Maltrattava e minacciava la madre, avanzando pretese economiche. Responsabile di tali gravi condotte un 30enne – all’epoca dei fatti residente con la madre a Cavriago, gravato da svariati precedenti di polizia e condanne – che sottoposto alla misura detentiva degli arresti domiciliari presso l’abitazione dei genitori per espiare una condanna divenuta definitiva, a seguito di un diverbio nato con la madre, che si era rifiutata di dargli denaro, non ha esitato ad aggredirla dapprima verbalmente e poi fisicamente mettendole le mani al collo. Solo l’intervento della sorella del condannato aveva fatto desistere l’uomo dal proseguire con la brutale azione.
I fatti maltrattanti verso la madre accadevano tra luglio e agosto 2016 quando nell’ultimo più grave episodio verificatosi il 20 agosto 2016, la sorella dell’uomo, assistendo all’ira violenta e aggressiva dello stesso nei confronti della madre, allertava il 112 che inviava con immediatezza sul posto la pattuglia dei carabinieri della Stazione di Bibbiano, ed i sanitari del 118. Gli operanti e i sanitari giunti presso l’abitazione trovavano la madre dell’uomo a terra ed in evidente stato di shock tanto che i sanitari decidevano di trasferirla presso il pronto soccorso di Montecchio Emilia per le cure del caso. Sul posto i militari constatavano nel 30enne un forte stato di agitazione: lo stesso era furioso e dava in escandescenza tanto da dover richiedere l’intervento dei sanitari al fine di calmarlo. Appurati i fatti corroborati da successive indagini, emergeva che non era la prima volta che l’uomo dava in escandescenza ed aggrediva la madre per gli stessi motivi, come avvenuto nel passato.
I carabinieri della stazione di Bibbiano, alla luce dei fatti constatati denunciavano l’uomo alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia. Il Tribunale reggiano, dopo l’iter processuale, ha riconosciuto colpevole l’uomo condannandolo a 1 anno e 4 mesi per le reiterate condotte maltrattanti nei confronti della mamma. Trattandosi di sentenza divenuta definitiva, l’apposito Ufficio della Procura reggiana ha emesso l’ordine di esecuzione in regime di detenzione domiciliare. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito dai carabinieri della Stazione di Castelnovo di Sotto i quali, al termine delle formalità di rito, hanno ristretto il 30enne in regime di detenzione domiciliare per l’espiazione della pena.