Non un euro in meno per i servizi sociali del Comune di Bologna, ma anzi, i centri diurni passeranno da uno a tre, ci sarà un servizio dedicato a consumatori problematici di sostanze ed i posti letto vedranno un aumento di almeno 40 unità. Così l’Amministrazione comunale smentisce le dichiarazioni dei rappresentanti di USB in merito ai contenuti dell’incontro della scorsa settimana tra il Comune, Asp e le organizzazioni sindacali. Al bando in oggetto si aggiungerà un altro bando del valore di 334.000 euro per la gestione di 50 posti letto con il metodo housing first, dove le persone vengono inserite i appartamento.
Asp metterà inoltre in campo azioni di inserimento lavorativo per gli adulti in carico ai servizi. I fondi dunque rimarranno gli stessi, cambiano solo le modalità di ripartizione a seconda del bisogno e della conseguente modalità di selezione dello strumento con cui dare risposta.
L’intero impianto gestionale non prevede assolutamente l’impiego di tirocinanti o di mense-anziani, ma mira a favorire il coinvolgimento delle persone per cui il sistema dei servizi è pensato. Si passa dunque da una logica meramente assistenziale ad una dove le persone sono protagoniste del proprio cammino di uscita dalla condizione di bisogno: questa è la mission dei servizi. Nello specifico agli utenti che possono permetterselo (quelli che percepiscono una pensione o che sono inseriti in percorsi di tirocinio) verrà chiesto un euro al giorno non per vedersi assegnato il posto letto, ma come contributo simbolico che danno in prima persona al proprio percorso di evoluzione, assumendosi una una responsabilità diretta. L’euro servirà a finanziare le attività che i gestori organizzeranno per gli stessi ospiti del servizio. Questo sistema è stato già sperimentato al “Rifugio notturno della solidarieta’” dalla scorsa primavera, e verrà estesa a tutti i posti letto, in modo da allargare la possibilità formativa per tutti gli utenti del servizio. Agli indigenti, principalmente persone che non sono ancora pronte per essere inserite nei tirocini, verranno invece proposti dei percorsi di formazione che serviranno a prepararli per gli step successivi del percorso di superamento del bisogno, come appunto i tirocini e l’inserimento lavorativo.
Per quanto riguarda invece il centro di accoglienza per sole donne Madre Teresa di Calcutta, saranno impiegati due operatori a 38 ore, per 19 utenti, un rapporto operatori/utenti talmente basso che non ha eguali nel panorama dei servizi. Gli operatori metteranno in pista percorsi educativi e di emancipazione per le donne ospiti del centro. Per quanto riguarda l’assistenza notturna, saranno coinvolte le stesse donne del centro che sono state formate per tale mansione e svolgono già attività simili in altre sedi. Questo per responsabilizzare e dare autonomia sempre più alle ospiti e per agevolare il loro tirocinio, potendolo svolgere nella sede dove vivono.
Per quanto riguarda il centro Beltrame le specifiche da fare sono due. La mensa era frequentata da utenti che esprimevano più un bisogno di socializzazione che una necessità alimentare. Erano dunque persone che non avevano necessità di reperire cibo, anche perché per questa funzione molto spesso si usano i buoni pasto, ma necessitavano di un gruppo con il quale socializzare. Per i frequentatori della mensa verranno dunque messi in campo sia percorsi di formazione per imparare a cucinare da soli, sia indicazioni di luoghi di aggregazione vicino casa dove potere soddisfare il bisogno di socializzazione. Per questo nell’incontro con le organizzazioni sindacali è stata citata la collaborazione con i centri anziani. Il Beltrame rimarrà inoltre centro diurno per il periodo invernale. Mentre il servizio di smistamento per l’assistenza di bassa soglia viene trasferito all’help center del piazzale Est della stazione ferroviaria.