Giorni dei defunti, presidi dei volontari nei cimiteri modenesi



La Polizia locale in servizio di controllo a San Cataldo

In occasione delle giornate dedicate alla Commemorazione dei defunti tanti i visitatori che frequentano i cimiteri della città e del forese, che nell’occasione ampliano l’orario di apertura e vedono anche la presenza di volontari delle associazioni che collaborano con la Polizia locale per la sicurezza.

Fino all’ 8 novembre, il cimitero di S. Cataldo è aperto continuativamente alle visite dalle 8 del mattino fino alle 17;e i cimiteri del forese osservano l’orario di apertura estivo e sono quindi accessibili dalle ore 8 alle ore 20. Solo dal 9 novembre entreranno in vigore gli orari invernali validi fino 31 marzo, che prevedono l’apertura del cimitero di S. Cataldo dalle 8 alle 16 e dei cimiteri del forese dalle 8 alle 18. Anche nei cimiteri del forese è attiva la raccolta differenziata dei rifiuti che i visitatori sono invitati a conferire nelle apposite batterie di cassonetti poste all’ingresso del cimitero.
In tutto il periodo della commemorazione dei defunti la Polizia locale di Modena aumenta i servizi di controllo nei cimiteri. In particolare, fino a venerdì 8 novembre a San Cataldo sono previsti servizi dal mattino alla sera per presidi interni ed esterni. Nello stesso periodo si svolgono controlli itineranti anche nei cimiteri di Albareto, Baggiovara, Cittanova-Marzaglia, Freto, Ganaceto, Lesignana, San Martino Mugnano-Portile, San Donnino-Collegarola, Saliceto Panaro e Villanova con le pattuglie degli operatori di Quartiere. Gli operatori della Polizia locale controlleranno anche i veicoli in sosta per evitare situazioni che possono causare intralci nei giorni di maggiore affluenza; l’invito è a sostare correttamente evitando di lasciare in auto oggetti di valore incustoditi.
Per rendere più sicure le visite, come gli scorsi anni, in diversi giorni e fasce orarie prestano servizio di presidio nei cimiteri anche i volontari di alcune delle associazioni che collaborano con la Polizia locale per la sicurezza.
In particolare, sono presenti incaricati di Aeop (Associazione Europea Operatori di Polizia), Ana (Associazione Nazionale Alpini), Anc (Associazione Nazionale Carabinieri), Fare Ambiente, Narxis, Gev e Gel.
I volontari, che agiscono col coordinamento del Comando di via Galilei e sono riconoscibili dalla divisa dell’associazione a cui appartengono, intendono rappresentare un punto di riferimento per i visitatori, sensibilizzando anche a adottare comportamenti utili a prevenire alcune tipologie di reati. A tale scopo distribuiscono materiali informativi, in accordo con l’Ufficio Legalità e sicurezze del Comune, incentrati sui consigli per comportamenti utili a una visita in sicurezza e, più in generale, sulla prevenzione dei reati.

 

LA CREMAZIONE SCELTA IN SEI CASI SU DIECI

Nel 2024, fino alla metà di ottobre, il dato è del 63%, allineato con la crescita graduale degli ultimi anni. Nella metà dei casi le ceneri vengono tumulate

Anche nel 2024 sono più di sei su dieci i modenesi che scelgono la cremazione rispetto alle sepolture o ai loculi: alla metà di ottobre di quest’anno, infatti, il dato statistico è del 63 per cento, confermando i numeri che si registrano dal 2020.

L’analisi dei dati riferiti alle scelte dei cittadini modenesi, effettuata dal Servizio statistica comunale in occasione delle giornate dedicate alla Commemorazione dei defunti, evidenzia una crescita graduale dal 46,4 per cento del 2017 al 51 per cento tra il 2018 e il 2019, per poi raggiungere il 51 per cento tra 2018 e 2019. Nel 2020, con l’inizio della pandemia le cremazioni sono salite al 59,6 per cento e hanno raggiunto il 63 percento nel 2023.

La percentuale più elevata di cremazioni, l’80 per cento di tutti i defunti residenti, è stata registrata nell’aprile del 2020, durante la pandemia.

