IF Festival: domani al Teatro Storchi lo spettacolo gratuito “Il mondo gira”

Una riflessione sul significato del lavoro ieri, oggi e domani



E’ cambiato l’antico adagio “si lavora per mangiare”: oggi si “mangiano lavori” nel mercato della flessibilità, e ciò produce angoscia quando diventa “il lavoro che ti mangia”. Sono tre salti d’epoca che diventano letteratura nel libro Works (Einaudi), l’ultima opera di Vitaliano Trevisan: un viaggio personale nei capannoni, nelle ditte, sui tetti, nei negozi, nei comuni, nei ristoranti, negli alberghi.

Works è il libro della sua vita prima di approdate alla scrittura: scrittore, attore, drammaturgo, regista e sceneggiatore, Trevisan è scomparso prematuramente qualche anno fa e domani alle 21 al Teatro Storchi di Modena il giovane regista e attore Jacopo Squizzato propone un reading gratuito tratto da questo testo. L’evento è organizzato in collaborazione con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale nell’ambito di IF Festival Industria Architettura.

Al centro del reading il ventisettesimo capitolo del romanzo, intitolato come lo spettacolo “Il mondo gira”, in cui si riflette sul lavoro che scandisce l’incedere di un’intera vita. Lo spettacolo evidenzia come il tema nascosto sotto il terreno del mondo del lavoro sia quello dell’amore. Come amano i lavoratori? Quali sono le loro aspirazioni? Aspirazioni che presto si trasformano in inspirazione ed aspirazione nel senso più corporale del termine. A quale domani anelano, ammesso che ne vedano uno?

«Perché trovo sempre un lavoro?, mi dicevo, Perché non mi lasciano andare alla deriva in pace? Diventare un barbone. Una delle possibilità che contemplavo. Che contemplo tuttora. Poi non ho coraggio. Mi viene in mente mio padre, il poliziotto Arturo, e la sua divisa, sempre impeccabile; e mio nonno, la dignità con cui indossava il suo vestito da festa. Assurdità che sempre mi ritornano. L’origine è un vestito che uno non smette mai».

Con una scrittura originale che ne ha fatto uno degli autori italiani piú importanti della sua generazione, Vitaliano Trevisan racconta il lavoro nel luogo in cui è una religione, il Nordest, dagli anni Settanta fino agli anni Zero. E attraverso questa lente scandaglia non solo le mutazioni del nostro Paese, ma la sua stessa vita: il fallimento dell’amore, i meccanismi di potere nascosti in qualunque relazione, la storia della propria e di ogni famiglia, che è sempre «una storia di soldi».