Nel mese di febbraio 2020, una donna ha denunciato alla Stazione Carabinieri di Bologna diversi allontanamenti e l’assunzione di sostanze stupefacenti da parte della figlia 17enne. Sulla scorta dei primi accertamenti condotti dai Carabinieri della Stazione Bologna, il Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro ha avviato una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna – Sost. Proc. Stefano Dambruoso.
L’indagine, sviluppata attraverso attività tecniche d’intercettazione e servizi dinamici, ha consentito di accertare responsabilità dei soggetti coinvolti in merito all’induzione alla prostituzione della minorenne, convinta a compiere atti sessuali con gli stessi e con terze persone in cambio di denaro e stupefacenti (cocaina).
Gli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari hanno portato all’emissione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari da parte del GIP del Tribunale di Bologna (dott. Letizio Magliaro), consistenti in 1 custodia in carcere, 2 arresti domiciliari e 4 obblighi di presentazione alla Polizia Giudiziaria, per i reati previsti e puniti dagli articoli 600-bis del codice penale (prostituzione minorile) e 73 del d.P.R. 309/1990 (Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti).
L’attività è stata convenzionalmente denominata “Villa Inferno”, nome con cui gli indagati si riferivano alla villa di Pianoro all’interno della quale erano spesso organizzati gli incontri a sfondo sessuale con la minorenne e altre ragazze, con il contestuale consumo di sostanze stupefacenti.