Furto in azienda a Castellarano: due arresti dei carabinieri che recuperano 500 chili di cavi in rame



Dopo aver praticato un foro alla rete di recinzione si sono introdotti furtivamente all’interno di un’azienda di Castellarano, indirizzandole loro attenzioni furtive ad una cabina elettrica di trasformazione dell’azienda, da dove hanno tranciato cavi elettrici di grossa sezione, in buona parte già accatastati su un carrello e pronti ad essere prelevati. Avevano già messo da parte circa mezza tonnellata di rame ma la loro azione furtiva è stata interrotta dall’intervento dei carabinieri della locale stazione che li hanno sorpresi in flagranza di reato.

Con l’accusa di furto in concorso, nel pomeriggio di sabato i Carabinieri della stazione di Castellarano hanno tratto in arresto due cittadini albanesi di 28 e 38 anni, entrambi senza fissa dimora, ristretti al termine delle formalità di rito disposizione della Procura di Reggio Emilia. Il 38enne è anche accusato di reingresso illegale nel territorio italiano dopo essere stato espulso.

L’origine dei fatti sabato pomeriggio, appunto, quando i due malviventi hanno raggiunto le pertinenze di un’azienda in liquidazione giudiziale, ubicata in via Stradane Secchia a Roteglia di Castellarano, introducendosi furtivamente all’interno attraverso un foro praticato nella recinzione che delimita l’area aziendale. I due presunti ladri hanno subito indirizzato le loro attenzioni furtive ad una cabina elettrica di trasformazione dell’azienda, incominciando attraverso l’utilizzo di grosse tronchesi a tranciare i grossi cavi per impossessarsi del rame. L’attività aveva loro consentito di accatastare circa 500 chili di cavi di rame quando sono stati sorpresi dai carabinieri della stazione di Castellarano che, grazie alla segnalazione di alcuni cittadini, si sono accorti del raid furtivo durante un servizio di controllo del territorio. I due presunti ladri sono stati sorpresi nel bel mezzo della loro attività delittuosa all’interno della cabina elettrica, e sono stati subito fermati. Identificati in due cittadini albanesi, in Italia senza fissa dimora, di cui uno gravato dal provvedimento di espulsione che ha violato, venivano quindi condotti in caserma dove, ricostruiti i fatti e acquisiti nei loro confronti elementi di presunta responsabilità, sono stati tratti in arresto e ristretti a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia.

Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.