L’attività dell’ufficio immigrazione ha visto dall’inizio del 2014 una intensificazione delle azioni di contrasto relativo al falso documentale. In particolare sempre più si è sentita l’esigenza di intensificare i controlli, visto l’accrescersi del fenomeno del falso documentale e dichiarazioni mendaci con cui si attestano domicili e rapporti di lavoro inesistenti.
Le persone denunciate all’autorità giudiziaria dall’inizio dell’anno sono 96. I provvedimenti di espulsione notificati sono 182, eseguite alla frontiera 16, 11 sono gli accompagnamenti al CIE
Dall’inizio dell’anno sono stati controllati all’incirca 250 appartamenti. Dall’analisi dei dati, si è potuto constatare che la maggior parte degli indirizzi falsi risultavano ubicati in zona stazione (Turri, Ruscelloni, Vecchi, Sani, ecc). Pertanto si è dato ulteriore impulso alle attività di accertamento estendendola, anche in orari serali, ponendo attenzione soprattutto queste zone. Nel complesso sono stati controllati 136 immobili in orari serali ed in un terzo dei casi le dichiarazioni sono risultate mendaci poiché alcuni appartamenti erano abbandonati o perché venivano rintracciate altre persone ignare.
Intensa è stata anche l’attività di contrasto per il controllo sul posto dell’esistenza di ditte. In particolare l’attenzione dell’Ufficio si è concentrata sui laboratori cinesi e all’emergente fenomeno delle ditte di volantinaggio.
In merito ai laboratori cinesi si evidenzia che spesso sul posto si riscontra che la ditta non è fisicamente esistente. Tra la fine del 3013 e nel 2014 sono state scoperte 31 laboratori di cinesi falsi, o perché completamente inesistenti o perché ormai di fatto inattive. Al loro posto sono stati ritrovati capannoni abbandonati o ditte intestate ad altre persone.
Alcuni esempi:
· In via Zatti 15 era stata dichiarata l’esistenza di una ditta cinese, ma è stata ritrovata una veterana ditta di persone Italiane completamente ignare di persone cinesi;
· In via Ospedaletto n. 30 la ditta è risultata completamente inesistente, lo stabile infatti era disabitato;
· In via Giordano Bruno n. 71 un laboratorio tessile che risultava aver formalmente assunto 23 dipendenti, risultava essere un basso scantinato di un condominio laddove a mala appena ci stavano in cinque.
· In una circostanza, esattamente il 7 aprile 2014, nel corso di un controllo di routine presso la ditta di Cavriago, via Corte Tegge, intestata a ZHENG Cuie venivano scoperti al loro interno quattro persone clandestine impiegate al suo interno. Dopo breve fuga questi venivano bloccati e nei loro confronti scattò il provvedimento di espulsione mentre la ditta fu posta sotto sequestro preventivo (ancora in corso) e la titolare fu denunciata per impiego di mano d’opera clandestina.
In merito alle ditte di volantinaggio si è avuto modo di riscontrare che spesso non esiste alcuna ditta fisica ed al suo posto vi sono semplici appartenenti ad uso abitativo e i datori di lavoro non sono rintracciabili. Ad esempio in via Curiel civico 3 a Rolo, a seguito di accertamenti in collaborazione con la locale Polizia Municipale. Anche in questi casi, successivi approfondimenti presso le banche dati in possesso dell’ufficio immigrazione hanno rilevato che la ditta risulta essere inattiva poiché non risultano versamenti fiscali e contributivi.
In altri casi, sono state scoperte tre ditte di volantinaggio in Reggio Emilia. Datrici di lavoro di nazionalità Lituana hanno costituito tali ditte con sede dichiarata in via Veneri e via Turri nella fine del 2013. Queste hanno assunto in totale circa 30 persone di nazionalità indiana e pakistana. Si trattava di lavoratori assunti poco prima della presentazione della domanda del permesso di soggiorno che avevano in scadenza. Tali coincidenze non potevano non insospettire l’ufficio immigrazione che ha avviato accertamenti presso le banche dati e le sedi fisiche delle ditte constatando che effettivamente non esistevano e le datrici di lavoro si erano rese irreperibili.
L’ufficio immigrazione ha posto in essere anche attività di controllo sul fenomeno dei passaporti falsi. All’interno della “terza sezione” dell’Ufficio Immigrazione è stata costituita una apposita unità che opera dal 2014, dotata di una serie di apparecchiature di ultima generazione, denominate “750 Device Regula” per la verifica materiale sulla genuinità del documento. In particolare dall’inizio del 2014 sono stati sequestrati già 13 passaporti. In una occasione si è scoperto che un passaporto liberiano aveva, su impresso, dati completamente falsi pur essendo, la fattezza materiale del libretto, genuina. La falsità delle scritture sopra impresse si è potuta scoprire grazie alle apparecchiature in dotazione ed alla competenza del personale specializzato.
Il fenomeno della falsità dei passaporti è complesso poiché non solo legato alle esigenze di risparmio economico ma anche da quello di celare la vera nazionalità per fornire falsamente quella relativa a paesi per cui è riconosciuta la protezione internazionale. Nel caso del passaporto liberiano sopra illustrato, la persona aveva goduto con la falsa nazionalità una serie di benefici in termini di protezione internazionale. Adesso che è stato scoperto gli è stato rifiutato il permesso di soggiorno per lavoro autonomo.
Tutto ciò ha comportato una esplosiva attività di contenzioso che ha visto l’emanazione di più di cinquecento provvedimenti di rifiuto di permessi di soggiorno dall’inizio dell’anno.
Non da ultimo l’intensificarsi delle attività di istruttoria della quarta sezione dell’Ufficio Immigrazione per il rilascio del permesso di soggiorno per asilo politico a seguito dell’arrivo straordinario in città di numerosi profughi nell’ambito dell’operazione nazionale denominata “mare nostrum”. Nella nostra Provincia sono giunti in totale 360 profughi di cui 216 sono rimasti mentre 144 hanno abbandonato il territorio.