Primavera anticipata, Confagricoltura ER: “Serve un modello efficace di protezione dal rischio climatico”



Gemme che si ingrossano e fiori che stanno per schiudersi: la Primavera, sugli alberi di albicocco della Romagna, potrebbe non essere una bella notizia e cresce la preoccupazione tra gli agricoltori. «Sollecitiamo l’attuazione di un modello efficace di protezione dal rischio climatico – dice il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini – nuovi strumenti assicurativi, con polizze meno costose, che diano garanzie e certezze alle aziende nel momento in cui ripartono a pieno ritmo tutte le attività agricole».

Di fatto, la ripresa vegetativa pare in anticipo rispetto all’anno scorso. «Una situazione del tutto eccezionale – prosegue il presidente regionale – che rischia di esporre i frutteti a bruschi crolli di temperatura, con picchi di freddo durante la notte, mettendo così in serio pericolo le produzioni del territorio». I timori sono più che fondati visto che negli ultimi tre anni solo il 2019 è stato risparmiato dalle gelate primaverili. Una conta dei danni che è stata raccontata passo dopo passo, con perdite devastanti per la frutticoltura regionale se non addirittura disastrose per la pericoltura, in particolare.

Confagricoltura Emilia Romagna ricorda poi che, negli ultimi due anni, il comparto ha pagato caro gli effetti del cambiamento climatico e i tanti ritardi dovuti alla pandemia. «Molte aziende non sono nemmeno riuscite ad assicurarsi in tempo. E gli indennizzi sono sempre di meno – mette le mani avanti il presidente Bonvicini – quindi confidiamo finalmente in una risposta risolutiva alle richieste sindacali più volte avanzate, tra cui la modifica della 102/2004 sulle “calamità naturali” e il rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale».