Ospedale e Distretto di Mirandola: investimenti in personale, tecnologie e strutture a servizio dei cittadini



Si è tenuto nella giornata di mercoledì 24 maggio il Comitato di distretto di Mirandola alla presenza di tutti i Sindaci dell’Unione dei comuni Area Nord e del Sindaco di Mirandola e della dirigenza dell’Azienda USL di Modena. L’assemblea è stata indetta per fare il punto sui servizi dell’Ospedale Santa Maria Bianca e del Distretto sanitario, illustrando le principali linee di impegno dell’Azienda sanitaria e le relative novità per i cittadini del territorio.

In primo luogo la Direttrice generale Ausl, Anna Maria Petrini, ha aggiornato sugli investimenti: tre i filoni, strutture, tecnologie, personale. Sulle strutture di tutto il distretto l’investimento ammonta a 30 milioni (circa 15 sul solo Santa Maria Bianca), cui si aggiungono gli oltre 3,6 milioni da PNRR. Ammonta a 1 milione 830mila euro il valore delle nuove tecnologie in corso di acquisizione: un ecografo per la Cardiologia (già arrivato), 4 diagnostiche radiologiche, due mammografi e la nuova risonanza magnetica. Quanto al personale, sono state ricordate le recenti nomine dei direttori di Ginecologia, Chirurgia, Ortopedia, Pronto soccorso, Pneumologia, Cardiologia e Radiologia. Già arrivati 2 nuovi Anestesisti a servizio delle sale operatorie di area nord, mentre altri 4 saranno reclutati a ottobre; per Mirandola sono arrivati (o in altri casi prenderanno servizio a breve) 2 medici di Medicina Interna, 1 Chirurgo, 1 Tecnico di cardiologia; 6 gli infermieri in arrivo nei prossimi mesi.

Un corposo investimento, non solo economico, orientato allo sviluppo di diverse progettualità, prima tra tutte la Cardiologia del Santa Maria Bianca, presentata dal Direttore dell’Unità Operativa Carlo Ratti insieme al Direttore del Dipartimento interaziendale Giuseppe Boriani. Un progetto che tiene conto dell’evoluzione in atto nel mondo dell’assistenza sanitaria alla popolazione e che mira a garantire un’efficace gestione della patologia cardiologica cronica.  “Si tratta infatti – ha spiegato Ratti – di investire su una Cardiologia integrata tra Ospedale e Territorio, capace di giocare un ruolo da protagonista nel controllo delle cardiopatie più frequenti (es. scompenso cardiaco, esiti di infarto). Si va dunque nella direzione di una struttura particolarmente innovativa, perché integrata col territorio, connessa grazie alla telemedicina, orientata alla gestione delle cronicità, connotata da una forte impronta multidisciplinare/multiprofessionale grazie al coinvolgimento attivo sia di professionisti ospedalieri che territoriali, tra cui medici di famiglia, infermieri domiciliari e di comunità ed operatori della Centrale Operativa Territoriale (COT). Una progettualità che rende Mirandola maggiormente attrattiva per i futuri professionisti, anche grazie all’accreditamento del reparto quale struttura complementare al Corso di specializzazione “Malattie dell’apparato cardiovascolare” UNIMORE, che assicurerà la frequenza costante di medici in formazione specialistica. Sarà inoltre garantita la stretta collaborazione con internisti e pneumologi grazie alla futura attivazione di 4 letti telemetrati in aggiunta ai già attivi 2 posti letto di Day Hospital, dedicati al trattamento della patologia aritmica e, in prospettiva, dell’insufficienza cardiaca riacutizzata. È altresì in avvio un percorso per la stratificazione del rischio cardiovascolare nei pazienti in attesa di trapianto renale. Oltre alle attività ospedaliere, i cardiologi saranno impegnati attivamente sul territorio presso le Case della Comunità, l’OsCo ed il domicilio, con attività specifiche per la gestione integrata del paziente con patologia cardiaca cronica o riacutizzata. In questi contesti sarà fondamentale il supporto del tecnico di cardiologia di prossima acquisizione che potrà eseguire elettrocardiogrammi ed ecocardiogrammi sul territorio e trasmetterli su piattaforme di telemedicina dedicate per la successiva refertazione dello specialista”.

Oggetto di potenziamento anche la Chirurgia, ha precisato il Direttore medico del Santa Maria Bianca, Giuseppe Licitra, che ha illustrato le azioni che hanno consentito di ottimizzare l’utilizzo delle sale operatorie, incrementando l’attività a beneficio dei cittadini in attesa di intervento chirurgico. In continuità con l’aumento già consolidato da inizio anno (+28% nel confronto tra il primo trimestre 2022 e lo stesso periodo 2023), alla programmazione di 9 sedute settimanali sono state aggiunte, da maggio, ulteriori 2 sedute (+ 8 sedute/mese) per interventi ordinari e di Day Surgery di Chirurgia, Ortopedia, Ginecologia, Otorinolaringoiatria, Urologia a servizio dei cittadini del Distretto e, più in generale, di tutta la provincia. Si tratta di un incremento del 22% dell’attività che supera l’offerta del periodo pre-Covid (anno 2019). A questo si aggiungono le sedute dedicate alle urgenze, sempre garantite, e la programmazione di attività chirurgica ambulatoriale, con 6 sedute aggiuntive tra Dermatologia, Ginecologia, Ortopedia ed Otorino (nel mese di giugno), anche sfruttando la sala chirurgica e alcuni spazi del reparto di Ginecologia.

Continua anche l’impegno nel rafforzamento dell’offerta ambulatoriale ginecologica a CUP: confermato l’aumento delle visite ginecologiche dallo scorso marzo (+106%) e previsto un ulteriore incremento da giugno sia delle Ecografie (+45%) sia delle isteroscopie e colposcopie (da 8 a 15/16 sedute mensili); prosegue inoltre, accanto al potenziamento delle attività di chirurgia ginecologica (da 8 sedute mensili a 12 sedute), anche quello dell’offerta in ambito ostetrico. Alle attività già note tra cui il Triage telefonico h24, gli incontri “Ostetriche per voi” e l’home visiting – 52 le famiglie che hanno sperimentato e apprezzato questo servizio –, da giugno cresce l’integrazione col consultorio nelle attività di screening per il tumore del collo dell’utero e di gestione del percorso nascita.

Un particolare focus infine è stato dedicato al Pronto soccorso, la cui presenza a servizio del Santa Maria Bianca è pienamente confermata e non è mai stata in discussione. Dall’analisi della casistica e delle cause di accesso è emersa la necessità di migliorare la presa in carico dei casi complessi – principalmente anziani fragili e pluripatologici – che vi accedono: da una parte si è dunque lavorato per favorire il consulto con l’internista, dall’altra grazie alla COT è oggi possibile strutturare risposte più adeguate sul territorio, con l’attivazione di tutte le risorse sanitarie e socio sanitarie, comprese le Cure palliative, Assistenza domiciliare e infermieristica di comunità senza ulteriori passaggi da parte del cittadino.

Attraverso il potenziamento dei percorsi territoriali e la segnalazione ai servizi territoriali degli utenti fragili che accedono in emergenza – dichiara Annamaria Ferraresi, direttrice del Distretto – la programmazione distrettuale opera affinché tutti i punti di contatto (ospedale e territorio) accolgano e orientino il paziente critico all’interno della rete dei servizi esistenti. Grazie anche all’ottima sinergia, su questo territorio, tra l’ambito sanitario e quello sociale, il paziente e il suo nucleo non dovranno così muoversi da un soggetto all’altro ma saranno inseriti nel percorso di cura più adeguato a loro”.