La rete sanitaria modenese nell’emergenza Covid-19



Foto di Gerd Altmann da Pixabay

A partire dalla seconda parte del mese di ottobre il sistema sanitario modenese ha dovuto affrontare il rapido aumento dei casi di covid-19. Ciò ha posto sotto stress molte articolazioni impegnate nella gestione della pandemia. La Sanità pubblica ha visto un aumento delle necessità di testare e tracciare persone con sintomatologia o entrate in contatto con casi positivi; ciò ha influito sull’attività del Laboratorio di analisi dei test molecolari; negli ospedali si è assistito a un rapido aumento di ricoveri; ingente l’attività relativa alle scuole, che da metà settembre ha richiesto un notevole impegno al fine di poter garantire il più possibile la frequenza da parte degli alunni; importante infine il carico assistenziale sulla domiciliarità.

L’andamento epidemico degli ultimi giorni ha evidenziato in provincia di Modena un trend di crescita particolarmente rapido in termini di nuovi casi positivi, contatti e ricoveri, tanto da rendere necessario, secondo il piano predisposto in estate, continuare a modificare velocemente e costantemente la struttura organizzativa delle strutture sanitarie. Ad oggi aree covid sono state allestite in tutti gli altri ospedali della rete.

L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena ha attivato 273 posti di degenza ordinaria e 64 tra intensiva e semintensiva. Presso lo stabilimento Policlinico 163 posti di degenza ordinaria e 34 per pazienti di semintensiva/intensiva. Presso lo stabilimento di Baggiovara 110 posti di degenza ordinaria e 30 di semintensiva/intensiva (espandibili rapidamente a 36). Al fine di garantire queste attivazioni, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, in coerenza con le indicazioni Regionali, mantiene la sospensione dei ricoveri programmati e differibili sia medici che chirurgici.

Aree dedicate al Covid sono presenti negli ospedali dell’Azienda USL a Vignola, Pavullo, Carpi e Mirandola e all’Ospedale di Sassuolo. Di conseguenza è stata rimodulata l’attività chirurgica con alcune riduzioni necessarie per far fronte all’accoglienza dei pazienti covid, sia in termini di letti che di personale. A differenza della prima fase, attualmente si riscontra un importante impegno dei posti letto di medicina anche a carico dei pazienti no covid, che riduce la disponibilità complessiva di posti letto e aumenta il carico assistenziale sugli ospedali. Mentre durante la salita della prima curva il mix tra ricoveri covid/no covid era 90/10, ad oggi tale mix risulta 40/60.

Rispetto alla prima ondata esiste un’organizzazione strutturata che consente di seguire i soggetti nel luogo di cura quanto più possibile appropriato a seconda dei bisogni. A tale scopo è stato istituito un nuovo Ospedale di Comunità a Novi, dedicato a pazienti covid che rappresenta un presidio territoriale intermedio fondamentale, rivolto a pazienti anziani, che non necessitano di assistenza ospedaliera, ma le cui condizioni richiedono un’assistenza infermieristica continuativa, o a pazienti fragili con patologie croniche in fase di riacutizzazione. La scorsa settimana anche l’Osco di Fanano è stato riconvertito all’accoglienza di pazienti covid.  

Guardando i numeri, in base al rafforzamento progettato nel corso della prima ondata relativamente alla necessità di poter seguire quanto più possibile i soggetti tenendoli in sicurezza al proprio domicilio, è evidente il peso del carico assistenziale sulla domiciliarità: sono ad oggi oltre 5300 i pazienti positivi al domicilio, mentre nella prima emergenza si raggiunse il picco massimo di 2120. Oltre a ciò vi sono oltre 2800 persone tra contatti stretti e rientri da zone a rischio in isolamento domiciliare.

A tal proposito è stata riattivata pienamente tutta l’attività delle 7 Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) presenti nei 7 distretti (che era stata ridotta nel corso dell’estate), sono in corso di realizzazione le Centrali operative distrettuali (per un maggior coordinamento delle azioni in integrazione con Medici, Pediatri, Usca e guardia medica/continuità assistenziale), è prevista l’assistenza domiciliare e l’uso di strumenti di telemonitoraggio a distanza per i pazienti cronici e per quelli covid+.

Lo sforzo richiesto ai cittadini di rispettare le misure di prevenzione – non solo la mascherina ma ricordare sempre il distanziamento e l’igiene delle mani – e di tutte le norme nazionali e locali è dunque indispensabile per contribuire alla riduzione della circolazione del virus e dunque ridurre il carico sul sistema sanitario modenese.

 

ANDAMENTO GENERALE

Tamponi

A causa del notevole sovraccarico di lavoro a cui è sottoposto il Laboratorio, nelle ultime settimane si è registrato un ritardo nella refertazione dei tamponi, con una dilatazione dei tempi tra data di accettazione e data di refertazione (usualmente tra zero e un giorno). Fino a quando non sarà completata l’attività di recupero dei tamponi in arretrato sono da considerare incerte le variazioni di nuovi casi positivi registrati negli ultimi giorni.

