Reggio Emilia: l’agricoltura 4.0 chiama giovani tecnologici e digitali

Al convegno dei Lions con gli esperti Ballarini e Nasuelli spiegano la rapida evoluzione di un settore sempre più orientato ai giovani



La terra garantisce il futuro. Lo dicevano i nostri nonni e oggi, più che mai, pare rappresenti una autentica risorsa per le nuove generazioni. Giovani tecnologici e digitali, che siano in grado di orientare e gestire il profondo processo di trasformazione innovativa che sta vivendo l’agricoltura, in tutti i suoi comparti: dalla produzione agricola e animale alla silvicoltura alla pesca. Un patrimonio di sapienza e di esperienza tramandato nel corso dei secoli che oggi  a Reggio Emilia conta oltre 1640 aziende iscritte alla Camera di Commercio (dato 2021) e dà lavoro a circa il 12% del totale degli occupati, tra imprenditori e dipendenti.

Questo quanto emerso dal convegno organizzato all’Hotel President di Correggio dai Club Lions Fabbrico “Rocca Falcona”, Correggio “Antonio Allegri” e Guastalla “Ferrante Gonzaga” i quali, dopo l’iniziativa dedicata alle infrastrutture per la distribuzione dell’acqua realizzata lo scorso maggio a Reggiolo, hanno proposto un approfondimento sul tema dell’ambiente rurale – quale risultato dell’attività umana, risorsa indispensabile per assicurare cibo, ricchezza e benessere a tutti e, soprattutto, alle generazioni future – con gli esperti Piero Augusto Nasuelli, docente di Discipline economico estimative presso l’Università degli studi di Bologna, e Giovanni Ballarini, professore emerito dell’Università degli Studi di Parma che ha sviluppato una ricerca originale sugli aspetti antropologici dell’alimentazione umana.

“L’Italia siede al primo posto nella classifica europea (dato 2020) con un valore di attività nel settore agricolo pari a 31,4 miliardi di euro, seguita dalla Francia, al secondo posto, con 30,2 miliardi di euro – spiega il professor Nasuelli – il settore comprende diversi comparti: dalla produzione agricola e animale alla silvicoltura alla pesca. Un settore che sta vivendo una profonda trasformazione, in cui la digitalizzazione, la tecnologia e la biotecnologia assumono ruoli sempre più importanti e contribuiscono al miglioramento e al perfezionamento delle tecniche produttive, creano una nuova idea di agricoltura sempre più orientata e attenta alla sostenibilità della produzione, all’efficienza nell’uso delle risorse, alla sicurezza e qualità degli alimenti”.

Si parla di agricoltura 4.0: permette di aumentare le produzioni e la qualità dei prodotti, abbassare i prezzi e migliorare le condizioni dei lavoratori.

“Se un tempo l’agricoltura doveva produrre per rispondere a un bisogno, oggi deve essere soprattutto sostenibile, porre attenzione al rispetto della tutela ambientale, alla salute del produttore e del consumatore, senza trascurare il benessere animale – continua il professor Ballarini – l’evoluzione dei processi di coltivazione e di produzione agricola hanno influenzato nei secoli l’alimentazione, che si è adattata alle nuove condizioni di vita dell’uomo. Oggi è davvero importante vincere la sfida della sostenibilità per trovare un nuovo equilibrio in grado di conservare la distintività e l’eccellenza di un’agricoltura che ha un forte legame con la cultura e le tradizioni locali, abbinando al contempo la capacità di inserire le innovazioni digitali e tecnologiche necessarie per competere su un mercato globalizzato”.

Al termine, molte le domande e gli interventi da parte del pubblico in sala sull’evoluzione del settore agricolo e agroindustriale che apre nuovi scenari per l’occupazione dei giovani, sempre più tecnologici e digitali e più che mai adeguati a inserirsi in un comparto in così forte trasformazione.

L’incontro, coordinato da Andrea Manzotti, membro del Centro Studi del Distretto Lions 108 Tb, è  stato introdotto dai saluti dei presidenti del Lions Club Correggio “Antonio Allegri” Antonella Vezzali e del Lions Club Fabbrico “Rocca Falcona” Daniela Bigliardi e dalla past president del Lions Club Guastalla “Ferrante Gonzaga” Beatrice Papaleo in rappresentanza del presidente Vittorio Andreoli.