoarticolati con denaro contante proveniente dalla Campania e recapitato in zona da appositi corrieri.
L’attività di indagine aveva permesso di attribuire agli indagati diciotto episodi delittuosi in danno di aziende agricole dalle quali erano stati asportati venti trattori.
Diciotto di questi mezzi, per un valore complessivo di oltre un milione di euro, erano stati recuperati e riconsegnati ai legittimi proprietari da personale del Commissariato di P.S. di Carpi, con l’ausilio della Polizia Stradale di Guastalla (RE), Mirandola (MO) e della Sottosezione di Modena Nord.
Al sodalizio erano stati ascritti ulteriori tredici furti di attrezzature agricole, materiale edile ed effetti personali
In esito all’attività di indagine, oltre ai sei arresti in esecuzione delle misure cautelari, erano state denunciate in stato di libertà per reati di furto aggravato, ricettazione e favoreggiamento altre quindici persone, coinvolte a vario titolo nell’attività criminale.
I cinque destinatari dell’ordine di carcerazione sono stati rintracciati nelle prime ore della mattinata di ieri da personale del Commissariato di P.S. di Carpi, con l’ausilio della Squadra Mobile, e al termine delle formalità di rito, tradotti presso la locale Casa Circondariale. Gli stessi devono espiare pene residue rispettivamente di 6 anni e 15 giorni; 5 anni e 4 mesi; 4 anni, 1 mese e 8 giorni; 3 anni, 4 mesi e 3 giorni; 2 anni, 11 mesi e 11 giorni.