Giornate Fai d’autunno: due weekend per scoprire i gioielli del territorio



Torna l’appuntamento con le giornate Fai d’autunno, organizzate per la prima volta in due fine settimana, sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre.

L’edizione 2020, dedicata a Giulia Maria Crespi, fondatrice e presidente onoraria del Fai, offre l’opportunità di visitare, accompagnati dalle guide dell’associazione, il castello di Guiglia con la sua storia secolare e a Mirandola la zona umida e oasi naturalistica della Tomina; in programma anche un’escursione in bicicletta attraverso le Valli mirandolesi con un percorso sonoro ed infine una visita alla Stazione ornitologica Modenese “Il Pettazzurro”.

«In un periodo storicamente così complesso, la nostra Fondazione e la nostra Delegazione non vengono meno al proprio impegno di far scoprire al grande pubblico luoghi normalmente inaccessibili, poco noti o poco valorizzati», ha sottolineato nel corso della conferenza stampa di stamattina Vittorio Cavani, capo delegazione Fai di Modena. «In particolare quest’anno abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sul territorio, organizzando aperture in Appennino e nella Bassa».

Gli eventi sono organizzati dalla delegazione Fai di Modena, con il gruppo Fai bassa modenese, il gruppo Fai dell’Appennino modenese, in collaborazione con il gruppo Fai giovani Modena e il gruppo Fai ponte tra culture Modena.

Per il presidente della Provincia di Modena Gian Domenico Tomei «queste giornate rappresentano un’occasione preziosa per tutti i modenesi, che potranno visitare luoghi solitamente non accessibili. In questo senso, l’attività del Fai è fondamentale per la nostra comunità e di questo voglio ringraziarli a nome di tutta la provincia».

Tutte le informazioni sul programma di aperture speciali, organizzate nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, sono consultabili sul sito  www.giornatefai.it in cui è anche possibile prenotare le visite.

 

IL PROGRAMMA DELLE APERTURE, DAGLI APPENNINI ALLA CAMARGUE MODENESE

Le Giornate Fai d’autunno, organizzate per la prima volta in due fine settimana, sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre, prevedono aperture straordinarie di luoghi della bassa e nella collina modenese.

A Guiglia sarà possibile visitare il castello che si erge in posizione dominante sulla pianura, a lungo conteso tra Bolognesi e Modenesi fino al consolidamento del dominio estense sabato 17 e domenica 18 dalle 10 alle 16,30. Infeudato dapprima ai Pio e dal 1630 ai Montecuccoli Laderchi, è il risultato di diverse fasi costruttive intorno al mastio trecentesco. Trasformato in elegante palazzo feudale dai Montecuccoli, alla fine dell’800 gli eredi lo alienarono a un ingegnere svizzero che lo trasformò in albergo. Nel periodo bellico vi furono nascoste le opere d’arte della Galleria estense di Modena e nel dopoguerra ospitò per brevissimo tempo un casinò. Nella ricercata architettura, unica in montagna, spiccano i portali di accesso alla corte, le tre possenti arcate del porticato arricchito da stucchi, mentre all’interno è un susseguirsi di vasti saloni con volte affrescate e camini in scagliola. Dietro il castello, l’oratorio “della Madonnina”, fatto edificare da Ottavia Caprara alla fine del ‘600, venne poi trasformato in tomba gentilizia.

Diverse le aperture nelle Valli Mirandolesi, articolate nelle giornate di sabato 17, domenica 18, sabato 24 e domenica 25 con orari differenziati a seconda dell’itinerario, che vanno dalle 9,30 alle 17,30. Si tratta di un’area naturale protetta situata nella pianura modenese settentrionale. La passeggiata guidata all’interno dell’oasi naturalistica della Tomina offre la possibilità di immergersi in questo particolare habitat che costituisce una delle più vaste zone umide della pianura padana.

Queste aree, un tempo occupate da paludi e acquitrini, grazie a successive opere di bonifica sono state prosciugate e destinate prima all’utilizzo agricolo, poi, a partire dagli anni ’90, sono state convertite in parte ad area naturale per la salvaguardia della biodiversità.

Zone umide, stagni, praterie arbustate, siepi e boschetti sono stati ricreati e la fauna che popolava questi ambienti è ritornata. All’interno delle Valli è sita la zona umida della Tomina, un paesaggio fatto di acqua, canneti e boschetti, che favorisce la sosta e la riproduzione dell’avifauna migratoria.

Un modo diverso e del tutto originale di visitare il territorio delle Valli mirandolesi è rappresentato dal percorso sonoro proposto dal Centro di educazione alla sostenibilità “La Raganella” in collaborazione con il Comune di Mirandola. Si tratta di una visita naturalistica teatralizzata che il gruppo teatrale Koiné ha realizzato per raccontare la vita delle valli. Il percorso di conoscenza dell’ecosistema si realizza in bicicletta con l’ausilio di un lettore mp3 e di una cartina del territorio. Con questi strumenti di esplorazione, in piccoli gruppi, ci si potrà immergere nel racconto della vita che scorre e (ri)nasce dalle depressioni terrestri delle Valli Mirandolesi.

Le Valli Mirandolesi sono anche una zona di passo autunnale e un’oasi di rifugio per tante specie di uccelli che in questi luoghi trovano le risorse necessarie per il nutrimento e la riproduzione.

I visitatori saranno accompagnati alla scoperta degli uccelli dagli esperti della Stazione ornitologica modenese “Il Pettazzurro”, campo operativo del Centro italiano studi nidi artificiali e centro di ricerca secondo le indicazioni dell’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale.

La Stazione ornitologica effettua monitoraggi e censimenti dell’avifauna presente. I volontari hanno ad oggi censito oltre 300 specie di uccelli, alcune anche rare in Italia, tra cui il cavaliere d’Italia e l’airone rosso.

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Tutte le informazioni e gli orari sul programma di aperture speciali, organizzate nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, sono consultabili sul sito  www.giornatefai.it in cui è anche possibile prenotare le visite.