Dalla provincia di Palermo a quella di Cuneo passando anche per la provincia di Reggio Emilia. L’escamotage truffaldino era sempre lo stesso: annunci esca sui siti dove venivano messi in vendita trattori e attrezzi agricoli che poi non venivano spediti all’acquirente che rimaneva truffato. Gli introiti delle truffe indirizzati alla carta prepagata “madre” venivano poi riciclati attraverso la ricarica di altre carte prepagate intestate a ‘compiacenti’. In questo modo decine di persone sono state raggirate dalla banda che ha introitato decine di migliaia di euro, grazie appunto alle vendite fantasma di mezzi ed attrezzi agricoli a favore degli ignari acquirenti.
A scoprirlo i carabinieri della stazione di San Polo d’Enza che al termine di una complessa attività investigativa anche di natura telematica hanno denunciato alla competente Procura della Repubblica 7 persone (aventi un’età compresa tra i 28 e i 58 anni) tra cui un 50enne reggiano, chiamati a rispondere dei reati in concorso di truffa aggravata e riciclaggio commessi nell’intero territorio nazionale tra i mesi di aprile e maggio di quest’anno.
L’indagine dei carabinieri di San Polo d’Enza è stata avviata a fine aprile scorso quando un agricoltore 60enne si è presentato in caserma denunciando di aver subito una truffa. Aveva acquistato online un trattore agricolo pagandolo 4.000 euro ma una volta versato il corrispettivo sull’Iban della carta prepagata fornita dal venditore, non aveva ricevuto alcunché ne era più riuscito a contattare il venditore sparuto nel nulla. Nell’immediatezza i carabinieri avevano avviato accertamenti sull’utenza con cui la vittima aveva trattenuto i rapporti, risalendo a un 50enne torinese noto per i suoi innumerevoli precedenti specifici, a carico del quale acquisivano incontrovertibili elementi per il reato di truffa a carico dell’imprenditore agricolo reggiano. Un primo importante step per le indagini che sono proseguite attraverso l’analisi dei movimenti della carta prepagata dove erano finiti i soldi. Tale attività ha poi portato ad accertare introiti per oltre 30.000 euro, risultati essere proventi di truffe ai danni di decine di persone in tutta Italia. Tali proventi una volta ricevuti venivano poi immediatamente riciclati attraverso l’immediata ricarica di altre carte prepagate “pulite” intestate a persone compiacenti con il titolare della carta madre. In questo modo si otteneva la “pulizia” del danaro che diveniva in pronta disponibilità dei truffatori.
Secondo quanto accertato dai carabinieri di San Polo d’Enza non tutte le vittime pagavano l’intero importo. Il truffatore durante la compravendita come un vero e proprio psicologo tastava la personalità dell’acquirente: coloro che risultavano più restii venivano comunque convinti a pagare la caparra (di norma dai 400 ai 600 euro) senza ricevere poi nulla. Le truffe per ora accertate dai carabinieri sarebbero solo la punta di iceberg di una condotta truffaldina ben più ampia: secondo i carabinieri potrebbero essere un centinaio gli internauti raggirati.