Le aziende sanitarie sono costantemente al lavoro per ridurre il gap e contestualmente velocizzare le procedure di comunicazione dell’esito ai cittadini che da alcuni giorni avviene tramite sms (sia in caso di negatività che di positività), con relativa indicazione a avviare immediatamente l’isolamento, per sé e i propri contatti conviventi.

Considerando il totale dei tamponi eseguiti da inizio epidemia sino al 9 novembre (compresi i tamponi di controllo per accertare la guarigione) sono stati eseguiti oltre 212mila tamponi e sono state testate oltre 131mila persone. Il totale di positivi segnalati a livello regionale è di 11.927 (dato aggiornato al 10: 12.563 positivi totali).

A partire da luglio il numero di tamponi giornalieri ha avuto un forte aumento per l’attivazione dello screening nei comparti della macellazione, lavorazione carni, logistica, dei viaggiatori in rientro da Paese esteri o dalla Sardegna e, a partire da metà settembre, di personale scolastico e studenti.

Il numero di nuovi casi giornalieri è notevolmente superiore a quello del picco epidemico di primavera (164 nuove diagnosi il 20 di marzo). Da inizio luglio, anche in conseguenza dell’aumento del numero di tamponi eseguiti per attività di contact tracing e screening di diverse categorie, si è registrato un costante aumento dei nuovi positivi. Questo aumento è diventato esponenziale ad ottobre, anche se fortunatamente si tratta nella maggior parte dei casi di persone asintomatiche o pauci-sintomatiche.

 

Casi

Al 9 novembre, in provincia di Modena erano accertati 5829 casi di persone con in corso l’infezione da Covid-19 (erano 3372 lo scorso 2 novembre). Di questi, 5377 sono in isolamento, 452 ricoverati.

 

Ricoveri

Il trend dei letti occupati da pazienti COVID+ in ospedale, dopo aver raggiunto il picco nel giorno del 29 marzo, evidenzia un successivo calo fino alla fine di luglio, sia per quanto riguarda i presenti nei reparti per acuti sia per quanto riguarda le presenze nei reparti di terapia intensiva/subintensiva. Da agosto si è assistito ad una lenta ripresa del numero di degenti nei reparti per acuti, che si è fatta decisamente più sostenta nel corso delle ultime settimane. Al 9 novembre sono 452 i pazienti assistiti in regime di ricovero negli ospedali della provincia per Covid-19.

Sul totale dei ricoveri, 284 si trovano negli ospedali dell’AOU di Modena (180 al Policlinico, 104 all’Ospedale Civile di Baggiovara), i restanti 111 negli ospedali provinciali (Carpi, Mirandola, Vignola, Pavullo), e 57 persone all’Ospedale di Sassuolo Spa che, come tutti gli ospedali, in queste ultime settimane ha convertito all’accoglienza dei pazienti covid alcune aree di degenza.

A questi si aggiungono 23 pazienti ricoverati nei due Osco Covid (Novi e Fanano).

 

Ricoveri in terapia intensiva

Dal 21 luglio al 21 settembre sono stati preponderanti i giorni con zero ricoverati; dal 22 settembre si è assistito a un aumento, che risulta più marcato in ottobre. Secondo il dato riportato anche oggi nel bollettino regionale, sono occupati 41 posti di Terapia Intensiva disponibili negli ospedali dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. A questi si aggiungono 11 pazienti assistiti in setting semintensivo, tutti al Policlinico di Modena.

 

Persone in isolamento domiciliare

In rapido aumento anche la casistica positiva al domicilio (casi e contatti), sintomatici e asintomatici. Al 9 novembre erano in isolamento domiciliare complessivamente 5377 persone covid positive (erano 3107 lo scorso 2 novembre). Delle persone in isolamento domiciliare 69 sono accolte presso l’hotel Tiby dedicato a persone positive al covid presente a Modena.

Sono 2854 (1730 lo scorso lunedì) i contatti stretti di casi accertati in isolamento. Sono in isolamento presso l’hotel Tiby anche 5 assistenti familiari che stanno effettuando la quarantena preventiva a seguito di rientro dall’estero.

 

Risultati dei test sierologici (ultimi dati disponibili aggiornati al 4 novembre)

L’analisi dei risultati dei test sierologici (sia quelli di screening eseguiti dai dipendenti delle Aziende Sanitarie, delle strutture residenziali per anziani, delle forze dell’ordine e del volontariato sociosanitario, che quelli eseguiti volontariamente dal personale scolastico o privatamente dai cittadini), pur con i noti limiti di sensibilità e valori predittivi positivi non ottimali, permette di avere una stima approssimativa della circolazione del virus nel nostro territorio.

Al 4 novembre sono stati eseguiti 126.618 test sierologici di cui 7.144 con esito positivo. In totale le persone sottoposte a test sono state 84.584, di cui il 4,1% sono risultate positive (3.496). Questo valore è in linea con le stime sinora disponibili a livello nazionale.

Vi è dunque, secondo le stime, un numero molto elevato di persone ancora suscettibili di infezione. Si conferma quindi la necessità di continuare a mantenere le misure di distanziamento sociale e di proseguire nelle attività di sorveglianza.