Reggio Emilia, il Consiglio comunale ha approvato le Linee programmatiche di Mandato 2024 – 2029



Il Consiglio comunale ha approvato le Linee programmatiche del mandato 2024-2029, presentate dal sindaco Marco Massari, con 21 voti favorevoli (Pd, M5S, Lista Massari, Verdi e Possibile) e 10 contrari (Fratelli d’Italia, Lega, Coalizione civica, Lista Tarquini, Forza Italia).

Di seguito, l’intervento del sindaco:

“Care e cari consiglieri,

lo scorso 8 e 9 giugno Reggio Emilia ci ha accordato la sua fiducia credendo nel nostro programma, nella nostra visione di una città che sperimenta idee e progetti per il futuro diventando un laboratorio innovativo per lo sviluppo sostenibile.

Ringrazio tutti i partiti della coalizione di centrosinistra che mi hanno sostenuto, anche quelli non rappresentati in consiglio comunale, con i quali continuerà il confronto e la collaborazione.

Le linee di mandato che presentiamo oggi rappresentano la cornice valoriale e progettuale dentro le quali si muoverà il nostro mandato amministrativo.

Derivano dal programma elettorale di coalizione che ha visto nella sua costruzione la partecipazione di centinaia di cittadini reggiani, e hanno al centro la visione della Reggio del futuro all’insegna della sostenibilità: una città più curata, più sana e più sicura.

Reggio ha bisogno di essere più curata, ma è anche la comunità reggiana a poter diventare cura contro la solitudine, l’insicurezza, l’abbandono, il degrado.

La nostra città ha scelto di proseguire il percorso di trasformazione in atto verso la sostenibilità ambientale, economica, istituzionale e sociale basandosi su due principi cardine: la cura della comunità e la comunità come cura.

Reggio deve avere una dimensione europea lavorando sulla propria identità, aperta, inclusiva, flessibile, fondata sulla qualità della vita che qui rappresenta storicamente un valore.

Agiremo nella doppia dimensione di attenzione alla città storica, ai quartieri, alle frazioni e di apertura all’area vasta, che comprende oltre che tutta la nostra provincia, ModenaParma e Piacenza, con Reggio come baricentro, per instaurare proficui rapporti con Milano e Bologna, oltre che con l’Europa.

Costruiremo il piano strategico Re-Acts, Reggio per l’aria, il clima, la terra e la salute, per lavorare sulle opportunità, sociali, economiche, ambientali: ridurre le emissioni di CO2 e PM10 in 5 anni per migliorare la salute e il benessere dei cittadini e creare una opportunità di crescita sociale ed economica della città.

In Italia si registrano 80.000 morti precoci da inquinamento; nell’estate del 2022 in Europa sono stati registrati tra i 60.000 ed i 70.000 decessi per l’ondata di calore.

Un piano per il quale sarà necessario il coinvolgimento, la partecipazione attiva e il contributo dell’intera città in tutte le sua articolazioni (dall’impresa alla cooperazione, dai sindacati alle organizzazioni di categoria, dal mondo dell’educazione e del sapere alle istituzioni culturali, dal volontariato ai singoli cittadini, solo per citare le principali)).

Abbiamo individuato 10 condizioni per il governo della città, che terremo in considerazione in ogni decisione che saremo chiamati ad assumere.

  • LE TRANSIZIONI. Energetica, climatica, migratoria e digitale

  • LA PARTECIPAZIONE. Il governo della città sarà condiviso, sarà collettivo

  • LA RESPONSABILITÀ SOCIALE. Informare e formare cittadini competenti, protagonisti attivi e responsabili verso sé, verso gli altri e verso i beni comuni

  • L’ANALISI DELLA REALTÀ. I numeri fotografano il contesto e vanno ascoltati

  • I LEGAMI DI COMUNITÀ. Insieme siamo più forti

  • LA CURA. Attenzione alla città e alle sue persone

  • LA PROSSIMITÀ. Dobbiamo stare più vicini ai cittadini, con i servizi e con le persone

  • LA SEMPLIFICAZIONE. Per le imprese e per i cittadini

  • I QUARTIERI E LE FRAZIONI. Microcosmi da valorizzare

  • L’AREA VASTA. Il coraggio di essere aperti e guardare oltre il nostro territorio

Abbiamo indicato molteplici proposte, ne illustro alcune, rimandando il resto al testo in vostro possesso e alla successiva presentazione del Documento unico di programmazione.

1) Un piano straordinario per la manutenzione della città: dalle strade ai parchi, dai marciapiedi alla illuminazione. Abbiamo indicato un assessorato alla cura del territorio

Vogliamo una città più curata, più sana e più sicura.

Vogliamo istituire squadre operative per le manutenzioni e la cura della città.

2) Viabilità e infrastrutture, fondamentali per lo sviluppo di Reggio e per la sua sostenibilità. Tra queste la Tangenziale nord, gli interventi sull’asse via Hiroshima – via Inghilterra, il completamento delle tangenziali di Rivalta e di Fogliano.

