Rispetto delle norme anti-Covid, nel 2020 oltre 300 ispezioni AUSL nelle aziende della provincia di Modena



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L’emergenza Covid non ha fermato le attività dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL) dell’Azienda USL di Modena. Se i periodi di lockdown nei primi mesi del 2020 hanno limitato gli interventi di vigilanza nei luoghi di lavoro da parte degli operatori AUSL, d’altro canto sono state incrementate le azioni di supporto e assistenza alle aziende, per via telefonica e telematica, sui temi della gestione dell’emergenza sanitaria nei luoghi di lavoro.

Con la riapertura delle attività produttive e industriali a maggio, invece, è ripresa a pieno regime la vigilanza sul campo con un’attenzione specifica sulla corretta attuazione dei protocolli anti-contagio nei luoghi di lavoro (misurazione della temperatura corporea, mantenimento delle distanze interpersonali, uso dei dispositivi di protezione personale, pulizie e sanificazione, disponibilità di dispenser di gel idroalcolici per l’igiene delle mani, ecc.). L’attività di vigilanza dell’Azienda USL in tempo di pandemia, è stata al centro anche di un intervento dell’ing. Silvia Goldoni, direttore f.f. del SPSAL Area Nord durante un convegno sul tema, organizzato da Regione Emilia-Romagna, Azienda USL di Modena e INAIL.

L’attività di vigilanza SPSAL, come comunicato al convegno, ha permesso di fare emergere diverse azioni positive al fine di garantire l’applicazione dei protocolli anti-contagio: tra queste, la creazione di comitati specifici per monitorare l’applicazione delle norme all’interno dei luoghi di lavoro e le relative procedure per attuarle; l’avvio di un’intensa attività di informazione verso lavoratori, fornitori, clienti e addetti alle pulizie per ricordare le misure igieniche e comportamentali più importanti tramite, per esempio, locandine e brochure affisse nelle bacheche; la misurazione della temperatura corporea in entrata nei luoghi di lavoro. E ancora: nella maggior parte dei controlli gli operatori hanno verificato il rispetto delle distanze interpersonali di almeno 1 metro; il corretto uso della mascherina chirurgica; lo smaltimento dei dispositivi di protezione individuale in appositi contenitori; la disponibilità di dispenser di gel idroalcolici per l’igiene delle mani, la pulizia giornaliera e la sanificazione dei locali di lavoro.

“Dai vari controlli è emerso che la maggior parte delle aziende hanno rispettato le misure di sicurezza introdotte dalle varie normative – dichiara Davide Ferrari, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Modena -. Solo in pochi casi sono state riscontrate delle violazioni, che hanno fatto scattare le sanzioni previste dai decreti. Queste irregolarità hanno interessato in particolare gli obblighi in fatto di pulizia e sanificazione degli ambienti, in minor misura il rifornimento insufficiente di mascherine per i lavoratori. Nonostante il bilancio sia buono, è però importante ricordare come nei luoghi di lavoro sia fondamentale continuare a rispettare tutte le misure di prevenzione da parte di tutti i soggetti che vi operano. Il contagio si contrasta soltanto se si seguono tutte le regole”.

 

I numeri

I numeri degli interventi di vigilanza relativi al 2020 parlano di 385 accessi ispettivi per un totale di 417 ragioni sociali verificate, che occupano complessivamente 23.284 lavoratori. In particolare, sono stati eseguiti 105 accessi congiunti, di cui 71 con Ispettorato Territoriale del Lavoro, 8 con i Vigili del Fuoco, 26 con il Servizio Igiene Pubblica.

 

La gestione degli impianti di climatizzazione

Gli operatori dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’Azienda USL hanno prestato attenzione anche alle modalità di gestione degli impianti di ventilazione/climatizzazione ai fini del contenimento delle possibilità di infezione nei vari luoghi di lavoro, e in particolare ai seguenti aspetti: la riduzione del livello di occupazione degli ambienti, in modo da diminuire l’eventuale contaminazione aerea; l’aerazione frequente degli spazi non dotati di ventilazione meccanica attraverso l’apertura delle finestre; l’areazione degli ambienti dotati di impianti di ventilazione che forniscono aria di rinnovo, da tenere possibilmente sempre accesi (24 ore su 24, 7 giorni su 7). Il riscontro emerso è che la gestione degli impianti di climatizzazione/ventilazione è stata affrontata di norma in modo adeguato da parte dei datori di lavoro, che hanno dimostrato consapevolezza sul fatto che tali installazioni possano essere veicolo di contagio, da un lato, ma anche strumenti di mitigazione del contagio stesso, se usati correttamente, dall’altro.