Domenica a Montebaranzone la prima visita guida al castello “ritrovato”

In occasione della tradizionale Festa Matildica, alle 17 gli archeologi dell’Università di Verona e il sindaco di Prignano illustreranno i reperti emersi dagli scavi e dei resti della fortezza



Domenica 20 agosto alle 17, in occasione della XIII Festa Matildica organizzata dalla Parrocchia, gli archeologi dell’Università di Verona che nell’ultimo mese hanno scavato nella collina che sovrasta la frazione di Montebaranzone, organizzeranno assieme al sindaco di Prignano Mauro Fantini una prima visita guidata nell’area interessata, per raccontare nel dettaglio quanto è emerso finora dalle loro ricerche. A tutti gli interessati, sarà quindi data la possibilità di vivere in prima persona l’esperienza emozionante di entrare nel castello ritrovato di Matilde di Canossa (1046 – 1115), una delle residenze “perdute” dell’indimenticata contessa più importanti della Valle del Secchia.

Si tratta peraltro di un sito archeologico unico, mai interessato prima d’ora da scavi scientifici, che ha visto impegnato, in collaborazione con il Comune di Prignano, un team di ricercatori dell’Università di Verona da anni specializzato nel recupero di siti di epoca medievale.

La visita inizierà dal sagrato della chiesa di Montebaranzone. Di qui, si salirà insieme agli archeologi sul monte che sovrasta le case e che ha custodito per secoli il tesoro archeologico. A seguire, sarà possibile mangiare allo stand gastronomico e assistere alla proiezione di alcuni filmati dedicati alla storia di Matilde di Canossa.

Nicola Mancassola, archeologo dell’Università di Verona che assieme ad Elisa Lerco ha coordinato la ricerca, commenta: “I risultati di questi primi scavi, che proseguiranno per almeno altri due anni, sono stati decisamente positivi e hanno permesso d’avere un’idea più chiara di come era articolato il castello. Nella parte sommitale è stato individuato, tra l’altro, l’antico cimitero annesso alla chiesa di San Michele. Qui sono emerse diverse sepolture, di cui alcune con rosari in pasta vitrea e medagliette votive”.

I lavori hanno messo in luce inoltre una serie di edifici connessi ad una probabile cisterna per la raccolta delle acque piovane e, nella porzione di terreni che guarda l’attuale borgo di Montebaranzone, un grande edificio (il palazzo signorile?) ben conservato, con murature di oltre due metri.

“Con emozione e grande soddisfazione – aggiunge il primo cittadino Mauro Fantini – abbiamo seguito, insieme alla comunità di Montebaranzone da sempre custode della memoria del castello, i lavori nell’area di scavo di Monte Castello. I reperti archeologici che sono progressivamente venuti alla luce sotto la guida esperta, entusiasta e competente di Nicola Mancassola ed Elisa Lerco, confermano che il fortilizio presente in quel sito era di grandi dimensioni e notevole interesse, per cui il recupero completo delle sue vestigia permetterà di documentare una realtà significativa della storia matildica. Ringrazio l’Università di Verona per l’apporto decisivo e indispensabile alla realizzazione del progetto e confermo l’impegno dell’Amministrazione comunale a sostenere nuove campagne di scavi, sia con proprio contributo economico, sia attivandosi per ottenere finanziamenti”.