Rotta Panaro, il ministro Boccia e il capo della Protezione civile Borrelli in visita nel modenese



Il ministro agli Affari Regionali, Francesco Boccia, e il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, hanno visitato le aree del modenese colpite dall’esondazione del Panaro del 6 dicembre scorso. Ad accompagnarli il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, il sottosegretario alla Presidenza, Davide Baruffi, l’assessora alla Protezione Civile, Irene Priolo, e i sindaci dei Comuni di Modena, San Cesario, Castelfranco Emilia, Campogalliano e Nonantola. Prima la visita alla cassa di espansione del Panaro a Sant’Anna di San Cesario, quindi un doppio sopralluogo nei luoghi più colpiti dal maltempo: a Fossalta e a Castelfranco Emilia, dove si verificò la rotta dell’argine del fiume, riparata a tempo di record. Infine, il punto con gli amministratori locali alle scuole Nascimbeni di Nonantola, la località più colpita.

Durante l’incontro il capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, ha annunciato la firma di un’ordinanza che garantirà l’attivazione di primi interventi a favore delle comunità colpite. Riguarderà la sospensione dei mutui e l’avvio del percorso per il riconoscimento dei primi risarcimenti per le centinaia di famiglie e aziende danneggiate dall’alluvione con un tetto di 5mila euro per i privati e 20mila per le imprese, sulla base della ricognizione già avviata dal Comune.

L’ordinanza, che individua anche il presidente Stefano Bonaccini come commissario per l’emergenza, fa seguito al riconoscimento dello stato d’emergenza nazionale deciso dal Governo lo scorso 24 dicembre, che ha permesso un primo stanziamento di 17,6 milioni di euro. Insieme al ministro Boccia, è stato deciso di valutare la possibilità di un emendamento che riguardi le zone colpite sul modello di quanto già fatto per l’alluvione del 2014.

Inoltre, la Regione ha già annunciato uno stanziamento straordinario di 2 milioni di euro sotto forma di ristori per le attività commerciali, già duramente colpite dalle misure di restrizione dovute alla pandemia. A questi andranno ad aggiungersi le risorse finanziate dalle Camere di Commercio e l’ulteriore quota prevista all’interno dei ristori definiti dal Governo sempre per l’emergenza Covid.

L’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto sulle opere di messa in sicurezza dell’intero nodo idraulico di Modena. Un piano da circa 115 milioni di euro, che l’Emilia-Romagna ha intenzione di inserire all’interno del pacchetto di progetti che potranno essere finanziati con il Recovery Fund. Circa 170 milioni di risorse già programmate e in parte realizzate per l’ampliamento delle casse di espansione e di altri interventi di arginatura e miglioramento delle strutture nell’area del Panaro, del Torrente Tiepido e del Canale Naviglio.

“Con la nostra presenza rispettiamo l’impegno che avevamo assunto già nelle ore successive all’alluvione- ha sottolineato il ministro Boccia-. Lo stato d’emergenza è solo un punto di partenza di un percorso che non può limitarsi a gestire le urgenze: lo dobbiamo a queste comunità, provate dalle drammatiche conseguenze dell’alluvione dopo un anno già così duro. Oggi porto la vicinanza dello Stato e un messaggio che non ci fermeremo, ma faremo tutto ciò che è necessario fare. Questa mattina ho avuto la visione plastica di uno di quegli investimenti che non può non essere oggetto di un impegno assoluto anche attraverso il Recovery Fund: o facciamo interventi che mettono in sicurezza comunità come queste oppure non facciamo fino in fondo il nostro dovere”.

“Ringrazio il ministro Boccia e il capo di Protezione civile Borrelli per essere qui: non è banale che il giorno prima dell’ultimo dell’anno vengano di persona a verificare quanto accaduto e a prendere impegni: ci teniamo molto, è molto importante per tutte le comunità colpite e per l’Emilia-Romagna tutta”, ha aggiunto il presidente Bonaccini.

“Questa terra ha reagito in maniera straordinaria. Lo stato d’emergenza- ha proseguito il presidente- mette a disposizione già una quantità rilevante di risorse, ora procederemo per aggiungere tutto ciò che serve al ripristino dei danni pubblici, così come nelle prossime settimane attendiamo risposte chiare dalla Commissione chiamata a chiarire le cause dell’esondazione. Abbiamo inserito il progetto per risolvere il nodo idraulico Modena, perché crediamo possa essere una soluzione definitiva, che rientra nello spirito di interventi ambientali e sostenibili promosso dal Recovery Fund”.

 

Interventi e risorse per nodo idraulico Modena

A sei anni dall’alluvione del 18-19 gennaio 2014, sfiora i 170 milioni di euro il totale degli investimenti realizzati o programmati dal 2014 tra Secchia, Panaro e Naviglio.
Sul Panaro in particolare si sono investiti 20 milioni di euro. Al rialzo e al ringrosso delle arginature sono andati 12 milioni. È in corso il primo lotto di interventi da 8,8 milioni che si concluderà in primavera, nei comuni di Modena, Bomporto, Nonantola, Ravarino e Crevalcore.
È in progettazione il secondo lotto per realizzare un nuovo argine tra il Ponte di S.Ambrogio, a Modena, e la confluenza nel Tiepido.
Per le arginature del Secchia sono state finanziate opere per 31,82 milioni, suddivise in due stralci funzionali: il primo riguarda il tratto di monte dal comune di Campogalliano all’attraversamento TAV in comune di Modena, il secondo il tratto di valle fino al confine con la Provincia di Mantova.
È stata finanziata la realizzazione di nuovi argini a Fossalta di Modena, a valle della cassa d’espansione, per 5 milioni di euro: strategici per proteggere la città, come dimostra l’emergenza di questi giorni.
Lo stanziamento delle risorse è avvenuto lo scorso settembre con il nuovo pacchetto di cantieri da 40 milioni deliberato dalla Regione, che contiene altre opere molto attese tra cui l’adeguamento del Ponte dell’Uccellino, il completamento della Cassa ai Prati di San Clemente destinata a contenere le acque di piena del canale Naviglio, in concomitanza delle piene del Panaro, nonché le opere di messa in sicurezza del torrente Tiepido attraverso la creazione di un’area di laminazione per mitigare gli effetti del rigurgito del fiume Panaro quando è in piena come avvenuto in questa occasione.
A quest’ultimo intervento sono stati destinati ben 19 milioni: serviranno per consolidare il nodo idraulico del Canale Naviglio e del Panaro, mettendo più possibile al riparo da eventi alluvionali i territori a nord di Modena.