3) Una mobilità sostenibile e di massa, con la richiesta di finanziamento per un collegamento con tramvia da Rivalta a Mancasale, un ulteriore sviluppo delle piste ciclabili, car sharing e car pooling; l’istituzione del mobility manager di area che avrà tra i suoi obiettivi un piano urbano degli orari.

4) Un programma di vera e propria forestazione urbana e progettazione adattiva, per contrastare il cambiamento climatico e le ondate di calore.

5) ⁠Un nuovo approccio alla città storica basato sul concetto di economia urbana, per una città storica animata, forte e riqualificata, ricca di attività e con più servizi e residenti; occorre a questo proposito ripensare all’accessibilità e al decoro, partendo dai parcheggi nell’immediata prossimità della cintura, dall’ex gasometro all’ex Caserma Zucchi per arrivare a una riqualificazione dell’area del Parco del Popolo.

Invito il consiglio comunale a fare una riflessione sulla istituzione di una commissione consiliare speciale dedicata alla città storica.

6) ⁠Una città sostenibile, attrattiva di buone imprese e di persone altamente qualificate, inserita da protagonista in un’area vasta che va da Piacenza a Modena.

Una città sostenibile che si preoccupa dei nuovi equilibri socio-economici e politici: il lavoro e una crescita economica umanizzata; nuovi processi industriali incentrati sull’innovazione e su infrastrutture intelligenti; la mobilità leggera; il consumo e la produzione responsabile; il clima; la vita sulla terra; la pace, la giustizia e le istituzioni; il coinvolgimento attivo di tutti gli attori.

Occorre governare una transizione economica che sappia accompagnare in modo sostenibile e inclusivo il rinnovamento del nostro sistema produttivo, caratterizzato da una forte componente manifatturiera, verso le trasformazioni indotte dalla transizione digitale e dalle politiche green, anche grazie alla capacità di trazione della nostra Università, di Reggio Children e del Parco dell’Innovazione.

Non dimentichiamo che negli ultimi anni, a margine dei processi di terziarizzazione e complice la pandemia, si è verificato un incremento di persone in difficoltà economica ma non solo. Si tratta delle nuove povertà, le cui problematiche peculiari sono da ascriversi ad una molteplicità di fattori anche relazionali, di genere, educativi, competenziali e di salute.

Reggio Emilia deve diventare un esempio di buone pratiche nel campo dei diritti dei lavoratori, della sicurezza sul lavoro, della formazione professionale continua e della promozione dell’occupazione di giovani e donne.

Una città sostenibile è una città rigenerata a basso consumo di suolo, che riqualifica spazi urbani esistenti abbandonati rivitalizzando parti della città insieme ai cittadini, alle istituzioni e agli attori coinvolti.

E’ una città che preserva e sviluppa il proprio capitale naturale.

L’investimento sulla valorizzazione del verde urbano e della biodiversità terrà conto della relazione non sempre semplice tra inurbamento e territorio agricolo e rappresenta una sfida significativa per la città.

7) Centrale sarà la cura delle persone.

Le persone, il benessere delle comunità e la qualità della vita degli individui sono al centro del programma. Nessuno deve restare solo, la cura delle persone è una nostra priorità.

La nostra ambizione è quella di costruire un modello innovativo di welfare che parta dall’ascolto, che metta in atto tutto il possibile per prevenire situazioni di disagio e ove necessario arrivi a rispondere ai bisogni, in modo integrato, adeguato e accessibile. Anziani, persone fragili, stranieri e bambini devono trovare ciascuno le condizioni per poter risolvere le criticità individuali.

Tra gli obiettivi:

  • Difesa della sanità pubblica

  • Una sanità pubblica ed un welfare di prossimità, che si prenda cura delle persone nei luoghi dove vivono: case di comunità, infermieri di comunità, case di quartiere, case-manager che prendano in carico le persone a partire dai loro bisogni, co-housing, portierato sociale, scambi intergenerazionali

  • Centrali saranno investimenti su cultura e sport

  • Affrontare l’emergenza del disagio giovanile, in particolare della fascia di età preadolescenziale ed adolescenziale. Abbiamo indicato come visione l’estensione del Reggio Approach alla fascia di età 6-14

  • Rafforzare le politiche per le famiglie e a supporto della genitorialità.

8) Il diritto alla casa è una sfida per il futuro della città. La casa deve poter essere garantita ai giovani che desiderano emanciparsi e raggiungere una maggiore autonomia, alle giovani coppie, alle famiglie, agli studenti universitari, ai lavoratori, agli anziani soli, a chi vive in condizioni economiche svantaggiate. Noi faremo il possibile ma sono necessari investimenti da parte del governo, occorre un nuovo piano nazionale per la casa.

Un progetto chiave in questo senso sarà il “patto per l’affitto”, con il comune a farsi garante – attraverso Acer – tra chi fatica a trovare un’abitazione in città e i proprietari degli immobili che faticano ad ottenere le garanzie di cui hanno bisogno e quindi non di rado decidono di non affittare.