I Servizi demografici del Comune, nell’anno 2023 hanno registrato in città 2.104 deceduti fra i residenti. Il 37 per cento sono stati sepolti in terra, loculi o cappelle. Di questi, il 36 per cento è stato sepolto a San Cataldo, un altro 29 per cento nei cimiteri frazionali di Modena, e il restante 35 per cento in altri comuni italiani.

Nel 51 per cento dei casi, le ceneri dei defunti cremati nel corso del 2023 sono state tumulate nei cimiteri, per il 13 per cento sono state affidate a familiari residenti nel comune, mentre nel restante 36 per cento dei casi sono state disperse in aree concordate.

 

SAN CATALDO NELL’ATLANTE DEI CIMITERI ITALIANI

Pubblicato on line, riunisce i siti più significativi. Il cimitero modenese in settembre aveva ottenuto dalla Regione il riconoscimento di sito monumentale

C’è anche il cimitero di San Cataldo nell’edizione 2024 dell’Atlante dei cimiteri significativi italiani pubblicato on line sul sito di Sefit (Servizi Funerari Italiani), il settore funerario di Utilitalia che riunisce circa sessanta soci, tra imprese pubbliche, private e miste, gestioni in economia comunale che operano nei servizi funerari.

Il cimitero storico modenese in settembre aveva già ottenuto dalla Regione Emilia Romagna il riconoscimento di sito monumentale partecipando al bando per la valorizzazione dei cimiteri storici e monumentali della regione.

L’Atlante dei cimiteri storici e monumentali italiani è stato pubblicato per la prima volta nel 2016 nell’ambito di un protocollo con il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per la promozione turistica e la valorizzazione culturale dei cimiteri monumentali e dei luoghi della memoria. L’edizione 2024, pubblicata in prossimità della ricorrenza per i defunti, presenta i cimiteri di 32 città italiane, tra le quali Modena, oltre a indicazioni su sacrari, cripte e cimiteri acattolici.

Per ciascuno, viene fornita una breve descrizione, informazioni su come arrivare, sugli orari, sulle curiosità, le indicazioni dei monumenti particolarmente rilevanti e delle tombe di personaggi noti. L’Atlante, in formato .pdf, si può scaricare dal sito di Sefit (www.sefit.org).

La descrizione del cimitero di San Cataldo ne ripercorre la storia, dalla fondazione nel 1773 al primo intervento di sistemazione e potenziamento avvenuto nella seconda metà dell’Ottocento a cura dei progettisti Cesare Costa e Paolo Gaddi, alla costruzione, partita nel 1971 e non ancora ultimata, della parte nuova su progetto del grande architetto Aldo Rossi con Gianni Braghieri che si distingue per le linee essenziali e pulite, frutto della sua interpretazione del significato della morte e del ricordo. Tra le due sezioni si trova un edificio del 1903 che ospita il cimitero della comunità ebraica di Modena e che, dal punto di vista architettonico, funge da elemento di unione tra la parte antica e quella moderna.

L’Atlante evidenzia, inoltre, le tombe dei personaggi più noti sepolti nella parte più antica di San Cataldo, da Enzo Ferrari a Mirella Freni, dal patriota risorgimentale Nicola Fabrizi alla grande attrice Virginia Reiter fino al ginnasta olimpionico Alberto Braglia, a Telesforo Fini e allo stesso architetto Cesare Costa.

Questi personaggi saranno anche tra le voci che raccontano il cimitero nell’audioguida “La città dei vivi e la città dei morti: un itinerario di visita in cuffia nel cimitero di Modena” (dal nome del progetto degli architetti Rossi e Braghieri) che sarà pronta entro la fine dell’anno.

Il progetto è stato cofinanziato attraverso lo stesso bando regionale che ha assegnato a San Cataldo il riconoscimento di sito monumentale con un contributo di 7.600 euro a cui si aggiungono 1.900 euro di risorse comunali e prevede la realizzazione di un’audioguida attivabile su smartphone tramite QR-code. Accompagnati da una mappa digitale interattiva, i visitatori potranno individuare le stazioni dell’itinerario dove attivare i singoli file audio, leggere una scheda descrittiva e visualizzare documentazione d’archivio. A guidarli per oltre un’ora, attraverso monologhi registrati da attori, saranno, appunto, le voci illustri e quelle comuni degli “abitanti” del cimitero, ovvero donne e uomini lì sepolti, testimoni della grande e quotidiana storia della città.