Al Prof. Antonio Persico di Unimore il prestigioso titolo di INSAR Fellow 2024 per i suoi contributi alla ricerca sull’autismo



Il prof. Antonio Persico, Ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze di Unimore, è stato recentemente selezionato dalla International Society for Autism Research (INSAR) come INSAR Fellow 2024, uno dei più alti riconoscimenti assegnati dalla società ai ricercatori che hanno dato un contributo significativo al miglioramento della vita degli individui con autismo.

Il programma, iniziato nel 2017, vuole premiare i più illustri membri della comunità scientifica il cui lavoro ha avuto un impatto internazionale significativo sulla comprensione scientifica del disturbo dello spettro autistico, sulla pratica clinica, sui metodi educativi e/o sulle politiche. I Fellow 2024 sono stati annunciati all’INSAR 2024 durante la cerimonia di premiazione, svoltasi giovedì 16 maggio 2024 a Melbourne, Australia, alla presenza del Presidente dell’INSAR, Petrus de Vries (Sud Africa) e del Presidente del Comitato per le Fellowship, Lonnie Zwaigenbaum (Canada).

La International Society for Autism Research (INSAR) è stata fondata nel 2001 con l’obiettivo di promuovere la ricerca sull’autismo e le attività correlate. Governata da un Consiglio di Amministrazione volontario, la società si dedica a migliorare la comprensione scientifica e clinica dell’autismo a livello globale.

Ogni anno, INSAR organizza l’Annual Meeting, un incontro scientifico che si tiene a maggio e che riunisce ricercatori e studiosi di tutto il mondo per condividere e diffondere nuovi progressi scientifici sull’autismo. La società pubblica anche la rivista scientifica “Autism Research”.

“E’ un grande onore per me essere stato designato a ricevere questo importante riconoscimento – commenta il Prof. Antonio Persico. Da un lato, a livello personale significa vedere riconosciuto il valore dei risultati scientifici che abbiamo prodotto in oltre vent’anni di lavoro nel campo dell’autismo. Dall’altro, è la prima volta che un ricercatore e clinico italiano riceve la fellowship. Questo premio viene quindi a riconoscere anche l’ampio contributo che tutta la ricerca italiana ha dato e sta dando al progresso scientifico e del management clinico delle persone con autismo”.

Antonio M. Persico è Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Ha conseguito la laurea in Medicina nel 1986 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, dove ha completato il programma di specializzazione in Psichiatria nel 1990. Durante la prima parte della sua carriera, si è occupato di genetica delle dipendenze, plasticità cerebrale in risposta all’esposizione ripetuta a psicostimolanti e dei ruoli trofici della serotonina nello sviluppo del sistema somatosensoriale. A partire dal 1998, il suo principale interesse di ricerca si è spostato verso il disturbo dello spettro autistico (ASD).

Nel 2001 ha pubblicato il primo studio sul coinvolgimento del gene Reelin nell’ASD (Mol. Psychiatry, 6:150-159); sempre nel 2001, osservando modeste anomalie neuroevolutive nei topi knockout per il trasportatore della serotonina, ha suggerito per la prima volta che gli antidepressivi che funzionano bloccando il trasportatore della serotonina potrebbero avere effetti teratogeni nell’uomo aumentando il rischio di ASD (J. Neurosci., 21:6862-6873), rischio che negli anni successivi è stato effettivamente dimostrato; e nel 2011 ha riportato per la prima volta l’elevata presenza nelle urine in soggetti autistici di p-cresolo, sostanza con effetti negativi sul neurosviluppo contenuta in molti additivi alimentari e oggetti di uso comune (Biomarkers, 16:252-260), delineando un nuovo paradigma utile per studiare le interazioni gene-ambiente nell’ASD. Nel 2006 è stato tra i coautori che hanno ricevuto il Cozzarelli Prize dalla National Academy of Sciences degli USA per l’articolo “A genetic variant that disrupts MET transcription is associated with autism” guidato da Pat Levitt e pubblicato nel Proc. Natl. Acad. Sci. U.S.A. (103:16834-9, 2006).

Dal 2010, attraverso il suo lavoro clinico presso l’Università “Campus Bio-Medico” di Roma, poi presso l’Università di Messina e attualmente presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, ha creato nuovi programmi di Neuropsichiatria Infantile con un focus speciale sull’ASD e, più recentemente, anche sulla Sindrome di Phelan-McDermid. È stato membro del consorzio europeo EU-AIMS. Il suo interesse di ricerca è principalmente traslazionale, concentrandosi sull’identificazione di biomarcatori per la diagnosi precoce dell’autismo e per la risposta alle terapie comportamentali, oltre allo sviluppo di nuovi interventi farmacologici basati su evidenze scientifiche.