È iniziato questa mattina, nella parrocchia di Gesù Redentore, l’Anno pastorale 2023-2024. L’assemblea di apertura è stata presieduta dall’arcivescovo Erio Castellucci e ha coinvolto sacerdoti e operatori pastorali delle Diocesi di Modena-Nonantola e di Carpi.
L’incontro è iniziato con la preghiera comunitaria e le testimonianze di quattro giovani modenesi che hanno partecipato nel campo estivo Tre giorni ad alta quota. Sono inoltre intervenuti i referenti diocesani di Modena e Carpi per il Cammino sinodale ed è stata presentata la nuova edizione del percorso pastorale «Credi tu questo?».
«Il Sinodo lo avvia il Signore risorto. Non siamo noi, discepoli spesso delusi e lamentosi come Cleopa e il suo compagno, a fare il Sinodo» ha dichiarato l’arcivescovo Castellucci, presentando la Cartolina pastorale Il Risorto in Sinodo, appunti per la “fase sapienziale” del Cammino sinodale Modena e di Carpi a contenente le linee guida per il nuovo anno pastorale, vedrà la formazione cristiana al centro della riflessione.
«Scelta che nasce dal bisogno di tornare alle fonti, di accompagnare l’impegno di tutti i giorni con la parola di Dio, come manifestato da molti operatori e collaboratori pastorali».
Per l’arcivescovo: «Educare le persone alla fede cristiana significa educare anche a essere buoni cittadini, perché i valori che provengono dal Vangelo sono i valori che costruiscono la società: il rispetto per le persone, la cura reciproca, il perdono, l’attenzione ai più bisognosi».
L’arcivescovo ha inoltre presentato le tre aree di lavoro contenute nel tema formativo: l’iniziazione cristiana, la condivisione di esperienze consolidate e l’accompagnamento spirituale.
Per l’arcivescovo, l’iniziazione cristiana «non riguarda solo “la catechesi dei bambini in vista dei sacramenti”, ma coinvolge giovani, adulti e i cd. “ricomincianti”, ossia coloro che riscoprono la possibilità di credere e praticare».
Per quanto riguarda le esperienze in atto a Modena e Carpi, Castellucci ha citato alcune buone pratiche che le Diocesi potranno «rilanciare, dando alle altre Chiese italiane un apporto di esperienze e riflessioni».
«L’accompagnamento spirituale – prosegue –, chiamato e praticato in modi diversi lungo la storia esprime la forza della fraternità cristiana».
«E in questo corpo, come ripete san Paolo, ciascuna delle membra ha il suo posto – spiega l’arcivescovo –: c’è però un carattere comune, una “via migliore di tutte”, la carità che si esprime anche nel servizio» conclude l’arcivescovo, che ha salutato l’assemblea conferendo il mandato pastorale ai presenti.