Atti vandalici e scritte anti israeliane a Mirandola: il sindaco al Consiglio comunale



Di seguito il discorso integrale tenuto dal Sindaco Alberto Greco, in apertura lavori del Consiglio Comunale tenutosi in data 23 Ottobre 2023, relativo agli atti  vandalici perpetrati principalmente sulla Scuola di Musica “Andreoli e sul Duomo, attraverso la realizzazione di scritte contenenti messaggi di odio e contenuti di matrice antisemita.

Gentili colleghi di Giunta, Consiglieri Comunali – di maggioranza e opposizione – e cittadini presenti e collegati per seguire lo svolgimento della seduta di lavori odierna. Da Sindaco di Mirandola – e da cittadino italiano ed europeo – osservo con preoccupata partecipazione i persistenti venti di guerra che, dopo aver spirato sul territorio Ucraino, ora convergono su una terra – la cosiddetta “striscia di Gaza” – mai veramente in pace dal 1948 ai giorni nostri. Gli interessi geopolitici, talvolta mascherati da motivazioni religiose, continuano esattamente come nel secolo scorso a minare una pace che rappresenta un valore inestimabile da difendere a qualsiasi costo.

Vedete colleghi, non è compito mio e di conseguenza non mi avventurerò in inutili quanto divisive iperboli a caccia di chi quale fazione abbia ragione e di quale invece si posizioni dalla parte del torto. Rigetto la retorica “da stadio”, con tifoserie avversarie separate da campanilismo o rivalità storiche, e tenterò di anteporvi – anche in considerazione del ruolo che ricopro – un più lungimirante messaggio di speranza, perchè si riesca a ritrovare la pacificazione: su tutti i fronti.

Mirandola non è fortunatamente territorio di guerra, da ben 78 anni: in questo lasso temporale siamo riusciti a comprendere come attraverso la pace sia possibile raggiungere obiettivi importanti e pianificare il futuro. Abbiamo costruito e, in considerazione di chi siamo e del sisma che ci colpì nello scorso 2012, mi permetto di dire con orgoglio che siamo stati in grado anche di ricostruire. Essere questa sera, seduti in questa aula, significa rappresentare una comunità, o quanto meno una parte di essa. Siamo le Istituzioni del nostro territorio comunale e abbiamo il dovere, anche e soprattutto morale, di adottare comportamenti che i contemporanei definirebbero “da buon padre di Famiglia”: in parole povere dobbiamo ricordarci della responsabilità che grava su di noi e agire di conseguenza, nell’interesse della comunità che siamo chiamati a rappresentare. Faccio questa doverosa premessa per ricordarci come qualsiasi nostra parola o dichiarazione divisiva, specialmente in questi momenti di instabilità, possa rappresentare una scintilla utile ad alimentare, e peggio ancora legittimare, chi abbia in mente azioni dimostrative contrarie alla civile convivenza.

Vengo a quanto accaduto qualche giorno fa: come Amministrazione abbiamo scelto di esporre la bandiera di Israele quale segnale di vicinanza alle Famiglie colpite dagli spietati attacchi terroristici di matrice fondamentalista. Non un apparentamento, bensì un segnale, per quanto fioco e ideale, di interesse verso quelle famiglie che piangevano figli, nipoti, fratelli e sorelle trucidati dalla furia di chi – pur volendo rivendicare un proprio diritto, giusto o presunto – ha scelto la via del sangue passando automaticamente dalla parte sbagliata della storia. Volervi vedere incluso qualsiasi altro messaggio rappresenta una mistificazione strumentalmente volta evidentemente a cavalcare una tensione che poi, purtroppo, ha portato ad atti vandalici realizzati da chi è risultato più malleabile alle sollecitazioni della tensione. Grazie al lavoro solerte della Questura e degli Agenti della Polizia di Stato – con i quali vorrei congratularmi personalmente – sono stati prontamente individuati i quattro giovani resisi protagonisti degli atti vandalici. Un lavoro prezioso, per il quale si è reso utilissimo poter attingere alle varie telecamere che proprio in questi giorni stiamo efficientando con l’installazione del nuovo sistema di varchi e video sorveglianza cittadino. A questi ragazzi io, oltre a tirare le orecchie, vorrei ricordare che nulla di quello che hanno fatto o scritto – peraltro inneggiando a metodi tetri di persecuzione del secolo scorso – ha portato ne potrà portare aiuto alle popolazioni che soffrono. Al contrario, oltre al Municipio e al Duomo, hanno scelto di colpire la nostra Scuola di Musica “Andreoli”: un luogo di condivisione ed uguaglianza all’interno del quale, attraverso il linguaggio universale della musica, dal 1777, anno di fondazione dell’allora scuola di musica, arte e disegno, è sempre stato possibile azzerare ogni divisione: di religione, di provenienza e di ceto sociale.

In conclusione ai ragazzi resisi tristemente protagonisti del vilipendio di punti particolarmente cari ai mirandolesi, dico che il loro gesto ha fatto rumore ma non ha lasciato segni e li invito, in maniera paternale, ad iniziare a considerare i beni pubblici come propri. Gli adulti, tuttavia cari colleghi, siamo noi e su di Noi grava il peso delle decisioni: per questa ragione tutto quello che facciamo o dichiariamo può essere interpretato da chi ci osserva e ci ascolta. Dimostriamo, ancora una volta, pur nella diversità delle idee di essere una comunità forte e gelosamente innamorata del proprio patrimonio e del proprio futuro, con la speranza che la ragione ed il buon senso siano i fili conduttori anche per chi, attraverso le proprie scelte, governa la propria Nazione.

Da quest’aula vorrei, che in maniera congiunta, partisse un corale e compatto messaggio di speranza”.