Sono passati 105 anni: Mario Messori, maranellese, aveva appena 18 anni quando perse la vita in un ospedale militare del Piemonte nel giugno del 1918, durante la Grande Guerra. Ed ora il suo ‘gavettino’ è tornato alla sua famiglia. Ritrovato in un bosco per caso da un appassionato di storia e riconsegnato, oltre un secolo dopo, tra le mani emozionate di due nipoti del soldato, Elvira Zanasi e Milvia Messori, che oggi hanno rispettivamente 84 e 77 anni.
È stato lo storiografo veneto Manuel Grotto a recuperare il cimelio nell’Altopiano di Asiago, nel Vicentino, durante una passeggiata. “Mi sono imbattuto in questo gavettino, era semisotterrato in un bosco – ha raccontato ieri in Municipio a Maranello, dove ha incontrato i familiari del soldato -: l’ho raccolto, essendo anche un appassionato della Prima Guerra Mondiale, e dopo averlo ripulito è comparsa la scritta incisa a mano ‘Mario Messori’. Da ricerche successive su alcune banche dati ho verificato come Mario Messori – classe 1900 e figlio di Giuseppe – fosse di Maranello e fosse deceduto a Cuneo per malattia durante la guerra, nel giugno 1918. A quel punto ho pensato che quell’oggetto dovesse tornare alla sua famiglia, così ho contattato il sindaco di Maranello per un supporto nella ricerca dei parenti di Mario”.
Dagli schedari cartacei dell’Anagrafe maranellese di inizio Novecento è poi emerso che la famiglia Messori, allora residente nell’area oggi conosciuta come Bell’Italia, nel 1915 si era trasferita a Fiorano e che Mario Messori aveva due fratelli e una sorella. Così è iniziata la collaborazione con gli uffici omologhi dei Comuni di Fiorano e Sassuolo, dove si è scoperto che abitano tuttora la signora Elvira Zanasi e la signora Milvia Messori, figlie rispettivamente della sorella e di un fratello del soldato.
“Quando ci hanno raccontato tutta la vicenda – hanno spiegato Elvira e Milvia – ci siamo commosse. Ripensare ai racconti dei nostri genitori sullo zio Mario, che non abbiamo mai conosciuto, ha riportato a galla tanti ricordi e ricevere il suo gavettino dopo tanto tempo è stata un’emozione indescrivibile. Il gesto del signor Grotto è stato magnifico: ha regalato alla nostra famiglia un giorno speciale”.
Per la consegna del cimelio i familiari del soldato sono stati ospitati ieri dal Comune di Maranello per una piccola cerimonia, alla quale hanno partecipato anche il sindaco di Fiorano Francesco Tosi, l’assessore di Sassuolo Massimo Malagoli e una delegazione della Sezione Alpini di Maranello, che hanno accolto lo storiografo Grotto, esponente degli Alpini di Arsiero.
“Abbiamo collaborato volentieri alla ricostruzione di una vicenda davvero toccante – ha aggiunto ieri il sindaco Luigi Zironi -, nella quale il signor Grotto ha dimostrato fin da subito una grande sensibilità e delicatezza. Questa è una storia che parla anche di tutti noi, delle nostre radici e della nostra terra. Ed è una vicenda che in questo momento storico, caratterizzato purtroppo da conflitti devastanti, ci porta anche a riflettere sulle conseguenze di queste guerre su migliaia di famiglie, distrutte una per una dalla morte di tanti giovani che non potranno mai riabbracciare”.