Sorveglianza e controllo infezione da West Nile Virus, importante proteggersi dalle punture di zanzara



Lo scorso 28 luglio la Regione Emilia-Romagna ha classificato la provincia di Modena come “livello 2 – zona con probabilità di epidemia bassa/moderata”: l’applicazione delle misure previste dal Piano Regionale per il contrasto alle arbovirosi prevede l’incremento delle attività di comunicazione alla popolazione e l’attivazione di interventi preventivi con adulticidi presso aree verdi dove siano in programma manifestazioni in ore serali e notturne.

“Se quest’anno a causa del coronavirus avremo meno eventi rivolti alla cittadinanza, rimane invece importante proteggersi individualmente – dichiara Giovanni Casaletti, Direttore del Servizio di igiene pubblica dell’AUSL di Modena – La zanzara comune (culex pipiens) infatti, a differenza della zanzara tigre, si ritrova purtroppo ovunque in orari serali, quindi accanto ai trattamenti larvicidi e alla cura degli spazi verdi, evitare di farsi pungere è la miglior difesa”.

Gli strumenti di protezione personale più efficaci sono gli indumenti e i prodotti repellenti per gli insetti.

– I repellenti vanno applicati sulle parti scoperte del corpo: per utilizzarli correttamente è fondamentale rispettare dosi e modalità riportate nelle istruzioni in etichetta.

– È consigliabile vestirsi sempre di colori chiari, indossare vestiti leggeri ma con pantaloni lunghi e maniche lunghe, e non utilizzare profumi.

– È consigliabile ridurre al minimo la presenza delle zanzare all’interno delle abitazioni utilizzando zanzariere e condizionatori. Si possono usare anche apparecchi elettroemanatori di insetticidi liquidi o a piastrine o zampironi, ma sempre con le finestre aperte.

I trattamenti adulticidi, come misura di salute pubblica, sono invece indicati per le manifestazioni con più di 200 persone in orario serale o notturno.

“L’intervento adulticida ha infatti un effetto immediato – diminuendo gli insetti presenti in un determinato ambiente nel momento dell’intervento stesso – ma di breve durata e dunque non è da considerarsi uno strumento di controllo dell’infestazione negli ambiti privati o un mezzo da adottare a calendario, così come forse erroneamente possono pensare tanti cittadini”, chiarisce Casaletti.

Ad oggi è stato accertato dal Servizio di Igiene Pubblica dell’Azienda USL di Modena un caso di West Nile Disease in una persona ricoverata nei giorni scorsi presso il Policlinico di Modena.

Oltre a proseguire con la comunicazione ai cittadini, in particolare tramite i social e la diffusione dei materiali della campagna regionale “Impara a difenderti”, l’Azienda USL di Modena ha provveduto ad inviare ai Sindaci dei Comuni della provincia una lettera con la quale, riprendendo la nota regionale, ha richiamato l’attenzione sulle contromisure da adottare nell’attuale situazione:

  • continuare ad attuare rigorosamente gli interventi di lotta antilarvale nelle aree pubbliche,
  • intensificare le attività di controllo e sostegno alle attività di responsabilità diretta dei privati,
  • effettuare interventi straordinari preventivi con adulticidi qualora siano in programma eventi serali che comportino il ritrovo di molte persone in aree verdi all’aperto.

L’infezione e la sua trasmissione

L’infezione da virus West Nile in un’elevata percentuale di casi (circa 80%) decorre in modo assolutamente asintomatico. Nel restante 20% si può manifestare con sintomi di modesta entità, sovrapponibili a quelli di numerose altre tipologie di malattie virali e per i quali sono sufficienti le normali misure terapeutiche gestibili al domicilio del paziente. Occasionalmente, soprattutto per i soggetti più fragili (anziani e/o affetti da patologie croniche rilevanti), l’infezione è causa di sintomi di notevole gravità (soprattutto a carattere neurologico) che richiedono assistenza presso reparti ad elevata specializzazione e intensità di cura e che possono anche avere esito infausto.

Per quanto riguarda le misure di santità pubblica in occasione di diagnosi di infezione, occorre considerare che la moltiplicazione del virus West Nile nel nostro territorio avviene secondo un ciclo che interessa uccelli (soprattutto corvidi) e zanzare comuni (culex pipiens) che si infettano a vicenda. L’uomo non costituisce un rischio per altri perché la concentrazione del virus nel sangue non raggiunge mai livelli tali da trasmettere l’infezione ad altre zanzare, al contrario di quanto avviene, ad esempio, con i virus Dengue e Chicungunya trasmessi dalla zanzara tigre che può pungere una persona infetta e, infettandosi, divenire a sua volta veicolo per il virus. Per questo motivo è fondamentale l’interruzione della possibile catena di contagio (persona infetta – zanzara – persona sana) e se si verificano casi di queste malattie, si procede a “eliminare” con effetto immediato, tramite trattamenti adulticidi di emergenza, tutti gli insetti presenti presso l’abitazione e il luogo di lavoro del paziente, perché potenzialmente potrebbero essersi infettati pungendolo. Quando vengono segnalati casi di West Nile virus sospetti o confermati nell’uomo, non si procede invece ad interventi analoghi.

Da ricordare infine che gli interventi antilarvali, l’eliminazione dei ristagni di acqua e la prevenzione della loro formazione, producono risultati duraturi nel medio e lungo periodo, su tutti i tipi di zanzare.

“Al di fuori delle situazioni di emergenza sanitaria – conclude Casaletti – la lotta a questi insetti si basa prioritariamente sull’eliminazione dei possibili focolai di sviluppo e su metodi che uccidono le larve o ne impediscono la maturazione. E sulla protezione dalle punture perché, purtroppo, ovunque è possibile essere punti”.