9) Occorre creare le condizioni perché Reggio Emilia sia una città in cui nessuno rimanga indietro, una città senza barriere, in cui i bisogni degli ultimi diventano i bisogni della comunità, in cui nessuno debba essere ostacolato nel muoversi e nel raggiungere i propri obiettivi e dove l’amministrazione si fa parte attiva contro ogni discriminazione, anche quelle di genere.

10) Occorre ricostruire la fiducia e la vicinanza. La vera priorità è intervenire nei piccoli contesti della vita quotidiana: è lì il mondo del cambiamento possibile, con il welfare di comunità e le strategie di prossimità e vicinanza alle persone, costruendo fiducia tra le persone e portando alla costruzione di una rete capillare e plurale di soggetti capaci di leggere e interpretare i bisogni e prevenire il disagio. Intendiamo superare l’autoreferenzialità con una progettazione e valutazione condivisa con i cittadini/utenti/fruitori capace di produrre interventi flessibili, personalizzati, basati su un approccio integrato e non frammentato.

11) Una città più sicura: vivere in modo sereno e sicuro la propria città è un diritto inalienabile di tutti i cittadini.

La sicurezza urbana è un fenomeno complesso e multidimensionale che deve essere approcciato

  • attraverso il rafforzamento dei presidi da parte delle forze dell’ordine, la reintroduzione dei vigili di quartiere, con persone tolleranti verso gli altri, ma anche molto ferme verso chi non rispetta le regole;

  • intervenendo sul degrado urbano, presidiando il territorio incrementando servizi e partecipazione, non da ultimo la costruzione del comando della polizia municipale in viale IV Novembre;

  • intervenendo sulla marginalità e sugli aspetti sociosanitari: educativa di strada, servizi di prossimità, integrazione.

12) Sarà centrale il nostro impegno per la legalità e contro le infiltrazioni delle organizzazioni malavitose. E’ non per caso che la delega su legalità e sicurezza è nelle mani del sindaco.

Contribuiremo alle attività di prevenzione con la formazione, il rafforzamento dei protocolli antimafia e con il totale appoggio e sostegno della Amministrazione comunale alle attività di prefettura, magistratura e forze dell’ordine, insieme agli altri enti locali (Comuni, Provincia, Regione). Rafforzeremo il nostro impegno per il recupero di beni confiscati; istituiremo l’osservatorio sulla legalità.

13) Il valore della cultura e delle politiche educative.

La Cultura deve ricoprire un ruolo sempre più importante e trasversale nella vita della città, sia per idee, contenuti e programmazione sia per la sua capacità di raggiungere tutte e tutti.

Potenzialmente ogni luogo è un luogo di cultura, il compito di tutta la comunità è quello di favorirla in tutte le sue forme.

La cultura serve a vivere il presente senza paura ma con curiosità e come un’occasione. Serve a pensare sé stessi nel futuro, senza paura ma con un progetto. La conoscenza e la cultura si fanno dovunque e la fanno tutti – ma proprio tutti – coloro che traducono in fatti ciò che traggono dalle loro esperienze.

La cultura ci deve guidare nel governo della transizione digitale, riscoprendo il rapporto tra tecnologia e umanesimo. Occorre fare molta attenzione al rischio di polarizzazione, con gli ottimati possessori degli strumenti del mondo digitale da un lato e sotto una bolla di lavoro povero e di imprese povere. E’ indispensabile che la transizione digitale sia accompagnata da un’etica e da un approccio democratico.

Le politiche educative coinvolgono l’intera società a partire da una propria idea di futuro. L’educazione ha al centro la persona e la sua crescita psichica, fisica ed emotiva che avviene attraverso l’esperienza e la relazione con l’altro. Educante non è solo la scuola, di ogni ordine e grado, eccellenza della nostra realtà, ma tutta la comunità intesa come soggetti plurali nelle loro diverse articolazioni. Parliamo appunto di comunità educante.

In occasione di una recente e gradita visita alla scuola comunale dell’infanzia Diana, ho ricevuto in dono un bellissimo dipinto dei bambini, raffigurante la città del futuro, accompagnato da questo messaggio.

Dice lena, della sezione di 3 anni:

‘Nel quadro c’è la città perché il futuro lo vedono tutti i bambini.

Se mi immagino qualcosa, il futuro lo vedo e lo si vede con gli occhi, anche con gli occhi piccoli vedo una visione.

Anche quando c’è buio si può immaginare’.

Chi è nato adesso non ha paura del presente. Lo vive con la naturalezza che i vecchi non sanno avere e perciò sono esposti alla paura e alla nostalgia. Però i più giovani non hanno nessuna fiducia nel futuro. Le politiche pubbliche possono e devono essere ‘Politiche della fiducia’.

Ce lo dicono anche questi bambini: dobbiamo guardare al futuro con fiducia, anche se a volte, immersi nella nostra quotidianità, lo perdiamo di vista: ma sappiamo che c’è ed è alla portata della nostra comunità.

Grazie”.