A Cavriago i genitori della scuola dell’infanzia I Tigli costruiscono una cucina all’aperto per i bambini e le bambine



Un sabato speciale per un gruppo di genitori della scuola dell’infanzia “I Tigli”, che hanno dedicato il loro tempo e le loro energie per dare vita ad uno spazio dove i bambini e le bambine potranno giocare a “cucinare” utilizzando ciò che la natura mette loro a disposizione.

I genitori, coordinati dal perito agrario comunale Rossella Zangelmi e dall’esperto falegname Sante Aguzzoli, in collaborazione con le insegnanti delle sezioni e la coordinatrice pedagogica Chiara Maistri, hanno dedicato l’intera giornata alla costruzione della cucina tanto richiesta dai bambini.

L’idea è nata dai bambini della sezione 5 anni, che nei primi mesi di scuola hanno dimostrato interesse per il fango e gli elementi naturali incontrati giocando nel parco; nelle loro conversazioni è emerso il desiderio di avere a disposizione uno spazio dedicato alle loro sperimentazioni e preparazioni con il fango, la terra e i materiali naturali, in cui poter fare finta di cucinare. Un sogno reso possibile grazie al coinvolgimento di Sante Aguzzoli esperto falegname che ha dato forma al progetto immaginato dai bambini e dalle bambine, e al lavoro dei genitori e delle insegnanti.

“Un risultato straordinario – commenta l’assessore all’Ambiente Luca Brami, che ha organizzato questa attività – che rigenera e valorizza un pezzo del parco dei tigli regalando nuova vita ad oggetti altrimenti da smaltire grazie ad una splendida collaborazione tra il Comune, la scuola dell’infanzia ed in special modo le insegnanti, il privato ed i genitori”.

Non solo la cucina con materiali di recupero, durante la giornata è stato sistemato e trattato un gioco del parco e sono stati potati i salici che compongono le architetture vegetali; i rami tagliati sono poi stati trattati e diventeranno materiale per un futuro laboratorio di intrecci.

“E’ un modello di partecipazione fattiva che unisce sostenibilità, recupero di materiali e auto costruzione da esportare ed estendere anche in altri contesti – conclude Brami – perché porta un ritorno per la comunità in termini di attenzione e cura degli spazi oltre a sviluppare relazioni e costruire cittadinanza attiva.”