Caldo, Coldiretti: è il terzo anno più bollente dal 1800 in Italia

6 mld danni nel campi: oltre un miliardo solo in Emilia-Romagna



Il 2023 si classifica fino ad ora in Italia al terzo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,67 gradi rispetto alla media storica da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sui dati Isac Cnr nei primi sette mesi del 2023 in occasione della nuova ondata di caldo accompagnata dall’allerta maltempo in quattro regioni del Nord dove peraltro si è trattato del secondo anno più caldo, con l’anomalia del periodo che è stata di ben +0,86 gradi superiore la media.

“Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno, dei quali oltre 1 miliardo solo per l’alluvione in Romagna”, sottolinea Nicola Bertinelli, presidente di Coldiretti regionale.

“Il 2023 – continua Marco Allaria Olivieri, direttore di Coldiretti Emilia Romagna – è stato segnato prima da una grave siccità, che ha compromesso le coltivazioni in campo, e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dal caldo torrido di luglio che ha fatto segnare una temperatura superiore di 1,96 gradi la media del mese ed ha inaridito i terreni della regione”.

Se guardiamo a tutta la penisola, il caldo record è stato accompagnato da una media di quasi 11 eventi estremi al giorno, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno provocato vittime e danni secondo l’analisi di Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). Siamo di fronte – sottolinea Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo.

A causa dei cambiamenti climatici quest’anno si registra, infatti, un taglio del 10% della produzione di grano, del 14% di quella di uva da vino fino al 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti e si registra un calo per il pomodoro. Ma in difficoltà – conclude Coldiretti – sono anche le altre produzioni ortofrutticole bruciate dal caldo torrido con ustioni che provocano perdite, dall’uva ai meloni, dalle angurie alle albicocche fino alle melanzane.