Camere commercio, Lettera aperta Cisl ER a istituzioni, imprenditori e politica



    Nella lettera aperta della CISL Emilia-Romagna sul progetto di riordino delle Camere di Commercio, indirizzata alle Istituzioni, al mondo imprenditoriale e alla politica, il sindacato lancia l’allarme sui rischi insiti nella paventata riforma degli enti camerali e chiede a questi attori un intervento comune “affinchè il Governo riveda i suoi progetti” salvaguardando “il lavoro e le professionalità dei dipendenti e le attività strategiche per lo sviluppo dei territori”.

    A tutti i Rappresentanti delle istituzioni Regione e Enti locali Emilia Romagna
    Alle Associazioni Imprenditoriali Emilia Romagna
    Agli Onorevoli Senatori e Deputati dell’Emilia Romagna

    Lettera aperta

    Per una vera riorganizzazione del ruolo e delle funzioni delle Camere di Commercio
    Unioncamere e delle loro agenzie, quali soggetti che contribuiscono allo sviluppo ed
    alla coesione sociale dei territori.
    La CISL, a tutti i livelli (nazionale regionale e territoriale), insieme alle altre confederazioni CGIL e
    UIL, ha intrapreso con le lavoratrici e i lavoratori delle Camere di commercio, industria, artigianato e
    agricoltura di Unioncamere, delle aziende speciali e collegate, una decisa mobilitazione per indurre il
    governo a modificare i contenuti della paventata riforma degli enti camerali.
    Infatti, più che una riforma o un riordino, siamo in presenza dello smantellamento, pressoché
    completo, delle funzioni di maggior rilevanza e utilità al servizio delle economie locali offerte oggi dal
    sistema camerale.
    Parliamo:
    • Della promozione del territorio e delle economie locali ai fini della competitività;
    • Del sostegno al Consorzio fidi per l’accesso al credito da parte delle piccole e medie
    imprese;
    • Del supporto all’internazionalizzazione delle imprese italiane all’estero, in raccordo con
    i programmi del Ministero dello sviluppo economico e per la tutela del made in Italy;
    • Della promozione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico alle imprese;
    • Della costituzione di commissioni arbitrali e conciliative per la risoluzione di
    controversie tra imprese e consumatori;
    • Della promozione di forme di controllo sulla presenza di clausole inique inserite nei
    contratti;
    • Della cooperazione con le istituzioni scolastiche e universitarie in materia di alternanza
    scuola-lavoro e per l’orientamento al lavoro e alle professioni;
    • Della realizzazione di osservatori dell’economia locale e diffusione di informazione
    economica.
    Sono solo alcune delle funzioni che il governo intenderebbe togliere alle Camere di commercio, ma
    sono attività di cruciale importanza per lo sviluppo del territorio. L’obiettivo è quindi ridurre gli enti
    camerali a meri gestori burocratici del registro delle imprese, del loro fascicolo elettronico e di poco altro.
    Verrebbe così meno uno dei componenti strategici della squadra di attori sociali e istituzionali che
    ha siglato il patto per il lavoro in Emilia Romagna. Un patto che sta cominciando a dare apprezzabili risultati
    in termini di innovazione, sviluppo, occupazione e internazionalizzazione dell’economia regionale, obiettivi
    che sono parte integrante della mission delle Camere di commercio, e quindi di tutti i soggetti interessati al
    loro raggiungimento.
    I lavoratori delle Camere di commercio sono stati i primi, nel corso delle assemblee organizzate
    unitariamente da CGIL CISL UIL, a ribadire DI ESSERE INTERESSATI A PARTECIPARE A RIFORME CAPACI DI
    MIGLIORARE L’EFFICACIA DEL SISTEMA CAMERALE NEL SUO INSIEME.
    C’è ancora tempo per intervenire tutti insieme, ognuno con i propri mezzi, affinché il Governo
    riveda i suoi progetti sulle Camere di commercio, salvaguardando, nel contempo, il lavoro e le
    professionalità dei dipendenti che vi operano e le attività strategiche per lo sviluppo dei nostri territori,
    dentro ad un contesto di ineludibile coesione sociale.
    Riusciremo nell’intento se interveniamo con spirito costruttivo, come abbiamo dimostrato di saper
    fare in questa regione. Crediamo di avere ottime comuni ragioni da sostenere, per il futuro del lavoro,
    delle imprese, dell’economia e della tenuta sociale dei nostri territori.

    (CISL Emilia Romagna)