Disagi all’Aeroporto di Bologna, dichiarazione del Sindaco Matteo Lepore



immagine d’archivio

Come sindaco di Bologna ho il dovere di rappresentare un unico interesse che è quello dei cittadini bolognesi, i quali sono trasversalmente preoccupati per le condizioni in cui versa il nostro scalo aeroportuale. Con questo spirito, avendo ricevuto numerosi messaggi e segnalazioni di disservizi in aeroporto, ed avendo constatato anche personalmente queste condizioni, ho ritenuto doveroso scrivere formalmente alla direzione di aeroporto segnalando le mancanze sull’organizzazione. Questa situazione perdura infatti almeno da tre anni, un periodo nel quale abbiamo più volte richiesto soluzioni.

Credo sia necessario trovare soluzioni in tempi rapidi. Centinaia di persone ogni giorno aspettano i voli sedute per terra a ogni ora del giorno e della notte, per fare solo un esempio. I cantieri nello scalo sono doverosi, ma non basta solo dire che ci saranno disagi, occorre organizzarsi per la fase transitoria. In un Aeroporto le persone devono potere essere accolte in modo dignitoso anche durante i lavori. Ne va della reputazione dell’intera città.
Per quanto poi attiene al dibattito sul sistema aeroportuale nel suo complesso credo serva una riflessione seria sul sistema aeroportuale regionale. Occorre redistribuire voli anche su altri aeroporti, è molto importante che il prossimo governo della regione su questo lavori insieme ai sindaci, occorre la collaborazione di tutti.
Come Sindaco di Bologna sono ritenuto responsabile da tutti i cittadini sempre e comunque quando qualcosa non va. Anche nel caso dell’Aeroporto Marconi nel quale tra Comune e Città Metropolitana deteniamo non più del 6% assieme. Dunque, non posso più accettare che la mia collaborazione con chi dirige l’aeroporto venga considerata come tolleranza per tutti questi disagi, quando chi dovrebbe non agisce in modo risoluto.
Bologna è una città internazionale e dinamica. Il suo aeroporto la porta di accesso di una parte importante del paese, nonché della sua economia.