Lapam: “La crisi è profonda urgono interventi strutturali, sostegni concentrati sulle categorie più a rischio”



Il fatturato dei primi sei mesi di questo 2020 va a picco: un’indagine dell’Ufficio Studi Lapam Confartigianato su oltre 4mila imprese associate mostra un crollo del 20,5% tra gennaio e giugno rispetto allo stesso periodo del 2019, con un avvio in media con gli anni scorsi e il tracollo dei mesi del lockdown.

I primi dati a disposizione, basati su di un campione composto da 4.189 imprese di cui Lapam gestisce la contabilità da almeno due anni (e dunque sia nel 2019 che 2020), mostrano un calo medio del fatturato del 20,5% durante i primi 6 mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il trend mostra come a gennaio e febbraio 2020 il fatturato medio fosse in linea con i livelli del 2019, ma con l’inizio del lockdown a marzo comincia una marcata flessione, con una perdita media del 30,2% del fatturato rispetto a marzo 2019. E’ però ad aprile che si concentra il picco negativo, con un dimezzamento del volume di fatturato (-51,8%) mentre a partire da maggio si inverte la tendenza con un segno meno comunque importante (24,8%), e nemmeno ancora a giugno vengono recuperati completamente i livelli del 2019 (il calo in quel mese è del 9%).

“Questi numeri dimostrano come la situazione sia davvero seria – sottolinea il Presidente Lapam, Gilberto Luppi – e che gli imprenditori non scherzano quando evidenziano difficoltà molto gravi e palesano preoccupazione per il futuro. Un calo di questo genere, spalmato su tutto l’anno, sarà comunque ben superiore al 10% in media e per alcuni il segno meno sarà molto più accentuato. Urgono interventi strutturali: i bonus a pioggia, lo diciamo da tempo, non bastano più e devono essere superati con politiche reali di rilancio che sostengano anche le piccole imprese, senza le quali salta tutto il sistema. E naturalmente la chiusura delle imprese non può essere messa a tema: se richiudiamo troppi non riaprirebbero più con costi sociali, prima che economici, drammatici e irreparabili. In azienda si lavora con dispositivi e sanificazioni periodiche e puntuali”.

Tra i principali settori osservati, i servizi di alloggio e ristorazione sono tra quelli più colpiti dal lockdown: nei primi sei mesi del 2020 gli alberghi fanno registrare un calo medio di fatturato del 53% mentre la ristorazione scende del 40,4%. Il comparto manifatturiero ha perso in media il 20% tondo del fatturato, con cali più accentuati tra le industrie tessili (-42,3%), la fabbricazione di macchinari (-24,6%), la lavorazione del metallo (- 22,6%) e la lavorazione del legno (-20,1%), mentre calano meno della media l’alimentare (-18,7%), confezione di articoli di abbigliamento (-17,4%) e riparazione macchinari (-6,1%). Analogamente il fatturato del commercio cala sia per il commercio all’ingrosso (-27,2%) che per quello al dettaglio (-10,6%). Giù anche l’autoriparazione (-15,9%). Il comparto delle costruzioni registra nel suo complesso un calo medio del 13,1%, con i lavori di costruzione specializzati in flessione del 15,3% e la costruzione di edifici in calo del 10,8%. Si segnalano infine cali molto consistenti anche per il settore dell’Istruzione (privata), che perde in media il 48% del fatturato, e delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento con un calo del 43,7%.

“Parlavo di bonus – conclude il presidente Lapam -. E’ evidente che vi sono categorie che rischiano più di altre e che devono essere aiutate a superare questa lunga notte: occorre concentrare gli aiuti per queste tipologie di imprese (penso, ad esempio, a quelle del turismo e della ristorazione). Il vero dramma che abbiamo di fronte è quello di migliaia e migliaia di nuovi disoccupati, se non si interviene in fretta la situazione diventerà ingovernabile”.