Molinella: lui non paga i debiti della propria azienda, l’imprenditore creditore assolda killer per ucciderlo



Eseguite nella prima mattinata, nel cerignolano, tre misure cautelari nei confronti degli esecutori materiali di un tentato omicidio. Carcere per tutti e tre i soggetti, tutti di Cerignola (FG). Il mandante, un imprenditore, era già stato colpito da analoga misura lo scorso 15 aprile. Tutti i provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. di Bologna su richiesta della locale Procura della Repubblica. Tutti e quattro sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di tentato omicidio premeditato (artt. 110, 56, 575 e 577 c.p.); per i tre esecutori materiali si aggiunge anche il furto aggravato (artt. 110, 624 e 625 c.p.).

Nel giugno 2019 a Molinella, un imprenditore molinellese, mentre si reca al lavoro in sella alla propria bici, lungo una via del paese viene investito da un’Alfa Romeo 156 di colore grigio, poi risultata rubata nei giorni precedenti ad Imola. A bordo, T.F. cl. ’80, D.A.P. cl. ’87 e A.G. cl. ’95, tutti residenti a Cerignola, due dei quali già con precedenti, che hanno agito con l’intento di uccidere. Per la vittima, oltre al grandissimo spavento, lesioni per 60 giorni di prognosi ma, per fortuna, nessun pericolo di vita.

All’origine di tutto, un grosso presunto debito insoluto (di centinaia di migliaia di euro) che l’imprenditore di Molinella avrebbe contratto, nel corso di rapporti commerciali, con un altro imprenditore del forlivese M.S. cl. ’76 che, per il mancato rientro di quelle pretese somme, sarebbe entrato in un periodo di forte difficoltà aziendale. Così, quest’ultimo, avrebbe deciso di passare alle “maniere forti” e di assoldare i tre killer per “rimettere i conti in pari”.

Sono stati i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Molinella, sotto la guida e la direzione della Procura di Bologna, a portare avanti le investigazioni. Dapprima, grazie alle dichiarazioni della vittima e ad attività tecniche, hanno individuato e assicurato alla giustizia il mandante. Poi, sviluppando i dati relativi a targhe, anagrafiche delle utenze e celle telefoniche, hanno identificato tutti i restanti soggetti coinvolti e ricostruito l’intera dinamica e i ruoli degli stessi, fin dalla fase di preparazione del tentativo omicidiario.

Il fulcro del patto criminoso, secondo le risultanze delle indagini, è risultato essere principalmente costituito da M.S. e T.F.: il primo, mandante, avrebbe dapprima contattato e pagato il secondo che, a sua volta, avrebbe “arruolato” i gregari D.A.P. e A.G.. Poi, la fase di pianificazione: M.S. avrebbe provveduto a procurare ospitalità al “commando” in un B&B del ravennate e avrebbe dato loro le prime informazioni sui movimenti della vittima, di cui i tre si sarebbero serviti per effettuare più sopralluoghi. Infine, il giorno dell’agguato, il 19 giugno 2019 ed il fortuito scampato nefasto epilogo.

Per il primo, M.S., dopo la misura custodiale in carcere a Bologna, sono stati disposti gli arresti domiciliari dove si trova attualmente; i tre destinatari dell’ordinanza odierna, invece, sono finiti in carcere a Foggia, a disposizione dell’Autorità felsinea, in attesa del processo.