“Esprimiamo soddisfazione per la riapertura del Punto nascita dell’Ospedale Santa Maria Bianca – fa sapere l’Assessore alla Sanità del Comune di Mirandola Antonella Canossa – La sospensione seppur temporanea della struttura è stata fortemente attenzionata da parte dell’Amministrazione comunale fin da subito, al punto da essere portata in discussione anche nell’ultima CTSS del 22 dicembre scorso, proprio per il disagio che avrebbe comportato. Disagi che purtroppo non sono mancati: si pensi alle partorienti costrette al trasferimento presso l’Ospedale Ramazzini di Carpi. Ma pure per la diffusione di notizie in merito ad un’immediata riapertura, giunte però da fonti non riconducibili all’Ausl, e che proprio per questo hanno generato smarrimento tra i cittadini”.
La ripresa dell’attività da stamani nel reparto di ostetricia e ginecologia placa le perplessità e la forte amarezza sorte tra i cittadini di Mirandola e non solo, a seguito della chiusura del Punto nascite prima di Natale. “Dopo anche quanto uscito a mezzo stampa nei giorni scorsi sulla riapertura, ho provveduto a contattare direttamente l’Ausl al fine di avere ragguagli e risposte puntuali in merito – afferma l’Assessore Canossa – Ieri mattina, 3 gennaio, inoltre mi sono recata personalmente in Ospedale presso la struttura per constatare la situazione di persona e per capire i tempi effettivi di riapertura, ricevendo rassicurazioni che avrebbe ripreso l’attività oggi. Bene verrebbe da dire ma ritengo sia importante anche puntualizzare cosa ha comportato lo stop. La notizia della sospensione a dicembre ha amareggiato sia la comunità sia i professionisti dell’ospedale. Abbiamo sostenuto l’obiettivo di avere una struttura complessa di ostetricia e ginecologia ed manifestando soddisfazione quando poche settimane fa si era chiuso il concorso con la nomina del direttore. Però, con la nostra richiesta di una struttura complessa, l’obiettivo era quello di una struttura che fosse tale e non che alla prima difficoltà andasse in crisi. Una struttura complessa deve poter riorganizzarsi in caso di ferie e malattie ed assicurare la continuità dei servizi, altrimenti non si tratta di struttura complessa. È opportuno ricordare che fatti simili generano sfiducia, diffidenza e demoralizzazione tra il personale e nei professionisti, e l’ospedale di Mirandola ne ha di molto validi. Il timore è che poi anche a seguito di episodi del genere, questi possano un domani andarsene sfiduciati col depauperamento di risorse preziose difficili poi da recuperare. Situazioni di cui Mirandola, ma pure tutto il territorio dell’Area Nord non ha bisogno e per le quali auspichiamo il non ripetersi”.