Più tutela sui prodotti Dop e Igp, semplificazione, più forza ai Consorzi e trasparenza sui produttori: le richieste all’Europa di Regione e Consorzi



Maggiore tutela per i prodotti Dop e Igp dell’Emilia-Romagna, semplificazione delle procedure che le imprese devono affrontare per le certificazioni e rafforzamento del ruolo dei Consorzi.
L’intero sistema delle Dop e Igp è al centro della proposta di revisione del regolamento europeo, presentata dalla Commissione, e su cui il Parlamento dell’UE dovrà presentare un proprio progetto di legge.

Sul tema si è svolto un partecipato confronto in Regione, nel corso di un incontro tra l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, i rappresentanti di tutti i consorzi Dop e Igp dell’Emilia-Romagna e l’europarlamentare Paolo De Castro, relatore dell’Europarlamento sulla revisione del regolamento.

“Questa riforma- ha affermato Mammi- deve rappresentare un’opportunità per tutti i Paesi dell’Unione europea. La Regione è a fianco delle imprese nelle attività di promozione e tutela dei nostri prodotti. Parliamo di più di sei mila imprese agroalimentari che aderiscono a una delle filiere Dop e Igp”.
“Siamo al lavoro- ha continuato l’assessore- ascoltando i Consorzi e i rappresentanti dei produttori, per elaborare proposte che rientreranno in un documento che verrà presentato al Parlamento europeo. Le linee che intendiamo seguire sono quelle di una maggiore tutela per i nostri prodotti, della semplificazione delle procedure che le imprese devono affrontare per le certificazioni, e soprattutto di un rafforzamento del ruolo dei Consorzi. Altro tema importante è la trasparenza sul nome dei produttori”.

Secondo Paolo De Castro: “La riforma del regolamento può portare a un vero e proprio Libro Bianco europeo sulla qualità e la tracciabilità. Le modifiche dovranno puntare alla maggiore operatività dei Consorzi e a una maggiore protezione delle Indicazioni geografiche, anche per contrastare il problema delle evocazioni e delle imitazioni diffuse nel mondo”.

Sulla semplificazione è emersa anche la proposta di dividere i grandi consorzi di tutela da quelli di dimensioni più ridotte, le cui istanze potrebbero essere gestite direttamente dagli Stati membri.

Le cifre
I dati parlano chiaro: l’intero settore delle indicazioni geografiche è diventato negli anni in Europa una straordinaria forza economica con un indotto di oltre 75 miliardi di euro, di cui 17 realizzati in Italia, capace di coniugare sostenibilità ambientale, economica e sociale.

In Italia, che ha alla base un’agricoltura tra le più green d’Europa, si trova il maggior numero di specialità riconosciute: 316 tra Dop, Igp e Stg e 526 vini Dop e Igp. E l’Emilia-Romagna gioca un ruolo da protagonista con le sue 44 Dop e Igp, che la collocano tra le regioni leader in Europa e la prima in Italia se consideriamo le denominazioni d’origine del solo settore cibo, per un volume d’affari che si aggira attorno ai 3,5 miliardi di euro. Inoltre, tra le prime dieci dop di tutto il Paese per volume produttivo, quattro parlano emiliano: il  Parmigiano-Reggiano, l’Aceto Balsamico Tradizionale, il Prosciutto di Parma e la Mortadella di Bologna.