Torna a Fanano Saxophone Week



Saxofollia e Jacopo Taddei (foto fornita dall’ufficio stampa della Provincia di Modena)

Ritorna per l’ottavo anno consecutivo il Fanano Saxophone Week: la settimana di lezioni, masterclass e concerti dedicata al saxofono, organizzata da Giovanni Contri, Fabrizio Benevelli e Marco Ferri, componenti del quartetto Saxofollia. Il corso, che inizia domenica 23 luglio, ospita quaranta ragazzi provenienti da conservatori, licei musicali e scuole civiche che si ritrovano a Fanano per una intensa settimana di studio.

Domenica 23 sul palco saliranno Saxofollia e Jacopo Taddei impegnati in un ambizioso programma di musica classica rivisitata per 5 saxofoni. Di particolare rilevanza l’ambiziosa trascrizione del quintetto K. 581di Mozart per clarinetto e archi.

La musica è l’arte che più di ogni altra riesce a trasmettere emozioni e a suscitare sentimenti profondi nell’animo di chi la ascolta. Ed è proprio questo l’obiettivo che Jacopo Taddei e Saxofollia si sono posti nel loro nuovo e ambizioso progetto artistico. Grazie alla loro sensibilità e alla loro maestria, questi cinque musicisti sono riusciti a calare il saxofono in un mondo musicale inusuale per questo strumento, creando sonorità innovative e originali sfumature espressive.

Nel brano di Wolfgang Amadeus Mozart che apre il programma, il Quintetto K. 581 in La Maggiore, il saxofono contralto sostituisce il clarinetto, riproponendo in modo nuovo e inedito questa bellissima musica senza snaturarne la bellezza originale.

Gli arrangiamenti inediti e commissionati appositamente per questo progetto sono stati concepiti con la finalità di rispecchiare fedelmente la scrittura degli archi, riuscendo in modo sorprendente ad adattarsi agli strumenti ad ancia presenti sul palco. Degne di nota le incursioni nel mondo operistico, in cui il quartetto si presenta con una omaggio a Giusppe Verdi ed una fantasia su alcune delle più celebri arie tratte dalle opere di Giacomo Puccini, il compositore che per primo ha utilizzato il saxofono all’interno di un’opera, definendolo “lo strumento che più tra tutti si avvicina alla voce umana”.