Medicina generale: affidato l’incarico di ruolo per il posto vacante di Serramazzoni

Alcuni chiarimenti per i cittadini



Copyright immagine: Regione Emilia Romagna A.I.C.G. – Autore: Pietro Ballardini

È stato affidato nei giorni scorsi l’incarico di Medico di medicina generale per il posto vacante a Serramazzoni al dottor Francesco Spatafora, già attivo come sostituto in quel medesimo ambito territoriale. In virtù del nuovo incarico, diverso dal precedente, l’Azienda USL di Modena deve inviare agli assistiti una lettera che li invita a effettuare la nuova scelta del medico di famiglia, verso lo stesso o un altro medico del medesimo ambito territoriale.

Il dottor Spatafora andrà ad occupare in modo stabile una posizione, quella di Serramazzoni, che era da tempo scoperta nonostante i numerosi tentativi dell’Azienda sanitaria di dare stabilità alla presenza del medico di famiglia. Tuttavia il medico acquisisce il nuovo incarico con una limitazione temporanea in termini di numero di pazienti, prevista dall’Accordo collettivo nazionale (ACN) attualmente in vigore. In base alla normativa nazionale infatti, può accettare un posto vacante anche un medico iscritto al corso specifico di formazione in Medicina generale, come nel caso in questione, l’assegnazione della zona avviene però solo con un massimale (numero massimo di pazienti) di 650 assistiti, inferiore rispetto a quelli che lo stesso medico poteva avere in carico nella precedente condizione di “incaricato provvisorio”.

Ciò si verifica – in base a quanto previsto dalla normativa stessa rispetto alla quale non è possibile derogare – per un periodo comunque limitato alla durata del corso di formazione, vale a dire che, terminato il corso, il medico potrà tornare ad avere la piena capienza per i pazienti del suo territorio, pari a circa 1000-1500 posti.

“Purtroppo – dichiara il Direttore del Distretto di Pavullo, Carlo Serantoni – questo è un caso in cui la scelta virtuosa di un medico di stabilizzarsi, anche in una prospettiva futura, su di un ambito definito ‘disagiato’ dalla normativa relativa alle zone territoriali, risulta in un certo senso penalizzante sia per il medico stesso (che vede così dimezzata la quota di assistiti) che per i suoi pazienti, che non solo devono effettuare nuovamente la scelta del medico, ma che per quasi la metà dei casi dovranno individuare un nuovo Medico di Base, visto che la quota di 650 sarà presto saturata.

La logica di fondo è quella di concedere al medico lo spazio per poter frequentare con profitto il corso di formazione in Medicina generale, ma confidiamo che il prossimo ACN possa aggiornarsi su queste tematiche alla luce della criticità che investe tutta la Medicina Generale sulla copertura soprattutto delle cosiddette aree interne, come la montagna. Siamo consapevoli che, nonostante l’impegno dell’Azienda sanitaria territoriale nel mettere in atto soluzioni ai bisogni di salute dei cittadini che arginino queste difficoltà, servono interventi di sistema, sia per tamponare le attuali carenze che per riprogettare con maggior tranquillità un assetto più stabile dell’Assistenza Primaria”.

 

L’Ausl ha già provveduto a inviare la lettera agli assistiti per informarli; chi non dovesse riuscire a ottenere il posto con il dottor Francesco Spatafora, avrà comunque a disposizione altre scelte sul medesimo territorio.