Importante riconoscimento per la Chirurgia Vascolare del Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino Estense diretta dal prof. Gioachino Coppi che è stato invitato come relatore al Convegno organizzato dall’Università di Oxford (UK) presso il Pembroke College, domani giovedì 18 settembre. L’evento, promosso dalla prof.ssa Allison Halliday, ha lo scopo di fare il punto sullo Studio internazionale ACST 2 – coordinato proprio dalla struttura britannica con la partecipazione dei più importanti centri italiani ed europei tra cui Modena e Reggio Emilia – che sta confrontando i risultati di due diverse metodiche di trattamento della stenosi carotidea: la chirurgia tradizionale e la chirurgia endovascolare mediante stent. La stenosi carotidea è dovuta all’arteriosclerosi, e si verifica soprattutto nella popolazione oltre i 55-60 anni ed aumenta con l’avanzare dell’età. Essa è la singola causa più frequente di ictus che è la causa di mortalità e disabilità più alta in assoluto. E’ dovuta alla formazione di placche nella carotide determinandone il restringimento.
“Il nostro centro vanta un’esperienza ultraventennale è tra i pochi al mondo che applicano sia la chirurgia tradizionale, sia quella endovascolare con gli stessi lusinghieri risultati – spiega Gioachino Coppi –. Questo risultato è frutto del grande lavoro di tutta la nostra equipe tra cui vorrei ricordare il dott. Roberto Moratto, il dott. Roberto Silingardi, il dott. Emanuele Nicolosi. A questo va aggiunta la collaborazione con tutti i professionisti coinvolti in questo intervento: anestesisti, radiologi, neurologi e neuroradiologi. Grazie alla loro professionalità siamo riusciti a raggiungere questi risultati.” Coppi relazionerà dell’esperienza che ha permesso a Baggiovara di operare con entrambe le metodiche grazie anche alla capacità di sviluppare pratiche innovative che hanno fatto scuola a livello internazionale.
Una volta diagnosticata, questa patologia, può essere trattata con la chirurgia tradizionale, che accede alla carotide in anestesia del plesso cervicale (endoarterectomia) oppure con la chirurgia endovascolare (Stenting carotideo o CAS), cioè una procedura mininvasiva con accesso dall’arteria femorale, che viene effettuata dilatando la stenosi con un pallone (angioplastica) e posizionando uno stent per il rimodellamento del vaso. In entrambi i campi, il Centro modenese ha sviluppato tecniche innovative. Nel campo della chirurgia aperta spicca l’introduzione della pratica che permette di operare i pazienti intubati ma coscienti per evitare danni al cervello durante l’intervento; per chirurgia endovascolare Modena ha sviluppato cateteri, prodotti in Italia, che consentono di eseguire il trattamento della placca carotidea (CAS) in maniera meno invasiva, con un numero basso di complicanze.
LA CURIOSITA’: UN DISPOSITIVO ALL’AVANGUARDIA CHE RICORDA LA CITTA’ DI MODENA
Tra i cateteri per la chirurgia endovascolare spicca il dispositivo Mo.Ma. (la sigla è una dedica a MOdena e a MAriangela, la moglie del prof. Coppi) di protezione del cervello nel corso degli interventi di angioplastica. “Il problema – continua Coppi – è che durante l’inserimento dello stent possono staccarsi alcuni frammenti della placca che viene rimossa. Se questi entrano nel circolo sanguigno possono causare, ad esempio, embolie. Il nostro catetere, invece, grazie ad alcuni palloncini applicati alla sua estremità, blocca il flusso sanguigno nella zona da trattare impedendo che gli eventuali detriti possano immettersi nel flusso sanguigno”. Grazie a questa capacità di innovare Modena è riuscita a ottenere i grandi risultati che verranno presentati domani a Oxford, davanti ai più importanti specialisti del settore. Basti pensare che proprio il MO.Ma., sviluppato nel 2003, si sta affermando in tutto il mondo quale sistema di protezione più sicuro dopo avere avuto anche l’approvazione della Food and Drugs Administration americana.
L’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare fa parte del Dipartimento interaziendale integrato della cura delle malattie cardiache e vascolari, diretto dal prof. Gioachino Coppi, che riunisce tutte le unità operative di cardiologia, cardiologia riabilitativa e chirurgia vascolare presenti negli ospedali dell’Azienda USL e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena. Ogni anno sono circa 200-250, i pazienti trattati per stenosi carotidea.