Ad Albinea un convegno per parlare della scuola reggiana e di Giovanni Crocioni



Si intitola “Storia della scuola reggiana. I protagonisti dell’istruzione nel territorio reggiano e l’opera di Giovanni Crocioni” il convegno che si svolgerà sabato 12 ottobre, a partire dalle ore 16.30, nella sala civica di via Morandi 9 ad Albinea.

L’iniziativa, organizzata dalla Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie modenesi, dal Comune e dalla biblioteca Pablo Neruda di Albinea, si concentrerà su due volumi: “La scuola dei nuovi doveri. La prospettiva pedagogica di Giovanni Crocioni” e “Alle sorgenti della nostra storia. Profili di insegnanti reggiani”.

Il programma prevede il saluto della sindaca di Albinea, Roberta Ibattici, del presidente della Deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi – Sezione di Reggio Emilia, Giuseppe Adriano Rossi, e di Fausto Fiorani, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Albinea.

A seguire ci saranno gli interventi di Andrea Marconi e Rossi. Presiederà e coordinerà gli interventi Federica Franceschini, direttrice della biblioteca comunale di Albinea.

Saranno disponibili i volumi a prezzo di favore.

 

ALLE SORGENTI DELLA NOSTRA STORIA. PROFILI DI INSEGNANTI REGGIANI

Il volume contiene i profili di 175 docenti e dirigenti scolastici reggiani del XX secolo e dei primi due decenni e del XXI portando a compimento un’impresa unica in Italia: ripercorrere 120 anni di storia dell’istruzione reggiana attraverso le storie di chi ha fatto veramente la scuola sul campo: maestri, professori, direttori, presidi, ispettori e provveditori.

Quindi non si tratta di un saggio critico, ma una galleria di profili di insegnanti e dirigenti che non solo hanno svolto la loro opera preziosa nelle aule scolastiche, ma che sono stati anche impegnati attivamente nell’associazionismo professionale, nel sindacato, in campo politico assumendo incarichi di responsabilità. Con la consulenza di Sandro Spreafico, i curatori: Luciano Bonacini, Luciano Rondanini, Giuseppe Adriano Rossi e Cristian Ruozzi hanno promosso e coordinato la realizzazione del volume edito dalla NuovAppennino, grazie al contributo di circa 150 autori: ex-allievi, familiari, amici.

Il libro di 710 pagine vuole costituire un atto di riconoscenza a chi ha svolto con competenza, accoglienza delle disabilità, attenzione al disagio, capacità di dialogo, etica, generosità il ruolo di educatore formando generazioni di cittadini.

Dall’opera emerge il quadro di oltre un secolo della scuola reggiana e soprattutto della sua singolare ricchezza formativa ed educativa. Il libro si apre con una prefazione dei curatori, con una postfazione di Sandro Spreafico e un testo di Paolo Bernardi.

L’incontro di presentazione, introdotto e coordinato da Luigi Grasselli (Unimore), ha visto gli interventi di Anna Maria Contini (Unimore), monsignor Giovanni Rossi (vicario generale della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla), Luciano Rondanini (curatore e ispettore tecnico), Raffaella Curioni (assessore comunale), Paolo Bernardi (dirigente Ufficio scolastico provinciale) e Roberta Cardarello (Unimore).

LA SCUOLA DEI NUOVI DOVERI. LA PROSPETTIVA PEDAGOGICA DI GIOVANNI CROCIONI

Giovanni Crocioni fu provveditore agli Studi a Reggio. Era un intellettuale ed educatore che, in anni cruciali per lo sviluppo della nostra terra, ha dato lustro alla scuola reggiana. Per farlo conoscere e riscoprire, la Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi – Sezione di Reggio Emilia ha promosso, in occasione del 150° anniversario della sua nascita, la pubblicazione di questo volume dedicato all’illustre “reggiano d’adozione”.

