Maria Pia Biondi, direttore del distretto sanitario e presidente dell’Ospedale di Sassuolo e Bruno Zanaroli, direttore generale dell’Ospedale di Sassuolo hanno presentato al Consiglio Comunale di Fiorano Modenese, nella seduta di ieri sera, giovedì 9 ottobre 2014, la riorganizzazione del nosocomio non più secondo i tradizionali reparti, ma per intensità di cura di cui abbisogna il paziente.
La dott.ssa Biondi ha spiegato come l’ospedale di Sassuolo rappresenti una esperienza consolidata e apprezzata, pienamente inserita nella rete provinciale, come punto di riferimento per tutta l’area sud, con una gestione pubblico-privato che ha concluso la fase sperimentale ottenendo il giudizio positivo della Regione Emilia Romagna. L’impegno a mantenere la qualità riconosciuta la si ottiene grazie all’impegno dei professionisti, al rinnovo delle tecnologie e ora con l’evoluzione dell’organizzazione in ospedale per intensità di cura.
Bruno Zanaroli ha spiegato che si tratta di una trasformazione tecnico-organizzativa, che non vedrà riduzione di attività o soppressione di posti letto, ma vuole raggiungere livelli qualitativi migliori, a parità di risorse.
Sassuolo è il primo ospedale della provincia a ridisegnare il proprio modello organizzativo ‘per intensità di cura’, ma la Regione promuove lo sviluppo di aree omogenee plurispecialistiche.
Si passa dalle attuali unità operative per specializzazione a una struttura organizzata in aree che ospiteranno i pazienti in base al loro bisogno di cura. Le diverse specializzazioni non scompaiono, ma seguono i bisogni assistenziali dei pazienti, soltanto il 5% dei quali necessita di un’alta intensità di cure, il 20% di cure di media intensità e il 75% di cure a bassa intensità. Razionalizzare il sistema significa concentrare più risorse mediche, infermieristiche e tecnologiche là dove è maggiore il bisogno, evitando dispersioni.
E’ a suo modo una rivoluzione che porta più professionisti ad operare in una unica area, favorendo la comunicazione, la collaborazione e la centralità del paziente e dei suoi bisogni; consente una chiara divisione dei compiti fra le responsabilità cliniche dei medici, la gestione assistenziale del personale paramedico e la gestione logistica e organizzativa affidata a esperti; ci sarà una maggiore informazione per il paziente che avrà un medico o una equipe come ‘tutor’ alla quale potrà rivolgersi.
Nel dibattito seguito alla presentazione sono stati affrontati temi, fra gli altri, come i riflessi della nuova organizzazione sul pronto soccorso, la centralità del paziente rispetto alle esigenze economiche, i tempi di attesa e la spersonalizzazione della medicina, la necessità di inserire la riorganizzazione ospedaliera nel più generale contesto della medicina territoriale e dei servizi che essa offre, nonché dell’evoluzione, che, seppure lentamente, sta procedendo, ad esempio con gli ospedali di comunità, gli hospice, le case della salute, ambulatori dove operano più medici.