Verso i nuovi Centri di Mobilità: al via la progettazione partecipata a Castel San Pietro Terme e Vergato



La Città metropolitana avvia il processo di progettazione partecipata che porterà a ridisegnare l’area intorno alle stazioni del Servizio Ferroviario Metropolitano di Castel San Pietro Terme e Vergato.

Dopo l’approvazione delle Linee di indirizzo che hanno tracciato i criteri per la loro progettazione e realizzazione, si entra ora nel vivo con l’avvio dei primi percorsi che porteranno alla definizione dei progetti di fattibilità tecnico-economica dei primi due Centri di Mobilità del territorio: le nuove “porte” di accesso al territorio previste dal Piano Urbano della Mobilità sostenibile-PUMS.

Castel San Pietro e Vergato fanno quindi da apripista con due progetti pilota, di un piano complessivo più ambizioso, che punta a creare una rete metropolitana di 30 centri su tutto il territorio con l’obiettivo di creare le condizioni per una vera integrazione tra mezzi di trasporto ecologici con una forte attenzione alla riqualificazione urbana.

Gli appuntamenti che avvieranno i percorsi sono in programma giovedì 27 maggio a Vergato e venerdì 28 maggio a Castel San Pietro Terme con l’inaugurazione dei “cantieri effimeri”, punti temporanei dedicati agli incontri con i cittadini e le realtà sociali.

Entrambi gli incontri saranno aperti dal consigliere metropolitano con delega a Pianificazione e Mobilità sostenibile Marco Monesi, e dai rispettivi sindaci Giuseppe Argentieri per Vergato e Fausto Tinti per Castel San Pietro Terme, interverranno il direttore dell’area pianificazione della Città metropolitana di Bologna Alessandro Delpiano e il team impegnato nel processo di progettazione partecipata. La partecipazione sarà lanciata da una nuova campagna di comunicazione sui poster e sui social network.

Il percorso di progettazione partecipata “Verso un nuovo Centro di Mobilità per Vergato e Castello” proseguirà con altri appuntamenti che coinvolgeranno in laboratori, passeggiate e incontri, i cittadini e le cittadine, le scuole, le imprese e le realtà sociali dei due comuni. Un viaggio in 5 tappe che porterà a ridisegnare le aree intorno a due stazioni del Servizio Ferroviario Metropolitano, immaginandole come hub di servizi per la mobilità sostenibile e come spazi pubblici accoglienti e integrati con il resto della città. Una visione in cui trasporti, rigenerazione urbana e vita collettiva sono collegati.

Cos’è un Centro di Mobilità? Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) di Bologna descrive la mobilità come una rete che integra i diversi sistemi di trasporto collettivo e i mezzi privati (auto, moto, bici…), per rendere la mobilità più sostenibile. In questa rete, i Centri di Mobilità (CdM) sono luoghi di interscambio e al contempo nodi urbani di qualità: il PUMS ne prevede 30, in gran parte in corrispondenza delle stazioni del Sistema Ferroviario Metropolitano. Nel 2021 la Città metropolitana di Bologna e RFI (Rete Ferroviaria Italiana) hanno redatto le Linee di Indirizzo per la progettazione dei Centri di Mobilità.

Oltre la stazione, per la città. I Centri di Mobilità integrano l’area intorno alle stazioni SFM per offrire alle persone in movimento gli spazi e i servizi di cui hanno bisogno nel passaggio da un mezzo di trasporto all’altro, favorendo la scelta di quelli più ecocompatibili: parcheggi scambiatori, velostazioni con parcheggi e servizi per le biciclette, punti di ricarica per i mezzi elettrici, soluzioni per la mobilità condivisa e nuove connessioni per la mobilità attiva.

La mobilità rigenerante. Un nuovo Centro di Mobilità è anche l’occasione per progettare la riqualificazione di spazi pubblici e la rigenerazione di edifici, mettendo in comunicazione tra loro non solo aree urbane spesso separate dalla città, ma anche le persone che le attraversano: studenti, pendolari, famiglie, commercianti, associazioni…

Per Vergato, per Castello… E per te? In parole semplici, il nuovo Centro di Mobilità sarà comodo, leggero, verde, vicino… A seconda del territorio in cui si inserisce e delle aspettative di chi lo abita, il progetto assume diversi significati: la campagna di comunicazione del processo partecipato ne riporta alcuni. E invita i cittadini e le cittadine ad aggiungere il proprio.