Promuovere la salute mentale sui luoghi di lavoro: i risultati del progetto H-WORK

Il progetto europeo coordinato dall’Università di Bologna ha realizzato oltre 40 interventi, coinvolgendo più di 1500 persone tra lavoratrici, lavoratori, manager e coordinatori, in Italia, Spagna, Repubblica Ceca, Germania e Paesi Bassi, con l'obiettivo di promuovere il benessere sia individuale che organizzativo



foto: Università di Bologna

Interventi mirati per promuovere la salute mentale all’interno delle organizzazioni pubbliche e delle piccole e medie imprese. In oltre tre anni di attività, i quattordici partner del progetto H-WORK – finanziato dal programma europeo Horizon 2020 e coordinato dall’Università di Bologna – ne hanno realizzati oltre 40, coinvolgendo più di 1500 persone tra lavoratrici, lavoratori, manager e coordinatori, in Italia, Spagna, Repubblica Ceca, Germania e Paesi Bassi.

I risultati ottenuti, insieme agli approcci innovativi e agli strumenti messi a punto dagli studiosi, saranno presentati venerdì 29 settembre in occasione dell’evento di chiusura del progetto. L’appuntamento è nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” (Via Filippo Re, 6 – Bologna) a partire dalle 9. Sarà un’occasione per scoprire come creare ambienti di lavoro sani e resilienti in un mondo in continua evoluzione.

Tra i tanti ospiti in programma, due key note speakers arricchiranno l’evento con la loro esperienza. Ci sarà infatti Frank Krause, esperto di ergonomia e ricercatore in una delle principali organizzazioni olandesi dedicate alla ricerca scientifica applicata (TNO), per condividere le sue riflessioni sulle trasformazioni nel mondo del lavoro, l’evoluzione della tecnologia e le strategie per un lavoro sostenibile. E ci sarà Sarah Copsey, senior project manager all’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), che esplorerà i rischi psicosociali e le sfide emergenti nel panorama lavorativo contemporaneo.

Durante i tre anni e mezzo di attività, gli studiosi di H-WORK hanno lavorato su 10 siti di intervento tra ospedali, università, sedi governative, cooperative sociali e piccole e medie imprese, con l’obiettivo di promuovere il benessere sia individuale che organizzativo. In Italia sono state coinvolte l’Azienda USL di Bologna e la cooperativa sociale bolognese La Carovana.

“Nonostante il progetto si sia svolto in gran parte negli anni della pandemia, l’ampia partecipazione che abbiamo riscontrato sottolinea una crescente consapevolezza e disponibilità a esplorare il tema del benessere organizzativo tra dipendenti, manager e dirigenti: un segnale di forte apertura e di innovazione”, spiega Luca Pietrantoni, professore al Dipartimento di Psicologia “Renzo Canestrari” dell’Università di Bologna e coordinatore del progetto H-WORK. “In un periodo di rapide trasformazioni del lavoro come la digitalizzazione, la transizione ecologica, l’automazione e la robotica, la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori deve rimanere una priorità assoluta per garantire condizioni dignitose ed eque a tutti, accompagnando con interventi di prevenzione, formazione e riqualificazione professionale.”

Ai percorsi proposti da H-WORK hanno partecipato non solo manager e direttori, ma anche dipendenti, rappresentanti dei lavoratori e responsabili della sicurezza. È nato così un dialogo continuo, guidato dai partner del progetto, che ha permesso di comprendere a fondo i vari contesti organizzativi, identificare bisogni specifici e affrontare le sfide emergenti. Grazie a questo approccio, sono stati quindi i diretti interessati a decidere gli interventi più adatti per le loro strutture, portando al successo del progetto.

“L’approccio più efficace secondo gli studi è quello multidimensionale in modo da generare un effetto sinergico”, aggiunge Pietrantoni. “A livello individuale, abbiamo testato interventi di supporto per la gestione del carico di lavoro e dello stress e la promozione di comportamenti proattivi per ottimizzare le carriere. A livello di gruppo, sono state valutate sessioni di team coaching che usano strumenti digitali per migliorare il lavoro di squadra. A livello di leader, si è esplorato l’impatto di un particolare tipo di supporto digitale offerto ai leader, in contesti di lavoro ibrido e remoto. Sono questi alcuni degli interventi messi in campo per promuovere la salute e il benessere dei lavoratori di fronte alle nuove sfide lavorative”.

Grazie a questi interventi è stata anche messa a punto la H-WORK Innovation Platform: una piattaforma digitale – sviluppata dalla software house bolognese Indici Opponibili – che offre strumenti e risorse per datori di lavoro, dirigenti, professionisti della salute e della sicurezza sul lavoro, e delle risorse umane. Nella sezione interattiva, è possibile valutare lo stato della propria organizzazione, selezionare interventi e soluzioni e calcolarne il potenziale ritorno economico.

Inoltre, con il supporto del partner di progetto, l’agenzia di comunicazione bolognese Be Open, specializzata in storytelling della sostenibilità per le imprese, sono stati redatti sia la Roadmap, una guida pratica per incentivare una cultura organizzativa per la salute e il benessere sia individuale che organizzativo, che 11 “policy brief”, redatti da esperti di H-WORK, con il coordinamento di EFPA – European Federation of Psychologists Association, con raccomandazioni basate su evidenze scientifiche rivolte a varie tematiche attuali come il ruolo dei managers nel promuovere la salute mentale, il ruolo delle parti sociali nella gestione dei bisogni delle piccole e medie imprese, l’impatto dei social media in ambito lavorativo, l’uso dell’intelligenza artificiale per la salute e sicurezza occupazionale, nonché aspetti legati alla progettazione e l’implementazione di interventi formativi.