La ricerca storica è stata realizzata da Andrea Marconi, docente all’Istituto Tecnico “Scaruffi-Levi-Tricolore”, e mette in evidenza le tre dimensioni fondamentali in cui Crocioni operò: il campo degli studi storici e letterari; la vita pubblica in cui si impegnò per la valorizzazione della professione docente e la sua attività come esemplare uomo di scuola.

Il volume è stato pubblicato grazie al contributo del Comune di Albinea nella collana “Fonti e studi” della Deputazione reggiana diretta dal presidente Giuseppe Adriano Rossi.

La straordinaria figura Giovanni Crocioni si lega a doppio filo sia con il territorio reggiano sia con quello albinetano. Crocioni era di origine marchigiana, ma all’inizio del XX secolo si trasferì a Reggio come giovane professore di Lettere italiane. Nel contesto reggiano si fece subito apprezzare per le sue doti umane e la sua preparazione disciplinare, insegnando a lungo presso lo “Spallanzani”, allora unico liceo cittadino.

Il suo radicamento in terra reggiana si deve però soprattutto al matrimonio con la giovane Maria Ruscelloni, esponente di un’illustre casata reggiana di tradizioni risorgimentali. Dalla felice unione matrimoniale, cementata anche da comuni ideali patriottici, nacquero nel giro di pochi anni quattro figli. Crocioni visse a lungo nel centro cittadino, insieme alla sua numerosa famiglia, nella casa in via Fontanelli dove è stata apposta una targa commemorativa in occasione del centenario della nascita.

Intellettuale poliedrico, di vasta cultura e di grande talento, il professor Crocioni, segnò profondamente anche la vita della Sezione di Reggio della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, di cui fu socio per ben quarantotto anni. Nella Sezione reggiana percorse tutto il cursus honorum; dapprima fu eletto socio corrispondente (1906), poi effettivo (1910), infine emerito (1925).

Dai suoi scritti emerge con forza un’interessante prospettiva per il rinnovamento della scuola (e di conseguenza della società); una prospettiva che consentirebbe di conciliare, in estrema sintesi, la valorizzazione delle peculiarità territoriali con l’esigenza di consolidare i fragili legami alla base di quella solidarietà nazionale che, come abbiamo nuovamente constatato in occasione della pandemia provocata dal Covid-19, risulta ancora indispensabile per resistere nelle ore più buie.

Dopo aver ricoperto numerosi incarichi di prestigio nel mondo della scuola e della cultura, trascorse in modo appartato gli ultimi anni della sua vita nella splendida “Villa Crocioni”, che si trova immersa nei colli albinetani.

Nel suo “buen retiro” di gusto medievaleggiante, Crocioni si dedicò fino alla stesura di libri per formazione professionale dei docenti e per approfondire questioni storico-letterarie legate al folklore. Nel corso della sua lunga attività di studioso, queste due componenti di ricerca tenderanno spesso a compenetrarsi, nel tentativo di dimostrare l’imprescindibile legame esistente tra letteratura colta e letteratura popolare.

Del resto, l’attenzione per le tradizioni locali lo avvicinano ancor di più ad Albinea, in cui ha sede il Centro Studi sul Dialetto Reggiano, anch’esso improntato alla salvaguardia, sul piano storico, glottologico e sociologico, dei valori della lingua parlata e scritta per secoli nei nostri territori.

L’importanza della ricerca del professor Marconi sta nell’analizzare la figura di Crocioni a tutto tondo, entrando di volta in volta nelle dimensioni che esplorò e mettendone in evidenza le innovazioni che apportò. Ne emerge un ritratto completo e approfondito che ci permette di apprezzare una mente al lavoro per rinnovare gli ambiti della società in cui si immerse. Crocioni in questo rappresenta un esempio per chiunque voglia contribuire a far progredire la società, utilizzando competenza e conoscenza.

Il volume è introdotto dalla presentazione di Giuseppe Adriano Rossi e dalla prefazione di Nico Giberti, ex sindaco di Albinea.