Regolamento polizia mortuaria: la Giunta bolognese estende ai conviventi alcuni diritti già riconosciuti ai parenti



    cimitero_tombeVia libera della Giunta alle integrazioni al regolamento di polizia mortuaria del Comune di Bologna: si allargano ai conviventi, cioè a persone legate al defunto da soli vincoli affettivi, alcuni diritti e facoltà già riconosciuti al coniuge, a parenti o affini.

    La Giunta dà così seguito all’ordine del giorno numero 20 del Consiglio comunale, votato il 28 gennaio 2013, che invitava a proporre una modifica del Regolamento di polizia mortuaria che prevedesse:
    • la possibilità di ammissione nelle strutture cimiteriali di Bologna
    di persone non residenti, ma legate in vita da un vincolo di
    convivenza a persona sepolta nel cimitero di Bologna, come già
    previsto all’art. 5 per il coniuge o per il parente di 1° grado;
    • l’estensione al convivente delle previsioni ex art. 12 bis e 12
    ter relative ad affidamento e dispersione delle ceneri risultanti
    dalla cremazione;
    • l’estensione al convivente delle previsioni relative alle operazioni
    di disseppellimento;
    • l’inserimento del convivente fra gli aventi diritto alla tumulazione
    in sepolture private prevista dall’art. 19;

    Le modifiche ed integrazioni riguardano la possibilità di ammissione per tumulazione del convivente nel cimitero. E ancora, la possibilità per il convivente di esprimere la volontà del defunto in merito alla cremazione, alla dispersione e all’affidamento ceneri. Nel regolamento oltre alla definizione di congiunti viene aggiunta quella di convivente, cioè la persona inserita nello stato di famiglia del defunto al momento del decesso, in ragione dell’esistenza dei soli vincoli affettivi e, quindi, non legata al defunto da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela.
    Il convivente potrà autorizzare operazioni di diseppellimento, avrà il pieno godimento del diritto d’uso della concessione cimiteriale, potrà subentrare nella titolarità della concessione e rinunciare alla stessa.

    La delibera ora seguirà l’iter in Commissione consiliare e poi in Consiglio comunale per l’approvazione definitiva.