Lesioni spinali croniche e (poca) attività fisica: studio congiunto sulle nuove strategie per migliorare la qualità della vita

Obiettivo: superare le tradizionali “barriere” d’accesso all'esercizio fisico per chi è portatore della patologia L'innovativo progetto è già stato pubblicato sulla rivista BMJ Open Sport & Exercise Medicine



Un nuovo innovativo studio per valutare la fattibilità di un programma di esercizio fisico supervisionato a domicilio per persone con lesioni croniche del midollo spinale (SCI), è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica BMJ Open Sport & Exercise Medicine. Il progetto, che inizierà a settembre, è il frutto di una significativa collaborazione tra l’Istituto di Montecatone, l’IRCCS delle Scienze Neurologiche di Bologna e l’Università di Bologna (dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita).

L’iniziativa, che coinvolgerà pazienti cronici non più sottoposti a trattamenti riabilitativi, mira a esplorare nuove strategie per migliorare la qualità della vita e la funzionalità di chi vive con una SCI. I partecipanti (3 gruppi da 5 persone ciascuno) saranno coinvolti in un programma online di esercizio fisico domiciliare della durata di 3 mesi, strutturato in sessioni di un’ora, svolte due volte la settimana, con supervisione da remoto (di qui il nome SCI-HOME).

“Molte persone con lesione cronica al midollo spinale – spiega Laura Simoncini, Direttore dell’Unità Spinale di Montecatone – vivono in comunità rurali o in altre aree geograficamente isolate, dove l’accesso a strutture per il fitness o zone ricreative all’aperto comporta lunghi e spesso onerosi spostamenti. Di conseguenza, l’esercizio fisico rimane un intervento sottoutilizzato per migliorare la salute e la funzionalità nonostante i suoi effetti comprovati nel ridurre il dolore, la fatica, il rischio di cadute e altre condizioni di salute secondarie. Ci concentreremo principalmente – prosegue Simoncini – sull’aderenza al programma di esercizio, mentre i risultati secondari includeranno valutazioni sulla qualità della vita, la capacità funzionale, la salute muscoloscheletrica e parametri clinici specifici”.

Obiettivo primario di SCI-HOME, superare le tradizionali barriere all’accesso all’esercizio fisico per le persone con SCI, in particolare per coloro che vivono in aree geograficamente isolate o che hanno difficoltà a raggiungere strutture specializzate. “Lo studio, inserito nel PDTA regionale della mielolesione – conclude Simoncini – potrebbe avere implicazioni rilevanti per definire il miglior contesto e le strategie più efficaci per garantire l’aderenza all’attività fisica, migliorando così il benessere e l’autonomia dei pazienti con SCI”. Chi desidera arruolarsi può farlo consultando, in calce a questa news sul sito MRI, l’allegato con tutti i requisiti.

Al progetto, assieme a Simoncini, hanno collaborato per Montecatone, Ilaria BaronciniFrancesca Serafino e Lucia Ricci; per UniBo (Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita), Laura Bragonzoni ed Erika Pinelli e Paola Rucci per il Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie; per l’IRCCS delle Scienze Neurologiche di Bologna, Giada Lullini.