A Scandiano una Lectio magistralis sull’intelligenza artificiale

Duecento studenti del Gobetti a lezione al Teatro Boiardo dove il professore Stefano Moriggi di Unimore ragiona su “Spettri, algoritmi e altre catastrofi“



Social media e intelligenza artificiale. Come cambierà la vita dei nuovi cittadini? Cinquecento studenti delle terze e delle quinte dell’Istituto statale Gobetti hanno iniziato in questi giorni un progetto promosso dal Comune di Scandiano, in collaborazione con i Comuni dell’Unione Tresinaro-Secchia, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna. Il progetto, che si snoda in incontri informativi, laboratori e realizzazione di prodotti multimediali da parte degli studenti, proseguirà fino a dicembre, e avrà come cornice ideale due Lectio magistralis di altrettanti professori universitari esperti di queste nuove tematiche. L’obiettivo è sensibilizzare gli studenti a un uso consapevole dei social media e informarli sulle potenzialità e le insidie dell’intelligenza artificiale.

Il primo appuntamento, che si è svolto stamattina al Teatro Boiardo, ha offerto agli studenti una riflessione del professore dell’Università di Modena e Reggio (Unimore) Stefano Moriggi, presidente e docente del corso di laurea in Digital Education, dal titolo “Spettri, algoritmi e altre catastrofi”.

Il professore Moriggi ha introdotto la lezione ai circa duecento studenti delle quinte del Gobetti, suggerendo una riflessione lessicale: «Le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale potrebbero produrre “catastrofi”, ma nel senso greco del termine: cambiamenti. E anche voi, in classe, potreste creare le vostre piccole “catastrofi”. Attorno all’intelligenza artificiale aleggiano poi diversi tipi di “fantasmi” – ha puntualizzato il filosofo della Scienza – Dobbiamo evitare di ingaggiare un approccio oppositivo-competitivo con la tecnologia. C’è una preoccupazione diffusa davanti a certe tecnologie spesso gestita dal semplice “buon senso”. Ma serve un ragionamento filosofico, il “buon senso” è lo strumento peggiore per venire a capo di un rapporto così complesso come quello con l’intelligenza artificiale. Uso e abuso, sono categorie che non bastano. Nel “Fedro” Platone si preoccupa per la diffusione di una nuova tecnologia, che è la scrittura alfabetica. Il filosofo la chiama “pharmakon”, nel senso di una medicina che avvelena e un veleno che cura. Entrambe le cose assieme. Ma la tecnologia non è qualcosa che si può evitare o interrompere».

Concluderà invece il percorso il professore dell’Alma Mater di Bologna Pier Cesare Rivoltella, che il 13 dicembre nella Sala Casini del Made terrà una Lectio magistralis sulle sfide educative dell’intelligenza artificiale, aperta al pubblico.